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Retail, tutto (quasi) pronto fare la spesa senza pagare. Alla cassa

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Retail (e consumatori) Fase 3. Anzi, no: 4.0, come si dice oggi. Il futuro è adesso. Le nuove frontiere sono aperte, non da superare o raggiungere. Il mondo della rivendita (che sia grande o specializzata) è stato ancor più scosso dalla pandemia. 

Il cambiamento dei comportamenti d’acquisto

L’emergenza ha impresso accelerazioni e cambiamenti, a cominciare dai comportamenti (forzati e/o obbligati) dei consumatori. L’e-commerce, anche in un Paese col freno tirato come quello italiano, è qualcosa di più di una realtà in espansione incessante. Ha vissuto un’esplosione, in tutti i settori, incluso quello del vino come dimostrato dall’attivismo espresso sia dai pure player (Tannico in primis), sia da altri player come Signorvino, fino ad arrivare a The Winesider. Ma non per questo il ruolo del punto vendita fisico (ancor più se di prossimità) pare perdere peso e valore. Indubbiamente, vecchi modelli e concept, troppo statici diciamo così, hanno vita breve o fiato corto.

L’emergenza ha impresso accelerazioni e cambiamenti, a cominciare dai comportamenti (forzati e/o obbligati) dei consumatori. L’e-commerce, anche in un Paese col freno tirato come quello italiano, è qualcosa di più di una realtà in espansione incessante.
L’emergenza ha impresso accelerazioni e cambiamenti, a cominciare dai comportamenti (forzati e/o obbligati) dei consumatori. L’e-commerce, anche in un Paese col freno tirato come quello italiano, è qualcosa di più di una realtà in espansione incessante

Retail, il ruolo del punto vendita fisico

Tra le tante accelerazioni a cui stiamo assistendo, ce n’è una che merita un approfondimento. A due anni dal debutto di AmazonGo negli Usa, i supermercati senza casse e cassieri stanno tornando sotto le luci dei riflettori. La ragione (quella di anticipare lo sbarco anche in Europa) non è solo ti ordine tattico. Per molte insegne e catene (da Tesco in Gran Bretagna a Conad in Italia), che hanno avviato più di una sperimentazione, si tratta di una scelta strategica. Il retail è destinato a essere (non diventare) sempre più multicanale. L’omnicanalità non è più solo una faccenda che riguarda i vendor

I negozi senza casse e cassieri

I nuovi “cashierless” sono oggetto di sperimentazione concreta, ancor più dopo che la stessa Amazon (a seguito dell’espansione del format Go, che attualmente conta 13 negozi negli Usa e punta a raggiungere quota 3mila nel 2021) ha venduto in franchising la sua tecnologia legata al sistema denominato “sistema Just Walk Out” che funziona sulla sulla piattaforma di cloud computing del colosso di Jeff Bezos. A dirla tutta, anche in Italia (fin dal 2017) è stata creata una tecnologia di questo tipo: la Checkout Technologies, che nello scorso mese di maggio è stata ceduta agli americani.

A due anni dal debutto di AmazonGo negli Usa, il retail senza casse e cassieri sta tornando sotto le luci dei riflettori
A due anni dal debutto di AmazonGo negli Usa, i supermercati senza casse e cassieri stanno tornando sotto le luci dei riflettori

Tecnologia e innovazione: da AmazonGo ad altri progetti pilota

Insomma, sulla scorta di AmazonGo (e dei supermarket senza cassieri e casse, ma con tornelli, sensori, telecamere, e usando la app da scaricare per creare un conto utilizzando lo smartphone sia per identificarsi sia per ricevere il conto da pagare) le grandi manovre sono cominciate sul Vecchio Continente. In Gran Bretagna il principale retailer Tesco (2mila punti vendita in tutto il mondo) ha siglato una partnership con Trigo Vision, società israeliana che ha sviluppato un sistema basato su videocamera e software simile a quello di Amazon Go. Trigo Vision che dal 2018 collabora già con il network israeliano Shufersal: entro il 2025, 300 suoi store dovrebbero incorporare la tecnologia senza cassiere. Un progetto pilota di testing è attivo a Tel Aviv e si tratta di un sistema camera-and-software che addebita in automatico ai clienti i prodotti nel loro carrello, contribuendo a fornire un’esperienza di checkout senza interruzioni e senza inutili file alla cassa. 

Le scelte francesi

I francesi di Carrefour hanno fatto le cose in casa puntando sulla startup Qopius per avviare un progetto per il riconoscimento automatico di prodotti sugli scaffali, seguendo un iter operativo però differente da AmazonGo. Di contro i cugini (sempre francesi) di Auchan, che in Italia hanno ceduto a Conad gli ipermercati, i supermercati e i negozi a marchio Auchan e Simply) nel 2018 aveva lanciato Auchan Speedy, un servizio di “salta-cassa”, sfruttando un’apposita app su smartphone, che è stata attivata in 50 store.

Retail: l’esperienza italiana “cashierless”

In Italia, anche Conad sta muovendo le sue pedine sulla scacchiera, avendo scelto come partner Tracxpoint. In particolare, Conad del Tirreno (una delle cooperative aderenti al gruppo) aveva comunicato che dal 2019, avrebbe cominciato a introdurre nei suoi punti vendita uno speciale carrello della spesa di ultima generazione collegato all’intelligenza artificiale, che sfrutta telecamere on-cart abbinate a sensori di peso integrati e a potenti Gpu (processori visivi). L’AiC (Artificial Intelligence Cart, carrello della spesa dotato di intelligenza artificiale) identifica così ogni articolo aggiunto e tolto dal carrello, elaborando automaticamente le transazioni e il pagamento al momento di lasciare il negozio. Insomma, i progetti stanno prendendo quota e corpo. Di più: sono destinati a trovare una piena attuazione in una prospettiva più prossima rispetto a quanto (forse) da molti ipotizzato. I consumatori hanno dimostrato grande sensibilità e rapidità di adattamento alle innovazioni. Senza distinzione di età. Meglio non farsi trovare impreparati.

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