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Tornano le Comete Alois Lageder: sette nuove storie sulla fragile immortalità del vino

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Ritornano, effimere manifestazioni di un nuovo modo di concepire la vitivinicoltura destinato a lasciare la propria indelebile impronta. Tentativi di migliorarsi, a ogni vendemmia che si sussegue, per individuare nuove forme di adattamento in un mondo che muta vorticosamente. Sono le sette nuove Comete firmate Alois Lageder, che si ripresentano al pubblico totalmente differenti da come le avevamo conosciute solo 12 mesi fa, eppur perfettamente identiche per principi e valori.

Alto Adige (Ph. Gianni Bodini)
Alto Adige (Ph. Gianni Bodini)

Il destino effimero delle Comete

Esperimenti che prendono forma tra in vigneto e cantina. Ecco, in poche semplici parole di cosa parliamo quando parliamo delle Comete della tenuta altoatesina Alois Lageder. Un progetto esclusivo nato nel 2017 e che presenta, ogni anno che passa, nuove varianti e versioni totalmente diverse da quelle che le hanno precedute. E così, questa gamma dai tratti effimeri si arricchisce di nuovi vini unici, disponibili solo in edizione limitata.

Il frutto di una curiosità libera da schemi

Si è già parlato proprio in queste pagine dell’impegno che la tenuta Alois Lageder profonde sul tema del climate change. Un’ultima curiosa espressione di questa costante ricerca in risposta al clima che cambia e ai suoi influssi su vigna e vini è l’innovativo kit Blend your own Porer. Ma antesignano dell’esperimento che va alla ricerca della giusta forma da donare al Pinot Grigio più celebre della cantina altoatesina, è il progetto delle Comete. “Le Comete hanno un qualcosa di eccitante e straordinario, risvegliano la curiosità, non seguono schemi e lasciano sempre qualcosa – di più o meno visibile – alle loro spalle”, spiega Helena Lageder, sesta generazione della famiglia che guida la storica tenuta di Magrè (Bolzano). “Come produttori di vino, solo quando si continua ad interrogare sé stessi e l’ambiente in cui si lavora – senza l’obiettivo di trovare per forza risposte concrete – si crea spazio per nuove idee”. Ed è proprio questo costante sperimentare che rende ogni risultato del progetto delle Comete assolutamente necessario e forzatamente fugace.

“Come produttori di vino, solo quando si continua ad interrogare sé stessi e l’ambiente in cui si lavora – senza l’obiettivo di trovare per forza risposte concrete – si crea spazio per nuove idee”. Come dimostra il progetto delle Comete.
“Come produttori di vino, solo quando si continua ad interrogare sé stessi e l’ambiente in cui si lavora – senza l’obiettivo di trovare per forza risposte concrete – si crea spazio per nuove idee”
(Helena Lageder, in foto con il fratello Clemens)

Sette nuove traiettorie per le Comete Alois Lageder

“Solo se si ha il coraggio di provare nuove strade e di spingersi oltre i confini, si può sviluppare ed aumentare in modo sostenibile la qualità, tenendo conto delle circostanze che mutano in continuazione”, evidenzia Helena Lageder. Ed è così che quest’anno ad apparire in maniera fuggevole sul mercato saranno le sette nuove Comete in edizione limitata: MÙS XIX, TIK XVIII, ZIE XVIII, BLA BLA BLA, PIPO3, LE TAN XVIII, LE LA XVIII.

“Le Comete hanno un qualcosa di eccitante e straordinario, risvegliano la curiosità, non seguono schemi e lasciano sempre qualcosa – di più o meno visibile – alle loro spalle"
“Le Comete hanno un qualcosa di eccitante e straordinario, risvegliano la curiosità, non seguono schemi e lasciano sempre qualcosa – di più o meno visibile – alle loro spalle”
(Helena Lageder)
  • MÙS XIX è un vino che punta a sviluppare l’idea che la famiglia Lageder ha del Moscato Giallo. Sfruttando il metodo Pet Nat (Pétillant Narurel), si basa sulla pura voglia di sperimentare. La vinificazione su grappolo intero e l’imbottigliamento quasi alla fine del processo fermentativo rendono ogni bottiglia un vero pezzo unico.
  • TIK XVIII è il frutto di una presa di coscienza di oltre 30 anni fa: quella di Rainer Zierock e Alois Lageder rispetto agli effetti del cambiamento climatico. Consapevoli del fatto che per molti vitigni il clima dell’Alto Adige sarebbe potuto diventare troppo caldo, decisero di piantare varietà provenienti dalle regioni vitivinicole del sud. Uvaggi che, coltivati in Alto Adige, portano ad una maggiore acidità e ad un moderato contenuto zuccherino, caratteristiche che consentiranno in futuro di aumentare la freschezza e la vivacità dei vini.
  • È il risultato di un caos controllato la Cometa ZIE XVIII. La conseguenza di un altro esperimento datato: quando, 25 anni fa, oltre 200 vitigni provenienti da tutto il mondo vennero piantati a Magrè. Uvaggi che, al momento della vendemmia, si fondono in un unicum, sintesi di varietà dai diversi gradi di maturazione, di acidità e di contenuto zuccherino. Nel momento in cui le uve arrivano in cantina, dal caos nasce la forma, grazie al movimento. E la fermentazione combina queste diverse varietà e caratteristiche, creando un’unità a più strati.
  • BLA BLA BLA è il tentativo di ricreare un antico processo che i ritmi della modernità hanno fatto scomparire. Quando nel trasporto delle uve i carri trainati da buoi furono sostituiti dal trattore, i tempi di arrivo in cantina si accorciarono notevolmente, esattamente come il periodo di contatto del pigiato formatosi con bucce e raspi. Un elemento che era particolarmente indicato per una varietà autoctona dalla buccia sottile, ma quasi dimenticata, come il Blatterle. E così, ecco la magia ricreata durante la fermentazione alcolica, grazie al prolungato contatto con il grappolo intero che dà la possibilità al vino di arricchirsi in componenti presenti nella buccia e nel raspo. Questa cometa è la risultante di più annate (2017,2018 e 2019, per la precisione): si spiega così il curioso nome preso dall’assemblaggio.
  • PIPO3 mostra un possibile approccio per aumentare in maniera naturale la percezione di freschezza e vivacità nei vini. Nella creazione di questa Cometa, i grappoli di Pinot Grigio – senza pigiatura, intatti – sono messi in botti di legno riempite di mosto. E il vino rimane per vari mesi a contatto con raspi e bucce, assumendo così il suo naturale colore ramato. Taglio di tre annate, che gli consentono di acquisire una maggiore complessità, PIPO3 deve a questo elemento la potenza del tre che reca nel nome: un richiamo al Pink Porer, la più classica tra le espressioni del Pinot Grigio in casa Lageder.
  • Con LE TAN XVIII e LE LA XVIII, due vini rossi più leggeri conquistano un posto di primo piano nello speciale assortimento delle Comete. Si parla rispettivamente di un Tannat e di un Lagrein leggeri. Il primo uvaggio, per diretta ammissione della famiglia Lageder, è una varietà davvero promettente, che prospera in modo eccellente a temperature calde conservando una vivace acidità, ma su cui ancora molto c’è da indagare e sperimentare: con il LE TAN XVIII si è voluta far risaltare la sua leggerezza e freschezza, grazie a una vendemmia effettuata molto presto, a fine agosto. La ben più nota, a latitudini altoatesine, varietà Lagrein è interpretata con il LE LA XVIII in un vino che nello stile assomiglia a un Beaujolais, caratterizzandosi per l’elevata acidità e un basso contenuto alcolico.
“Solo se si ha il coraggio di provare nuove strade e di spingersi oltre i confini, si può sviluppare ed aumentare in modo sostenibile la qualità, tenendo conto delle circostanze che mutano in continuazione”. Questa la spiegazione del progetto le Comete.
“Solo se si ha il coraggio di provare nuove strade e di spingersi oltre i confini, si può sviluppare ed aumentare in modo sostenibile la qualità, tenendo conto delle circostanze che mutano in continuazione” (Helena Lageder)
(Ph. Ivan Bortondello)

La fragile immortalità di un vino

“Alcuni di questi esperimenti svaniscono, altri diventano stelle e parte integrante del nostro assortimento”, sottolinea Alois Clemens Lageder. Ogni Cometa è resa unica anche dall’impronta dipinta con un dito che viene impressa, rigorosamente a mano, su ogni etichetta di ciascuna singola bottiglia. E così, ogni nuova referenza lampeggia, lascia una scia dietro sé e, infine, svanisce. E se alcuni di questi esperimenti potranno proseguire per anni, ad altri la sorte riserverà solo pochi secondi. Ma tutti, indistintamente, illumineranno il percorso che guida la cantina altoatesina in ciò che fa ogni giorno, schiudendole nuovi orizzonti e indicandole la via verso inedite future destinazioni. 

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