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Vision 2030: Ettore Nicoletto chiama a raccolta il mondo del vino italiano

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Il vino italiano si interroga, guardando al futuro. Con un orizzonte ben definito in mente: il 2030. Merito di un manager di primo piano nel settore, Ettore Nicoletto, oggi ad di Bertani Domains e in precedenza con un lungo passato alla guida di Santa Margherita Gruppo Vinicolo e altre realtà di spicco del comparto, che chiama tutti a raccolta. Lo fa attraverso il lancio di una nuova rubrica sui social media, con la quale mira a coinvolgere e stimolare imprenditori e dirigenti del vino del Bel Paese nella costruzione di una vision condivisa capace di accompagnare lo sviluppo del settore vitivinicolo made in Italy nel prossimo decennio. 

Il futuro del vino italiano è oggi

“… e poi c’è l’oggi. Un presente che ci obbliga a pianificare perfettamente l’azione imprenditoriale, a non lasciare più nulla al caso o al pensare che qualche buona relazione è sufficiente a rendere le imprese del vino più competitive. Ed è oggi che dobbiamo essere in grado di gestire perfettamente il presente ma guardando verso un orizzonte più lontano. Solo chi riuscirà a guardare oltre potrà avere un futuro”. Parte da questa specifica riflessione l’iniziativa firmata da Nicoletto. “Quante volte abbiamo detto che c’era la necessità di un Piano a lungo termine per il vino italiano?”, prosegue l’ad di Bertani Domains. “Quante volte abbiamo atteso dalle istituzioni una programmazione di lunga gittata per lo sviluppo del sistema vino Italia? Non abbiamo mai visto la nascita di tutto questo e la ragione è molto semplice: eravamo noi, imprenditori e manager del vino italiani a doverlo fare”. Ecco, così, la chiamata alle armi, che punta a coinvolgere imprenditori e operatori del vino. 

“È oggi che dobbiamo essere in grado di gestire perfettamente il presente ma guardando verso un orizzonte più lontano. Solo chi riuscirà a guardare oltre potrà avere un futuro”, spiega Ettore Nicoletto
“È oggi che dobbiamo essere in grado di gestire perfettamente il presente ma guardando verso un orizzonte più lontano. Solo chi riuscirà a guardare oltre potrà avere un futuro”, sottolinea Nicoletto

L’idea di Ettore Nicoletto per il prossimo decennio

Un Piano concreto di sviluppo per il vino italiano, che non ha però la presunzione di sostituirsi al lavoro fatto da istituzioni o organizzazioni professionali. Questo l'obiettivo di Nicoletto.
Un Piano concreto di sviluppo per il vino italiano, che non ha però la presunzione di sostituirsi al lavoro fatto da istituzioni o organizzazioni professionali. Questo l’obiettivo della chiamata alle armi firmata da Nicoletto

Un Piano concreto di sviluppo per il vino italiano, che non ha però la presunzione di sostituirsi al lavoro fatto da istituzioni o organizzazioni professionali. E neppure intende proporre ricette miracolistiche. L’idea lanciato da Nicoletto mira piuttosto a una condivisione di idee, di progetti, di esperienze. “E su questo fronte ritengo che nessuno meglio di noi, che quotidianamente viviamo le imprese e i mercati, sia in grado di scrivere un percorso credibile per rendere sempre più competitivo il sistema vino Italia”, sottolinea il manager rivolgendosi alla ricca platea di imprenditori e operatori italiani del settore. “Oggi, forse ancor più che nel passato”, aggiunge, “siamo obbligati a guardare lontano, a non fermarci all’orizzonte limitato dell’oggi. Dobbiamo insieme costruire la Vision per il vino italiano del prossimo decennio. Un decennio che sarà quanto mai strategico per il nostro settore, per le nostre imprese, che già da alcuni anni sono coinvolte in uno straordinario processo di evoluzione imprenditoriale e manageriale. E le sfide attuali ci stanno obbligando ad una ulteriore accelerazione in tal senso con l’obiettivo di costruire un modello imprenditoriale e manageriale sempre più evoluto, competitivo, al passo dei tempi”.

I social come luogo di confronto tra manager 

Da questi presupposti nasce la pianificazione di una serie d’interventi su quelle che oggi si possono ritenere le tematiche più importanti per il settore vitivinicolo. Da osservare prendendo quale inedita prospettiva il cuore pulsante della gestione di un’impresa del comparto, il luogo dove si osservano gli scenari, si confrontano le soluzioni, si scelgono le strategie, si monitorano i risultati. Quello a cui verrà dato vita sarà un flusso di riflessioni e conversazioni strategiche, che – divulgate attraverso i social – affronteranno tematiche diverse, a partire da futuro del vino italiano, promozione e riconoscibilità del prodotto made in Italy.

Quello a cui verrà dato vita sarà un flusso di riflessioni e conversazioni strategiche, che – divulgate attraverso i social – affronteranno tematiche diverse, a partire da futuro del vino italiano, promozione e riconoscibilità del prodotto made in Italy.
Quello a cui verrà dato vita sarà un flusso di riflessioni e conversazioni strategiche, che – divulgate attraverso i social – affronteranno tematiche diverse, a partire da futuro del vino italiano, promozione e riconoscibilità del prodotto made in Italy.

Domani, promozione, riconoscibilità del vino italiano: i topic da cui partire

Il futuro del vino italiano possiamo scriverlo solo noi. È questo il pensiero dell’ad di Bertani Domains. “Non possiamo demandare a nessun Governo, nemmeno al migliore possibile, gli indirizzi, i programmi sui quali pianificare il futuro del nostro settore. Lo possono fare solo le imprese”, spiega Nicoletto. “Ma per farlo ci servono visioni, una capacità di lettura del presente ma anche del futuro”. Simile il discorso sul tema promozione del vino tricolore. “Non è una cabina di regia la soluzione, ma la capacità di scrivere in maniera indelebile i fattori identitari più autentici del vino italiano. Tutti siamo coscienti del valore del brand made in Italy ma è giunto il momento di capitalizzare al meglio tutti questi valori che sono purtroppo ancora oggi una potenzialità per troppi aspetti inespressa. Ma per farlo dobbiamo riuscire a scrivere i contenuti prima dei contenitori”. Una riflessione che conduce al principio della riconoscibilità del grande mosaico del vino italiano. “Nel mondo attualmente vi sono circa 100mila aziende vinificatrici e molte di esse operano sui mercati di tutto il mondo”, evidenzia Nicoletto. “Parliamo di milioni di etichette e di migliaia di denominazioni, di territori produttivi. Il vino rappresenta il prodotto agroalimentare che ‘subisce’ il maggior numero di transazioni commerciali a livello mondiale. Come può un’impresa oggi rendersi riconoscibile in una babele enologica così vasta e polverizzata?”.

L’appello di Nicoletto

“L’auspicio”, conclude il manager, “è che possa nascere un ‘campo neutro’ sul quale condividere tutte le riflessioni e le idee che sono convinto emergeranno da imprenditori e manager illuminati e coraggiosi. Un campo neutro dove sia garantita libertà di pensiero, al di fuori di interessi aziendali e all’insegna dell’operatività. L’ideale sarebbe un’entità, una società di ricerca capace di fornire tutti le informazioni più dettagliate e aggiornate sui mercati del vino e che noi manager e imprenditori potremo così tradurre in azioni e strategie”. Le candidature sono aperte per chi vorrà cogliere la sfida del domani.

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