Nuove modalità di concepire sé stessi e il proprio business. Scommettendo sulla propria qualità e andando in direzione di abitudini del consumatore che si sono rinnovate. E rispondere a esigenze di consumo che vanno mutando, ma anche a scenari che oggi richiedono tanta inventiva e la creatività di soluzioni fuori dagli schemi. Allargando gli orizzonti, con l’attenzione che va indirizzata sempre più non solo verso i wine lover italiani, ma anche ai tanti appassionati internazionali desiderosi di scoprire e lasciarsi incantare dal colorato mosaico di piccole e medie realtà che compongono il settore vitivinicolo italiano. Ha fatto il suo esordio alle 15 di ieri, lunedì 25 maggio, CrowdWine. Con il sipario che si è alzato sulla prima piattaforma di crowdfunding dedicata al mondo del vino made in Italy.
Un sostegno all’eccellenza made in Italy

CrowdWine è un progetto ambizioso, che punta a “importare” in Italia lo spirito e la tradizione tutta transalpina dell’acquisto En Primeur, ovvero in anteprima. Una modalità differente rispetto alle più classiche sfruttate dalle aziende tricolore fino a oggi e che permetterà a un numero sempre maggiore di consumatori di avvicinarsi a una folta schiera di piccoli e medi produttori dallo stile ricercato, fornendo loro un attivo e immediato sostegno in termini di liquidità. Un appoggio che poi si tramuterà per quanti avranno contribuito nel beneficio di una garanzia: quella di vedersi assegnate una parte delle bottiglie, tra quelle incluse in ciascuna singola iniziativa, che usciranno dalla cantina.
CrowdWine: l’En Primeur all’italiana
Il termine francese En Primeur è comunemente utilizzato per descrivere una speciale forma di investimento vitivinicolo: il vino viene venduto prima di essere pronto per la commercializzazione, seguendo quote e parametri diversi di anno in anno. Si tratta di una forma d’investimento sul futuro, un “wine bond” che stimola la passione di quei wine lover che di fatto scommettono sull’eccellenza dei vini acquistati e sulla crescita del loro valore di mercato. Nel caso dell’En Primeur di CrowdWine, questa experience sarà completata dalla possibilità di vivere attraverso le immagini e i video realizzati dai produttori le varie tappe di lavorazione del vino. Un racconto in divenire, dalle ultime fasi dell’affinamento alla nascita dell’annata 2020, dalla vendemmia all’imbottigliamento attraverso la narrazione completa del percorso produttivo di ogni etichetta.
La forza del digital e il rapporto diretto col consumatore

La nuova iniziativa, che punta a sfruttare ancora una volta le potenzialità del mondo digital, è figlia di un’idea di Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week, e di Gaia Rossi, co-founder del progetto, e nasce dalla partnership siglata con il nuovo portale e-commerce Originalitalia e la piattaforma Eppela. CrowdWine rappresenta un vettore inedito e concreto, creato per sostenere le cantine italiane in un momento storico in cui l’intero comparto del vino italiano e internazionale sta vivendo una profonda mutazione strutturale, commerciale e relazionale. Grazie a questo nuovo strumento di micro-finanziamento condiviso, a comunità di consumatori sarà permesso di sostenere economicamente le iniziative dei produttori attraverso campagne dedicate di promozione. Una modalità immediata e vincente, che sperimenta un meccanismo fluido ed efficace: le relazioni e le opportunità di vendita, infatti, nascono esclusivamente tramite i canali digitali, collegando in maniera diretta l’utente e il produttore, con la sua cantina, i suoi vini e i suoi valori.
Le cantine si raccontano

È un racconto intimo, genuino ed autentico, perché ideato e prodotto in autonomia dalla cantina stessa per CrowdWine, quello che viene proposto da ciascuna realtà del vino coinvolta nel progetto. Una narrazione che passa dai fattori che caratterizzano ciascun singolo prodotto e nella valorizzazione dell’impegno del lavoro quotidiano, della storia di una realtà e di una famiglia, delle peculiarità di un’etichetta e di un terroir. Prende forma così un dialogo emozionale e diretto tra utente e produttore, destinato a crescere e rafforzarsi nel tempo, anche e soprattutto dopo la fine delle campagne di CrowdWine. La piattaforma, infatti, è primo approdo della curiosità di neofiti e appassionati e si configura quale ideale ambasciatore del vino italiano, dando ai wine lover italiani ed europei la possibilità di vivere, di incontrare e di interagire in remoto con l’Italia del vino. Attraverso CrowdWine, l’utente si trasforma in un CrowdWiner, vero e proprio partner e supporter delle realtà che incontra virtualmente, sostenendo la loro filiera produttiva.
Come funzionano CrowdWine
È possibile aderire a ogni progetto presente sul portale seguendo diversi modalità e percorsi: dalla prenotazione di una visita in cantina per due persone (con 25 euro) fino al raffinato acquisto En Primeur, passando anche per un semplice contributo di supporto da 5 euro, con cui si diventa CrowdWiner a tutti gli effetti, ricevendo il badge virtuale da utilizzare sui propri social. Ciascuna campagna ha la durata di 40 giorni e può essere finanziata scegliendo tra tre opzioni di acquisto: sei bottiglie dell’annata in corso, sei bottiglie del vino En Primeur (vini di medio o lungo affinamento in uscita nel 2021 o vini frutto della vendemmia 2020) o, ancora, la possibilità di combinare le due tipologie di offerta ricevendo al termine della campagna il vino dell’annata in corso e il vino En Primeur non appena sarà pronto per essere messo sul mercato.
I protagonisti della prima campagna

Per ciascuna delle campagne di finanziamento, CrowdWine seleziona 20 produttori in rappresentanza di ciascuna delle regioni italiane. Con ciascuna realtà selezionata che si caratterizza quale interprete del territorio, cultrice delle denominazioni locali e custode della straordinaria biodiversità ampelografica italiana. Il debutto è stato suddiviso in due tranche: a una prima parte, con taglio del nastro il 25 maggio e che vede protagoniste la molisana Tenute Martarosa, la marchigiana Tenuta San Marcello, la romagnola Tenuta La Viola, la pugliese Cantina Giara, la piemontese Costa di Bussia, la siciliana Theresa Eccher, la trentina Letrari, la toscana Cinelli Colombini, la veneta Zambon e la lombarda Giulio Fiamberti, seguirà una seconda sessione, con i 10 deal dei produttori appartenenti alle 10 regioni mancanti e disponibile sulla piattaforma a far data dal 10 giugno prossimo.
“CrowdWine, un progetto figlio del lockdown”

“Unire una forma di finanziamento attuale e partecipativa come il crowdfunding alle necessità di supporto alla filiera vinicola messa a dura prova dal lockdown, potrà permettere un nuovo dialogo esperienziale tra i produttori di qualità e i consumatori”, sottolinea Federico Gordini, fondatore e presidente di Milano Wine Week. “CrowdWine è un progetto figlio del lockdown: basti pensare che tutti gli attori coinvolti non hanno mai avuto la possibilità d’incontrarsi se non virtualmente e sono stati uniti dagli ideali alla base del progetto e dal desiderio di trovare una modalità innovativa per comunicare e supportare le eccellenze vinicole italiane. Ideali che hanno come naturale conseguenza la decisione di rinunciare ad ogni profitto generato dall’iniziativa, reinvestendo ogni marginalità sulla promozione della stessa”. A fargli eco è Marino Casucci, Ceo di Originalitalia: “Quando Federico mi ha proposto di mettere insieme le nostre competenze, ci siamo buttati dentro a capofitto per realizzare la piattaforma in tempi record. Siamo orgogliosi di poter dare il nostro piccolo e gratuito contributo per aiutare il settore del vino italiano”. Chiosa il Ceo e founder di Eppela, Nicola Lencioni: “CrowdWine ha le carte in regola per scrivere una nuova storia di successo i cui ingredienti fondamentali sono il buon vino e il sostegno alla produzione locale, di cui, da italiani, non solo dobbiamo essere fieri, ma anche promotori”. Ora la palla passa nel campo di appassionati e wine lover, chiamati ad andare alla scoperta di questa innovazione che vuole premiare la qualità dell’eccellenza made in Italy.