“Un business dal grande potenziale e non un accessorio”. Igor Boccardo, a pochi mesi dal suo insediamento come nuovo amministratore delegato dell’azienda, si presenta così, indicando al contempo il cammino che attende Genagricola nel prossimo futuro, a iniziare dalla divisione vitivinicola. Stazione Centrale di Milano, 16 gennaio: parte ufficialmente da qui il nuovo viaggio della holding agroalimentare di Generali Italia. Una realtà storica dell’agricoltura tricolore, nata nel 1851 con l’acquisizione da parte delle Assicurazioni Generali della tenuta Ca’ Corniani, una vasta area paludosa e malarica di 1.700 ettari di terreno, vicino a Caorle, in provincia di Venezia, tuttora la più grande ed estesa bonifica compiuta in ambito nazionale da un soggetto privato. In quasi 170 anni di storia, il Gruppo Genagricola di passi in avanti ne ha fatti molti, fino ad arrivare a essere quel che è divenuto oggi: un realtà composta da 22 aziende in Italia e tre all’estero, per un totale di 15mila ettari coltivati.
Il mosaico vino
Tra i business che oggi vedono protagonista la holding agroalimentare di Generali Italia c’è il vino. Il Gruppo Genagricola attualmente vanta nel suo portfolio sette aziende vitivinicole (più una, Dorvena, 110 ettari di vigneti sulle colline di Pâncot, in Romania), distribuite su un fronte che dal Friuli Venezia Giulia spazia fino al Piemonte. Borgo Magredo, Bricco dei Guazzi, Costa Arènte, Poggiobello, Tenuta Sant’Anna, Torre Rosazza, Vineyards V8+: questi i nomi dei marchi dei vini Genagricola. Un mosaico composito, da 790 ettari vitati in Italia, cui ora si punterà a fornire una forma e una struttura più armoniche.
La Genagricola di domani

“Per il futuro abbiamo in serbo tante novità”. Giancarlo Fancel, presidente di Genagricola non nasconde le molte ambizioni di quella che è l’attuale più grande azienda agricola italiana. Ma è il nuovo ad Boccardo a specificare quelle che saranno le linee guida di domani: “Serve riallineare le performance nelle vendite con il nostro potenziale produttivo: oggi siamo 90esimi in termini di risultati commerciali in Italia e al quarto posto per produzione. Il nostro processo di miglioramento deve essere continuo e incentrato su una migliore definizione dei mercati target per i vari brand del Gruppo”.
Gli obiettivi sul mercato

Attualmente il principale sbocco per i vini firmati Genagricola è il mercato domestico, con l’Italia che vale il 70% del giro d’affari. All’estero, invece, le prime destinazioni delle etichette del Gruppo sono Germania, Usa, Regno Unito, Canada e Cina. Igor Boccardo spiega quelli che sono i suoi obiettivi a riguardo: “In tema di export, che attualmente assorbe il 30% della produzione – a fronte di una media del 70% dei top player del settore, secondo i dati del rapporto Mediobanca –, la volontà è di entrare nella parte alta del ranking di vendita, posizione naturale per un player come Genagricola”. Per l’Italia, poi, la volontà è di attuare un miglior presidio di tutti i canali distributivi: “Oltre alla difesa delle posizioni raggiunte in Horeca è necessario considerare il canale Gdo, che – sempre stando al rapporto Mediobanca – assorbe il 40% del consumo interno”.
La scelta della sostenibilità
Non solo performance commerciali. Il viaggio intrapreso da Genagricola vede tra le sue tappe anche la fondamentale meta della maggiore sostenibilità. “In continuità con quanto messo in atto a partire dal 2015, obiettivo per i prossimi anni è d’investire per produrre in maniera sempre più sostenibile”, sottolinea Boccardo. “Oltre alle certificazioni Brc, Ifs ed Iso9001 già conseguite nel recente passato, abbiamo dato via al processo che porterà tutti i vini di Genagricola a essere certificati, a partire dalla vendemmia 2020, secondo gli standard Sqnpi”. Su questo, l’enologo Giovanni Casati aggiunge: “Già ora, tutte le nostre aziende sono gestite seguendo i principi di un’agricoltura integrata. E dopo la fondamentale tappa della certificazione Sqnpi, l’obiettivo è di arrivare – passo dopo passo – anche a produrre in biologico alcune eccellenze nel nostro portfolio. In futuro, i nostri vini dovranno essere sempre più buoni e sostenibili”.
Il futuro dei brand Genagricola
A livello di brand chiara la direzione che sarà intrapresa. A ribadirlo è ancora il nuovo ad Boccardo: “I brand top di gamma, quali Costa Arènte nel veronese, Torre Rosazza in Friuli Venezia Giulia e Bricco dei Guazzi nel Monferrato, guideranno la penetrazione nel segmento premium. Gli spumanti, come il Prosecco, si svilupperanno invece con il già noto brand V8+ e con quello storico di Tenuta Sant’Anna, permettendo di coprire tutte le fasce di mercato. Il vasto portfolio è al centro di un assessment il cui risultato darà origine al lavoro di branding che sarà presentato nei prossimi mesi nelle diverse tenute del Gruppo”.

Investimenti e nuovi orizzonti
Il successo futuro del viaggio intrapreso da Genagricola è per l’appunto nella valorizzazione delle tante tenute di proprietà del Gruppo che avrà il suo snodo decisivo. Il percorso tracciato prosegue sull’impostazione di un sempre maggiore investimento in tecnologie e ammodernamento delle strutture produttive. Igor Boccardo riassume così gli ultimi investimenti promossi da Genagricola in tale direzione: “Nel 2015 è stata acquisita la cantina Costa Arènte in Valpantena (Vr), che produce Amarone, Valpolicella, e Ripasso. Nel 2019, si è concluso il restauro dello storico Palazzo de Marchi, sede della cantina Torre Rosazza, in provincia di Udine. La stessa cantina di vinificazione della realtà nell’area dei Colli Orientali del Friuli sarà, nel prossimo biennio, oggetto d’importanti investimenti tecnologici per innalzare ulteriormente la qualità produttiva. E sono previsti investimenti nell’anno anche nella storica Tenuta Sant’Anna, in Veneto, al fine di massimizzare le capacità di spumantizzazione”. Il viaggio della Genagricola di domani è appena iniziato, ma dal finestrino si gode già di una vista assolutamente promettente.