Il Lambrusco fa squadra. E punta a una storica unione lungo la via Emilia. Per far nascere un grande Consorzio di Tutela del Lambrusco Doc: uno e non più trino. L’iniziale, fondamentale e decisiva tappa del percorso che porterà alla nascita del nuovo ente consortile è stata completata nei giorni scorsi. Per la precisione, è giovedì 25 giugno che è avvenuta la posa della prima pietra della nuova costruzione, pronta a far sorgere un solo grande Consorzio, tra Modena e Reggio Emilia, in grado di rappresentare e valorizzare le tante Denominazioni di origine di uno dei più popolari e famosi vini italiani nel mondo. E così, all’unanimità, i Cda del Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena, del Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa e del Consorzio di Tutela Vini del Reno Doc, i tre veri protagonisti della vicenda, hanno espresso parere favorevole alla fusione per incorporazione, a partire dal prossimo anno, per la nascita del Consorzio Tutela Lambrusco.
Lambrusco revolution
“Il Lambrusco è indubbiamente, nei numeri, uno dei vini immagine dell’Italia. È un grande universo rappresentato da differenti vitigni, territori e colori. Questa diversità, che ci contraddistingue e rappresenta, dobbiamo trasformarla anche in una grande ricchezza per tutti i produttori che contribuiscono a renderla viva ogni giorno”. Sono queste le parole con cui Giacomo Savorini, direttore dei Consorzi che oggi tutelano il vino lambrusco, commenta la decisione presa dai tre enti. “Penso che questo primo passo verso un unico soggetto consortile a tutela del Lambrusco a Denominazione di origine controllata ci consenta di poter raggiungere, finalmente, l’obiettivo di poterci rivolgere, agli occhi del consumatore finale, in modo coeso e uniforme, valorizzando ancora meglio le singole ricchezze delle diverse Denominazioni”.

Andare oltre i campanilismi
Il prossimo step vedrà la parola passare ai singoli produttori soci dei Consorzi, che si riuniranno in altrettante assemblee al fine di dire la loro. “Vogliamo andare oltre i singoli campanilismi territoriali che hanno segnato la storia del passato”, evidenzia Davide Frascari, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa. “Ora devono essere messi da parte per lasciar spazio ed un’unione di intenti che consentirà a tutte le denominazioni del Lambrusco trarne grande beneficio”. Claudio Biondi, presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena, a proposito dell’operazione che ha preso il via, precisa: “Non si tratta di un’operazione che intende perseguire un risparmio di costi. La fusione per incorporazione avviene tra soggetti che già da alcuni anni hanno messo a fattor comune, condividendoli, tutti i rispetti servizi amministrativi, tecnici e direzionali. Ora si tratta, invece, di fare un ulteriore passo in avanti, per condividere altri fattori, a partire dalle strategie di comunicazione ed a progetti di promozione internazionale”.

Il futuro è un’unica lingua del Lambrusco
Il futuro nuovo Consorzio Tutela Lambrusco rappresenterà circa 1,3 milioni di quintali d’uva, per la stragrande maggioranza di Lambrusco, anche se includerà altri vitigni. Se da una parte rimarrà l’assoluta indipendenza decisionale delle singole Denominazioni rappresentate dal nuovo ente, dall’altro ci sarà una stretta collaborazione con il Consorzio Tutela Emilia, associazione interprofessionale che tutela e valorizza l’Igp Emilia o dell’Emilia. “I tanti territori del Lambrusco e i vari anelli che compongono questa articolata filiera riusciranno attraverso questo nuovo Consorzio a condividere molte attività promozionali che ci consentiranno di valorizzare le nostre Denominazioni sia in Italia sia nel mondo”, spiega Ivan Bortot, presidente del Consorzio di Tutela Vini del Reno Doc. “È un’operazione che guarda al futuro, a quando parleremo tutti l’unica lingua del Lambrusco”. Ora, come detto, la palla passa ai consociati. Per i prossimi due mesi, a tutti sarà data l’opportunità d’interrogare i relativi consorzi in merito alla fusione per incorporazione. A settembre, poi, in agenda la convocazione di un’assemblea plenaria sovrana che dovrà definitivamente dirimere sul prosieguo dell’operazione. Che sia un’estate di rinascita e nuovi orizzonti per il mondo del Lambrusco?