Alla soglia del quarto secolo di vita, il Buttafuoco Storico traccia una linea su 24 anni di successi e rivincite, traendone un bilancio e fissando lo sguardo sul proprio futuro. Di cosa parliamo quando parliamo del vino icona dell’Oltrepò Pavese? E quali gli orizzonti del suo esclusivo Club?
Il Club del Buttafuoco Storico

I vitigni del Buttafuoco Storico sono forti, possenti e intrisi di storia quanto il vino che si produce. Dopo il recente ingresso di Piccolo Bacco dei Quaroni, realtà guidata da Tommaso Cavalli, oggi il Club conta 16 viticoltori: giovani produttori e aziende storiche dell’Oltrepò Pavese, animati da uno spirito di unione e di rivalsa. Nato nel 1996, il Club del Buttafuoco Storico è una libera associazione per tutelare il prodotto, vino vincente il cui prestigio è riconosciuto dalla provincia di Pavia all’estero.
Una scossa per l’Oltrepò

Trasformare un vino della tradizione in un prodotto nuovo: questo fin dal principio l’obiettivo del Club del Buttafuoco Storico. All’inizio, la scossa è venuta da 11 visionari, convinti delle straordinarie potenzialità di un territorio e dei suoi vitigni. Oggi, diventate 16, le aziende conducono insieme un attento lavoro di ricerca, dalle caratteristiche storiche alle vigne più vocate, facendo gioco di squadra nella produzione controllata e certificata, e dando vita ogni anno a 70mila bottiglie.
Verso sempre nuovi orizzonti
Il Buttafuoco Storico, marchio privato e registrato, regolamentato da un rigido disciplinare soggetto a controlli interni su tutta la filiera, è parte della denominazione Buttafuoco Doc, riconosciuta indipendente dal ministero nel 2010. Oggi, grazie alla sua attività, ha portato il nome di questo simbolo dell’Oltrepò ben oltre i confini della provincia pavese e di Milano, raggiungendo anche i mercati orientali e americani. Una vocazione a viaggiare e farsi conoscere, incisa fin nel vetro di ogni bottiglia. Un simbolo unico e non replicabile, il marchio del Veliero, a distinguerne originalità e autenticità.

La geografia del Buttafuoco Storico
Sostenuto dalla scritta Buttafuoco, il Veliero, logo del Club, è contenuto in un ovale che rappresenta la botte tipica dell’Oltrepò Pavese. Da qui si dipanano due nastri rossi, a rappresentare il Versa e lo Scuropasso, i due torrenti entro cui tradizionalmente si produce il Buttafuoco Storico: la primissima fascia collinare dell’Oltrepò Pavese denominata Sperone di Stradella. Una posizione geografica che ha nel corso dei secoli obbligato condottieri, pellegrini e mercanti ad attraversarla. E che nella storia ha permesso al territorio di diventare uno sbocco commerciale del vino qui prodotto, arricchendosi al contempo di nuove conoscenze sul settore.
Il Veliero: un marchio tra storia e leggenda

Ma cosa ci fa un veliero tra le colline dell’Oltrepò? Fra realtà e leggenda, lo storico Peter Schenk narra che nel 1859 una compagnia di marinai Austriaci impegnata a traghettare le truppe sul fiume Po, invece di andare in battaglia in terraferma si ferma a fare strage di botti e bottiglie di un vino locale, chiamato per l’appunto Buttafuoco. Nella sua ricerca per la verità, l’autore collega la narrazione a un fatto realmente accaduto: la scelta della marina Austroungarica, dopo alcuni anni da questa data, di varare una nave chiamandola “Buttafuoco”. Ed è così che il veliero è adottato dal Club del Buttafuoco Storico come proprio simbolo: una grande nave dalle vele infuocate.
Un’identità che affina
Dalle vigne alle botti di legno: l’affinamento minimo in legno è di 12 mesi, per poi passarne almeno altri sei in bottiglia. Con le bottiglie del Buttafuoco Storico che non entrano in commercio prima di 36 mesi dopo la vendemmia. Ed è un vino di grande struttura, capace di invecchiare per molto tempo, donando sempre più intensità e note nuove. “Noi crediamo nelle vigne, e crediamo in un vino che racconta un Oltrepò Pavese dalla forte identità”, spiega il presidente del Club, Marco Maggi. “La nostra forza è l’unione tra noi produttori, la condivisione di valori e intenti che negli anni ci ha portato fin qui”.