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Dove osano le aquile: Sagrantino e Pinot Nero si sfidano ad alta quota

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È una sfida tra pesi massimi del vino italiano quello che andrà in scena il prossimo 9 luglio. A confrontarsi, l’umbro Sagrantino e l’altoatesino Pinot Nero. In un faccia a faccia unico nel suo genere, in programma (a partire dalle ore 19.30) all’interno di un teatro da sogno: la tenuta Barthenau, nel cuore dell’altopiano di Mazon. Protagonisti dell’inedito parallelo: il “Re del Sagrantino”, Marco Caprai, e il “Re del Pinot Nero”, Martin Foradori Hofstätter. Un’amichevole disfida, a colpi di degustazioni alla cieca e di chicche, che per questa occasione straordinaria usciranno dalle cantine personali dei due produttori.

L’Umbria sbarca in Alto Adige: Marco Caprai fa visita al “Re del Pinot Nero”, Martin Foradori Hofstätter

Il deus ex machina dell’umbra azienda agricola Arnaldo Caprai di Montefalco e il rappresentante della quarta generazione alla guida dell’altoatesina tenuta di Tramin – Termeno hanno deciso di mettere a confronto territori, tecniche di vinificazione, vitigni autoctoni e filosofie aziendali in una serata dedicata a sommelier, appassionati e addetti ai lavori. A tirare le file e moderare l’insolito appuntamento –  aperto al pubblico, con ingresso gratuito, su prenotazione (scrivere per disponibilità a enoteca@hofstatter.com) – il sommelier e wine writer Raffaele Fischetti, che dirigerà i lavori, garantendo l’imparzialità del raffronto sul campo tutt’altro che neutrale della tenuta Barthenau, tra le vigne di Pinot Nero di casa Hofstätter.

Campo di gara della sfida tra i due pesi massimi del vino italiano, la tenuta Barthenau, nel cuore dell’altopiano di Mazon, tra le vigne di Pinot Nero di casa Hofstätter
Campo di gara della sfida tra i due pesi massimi del vino italiano, la tenuta Barthenau, nel cuore dell’altopiano di Mazon, tra le vigne di Pinot Nero di casa Hofstätter

Un prologo da sogno: assi a confronto sul Pinot Nero 2016

Proprio l’esigente vitigno a bacca rossa sarà il fulcro di questo match “alla cieca”: se Hofstätter è pronto a calare il suo asso con il Barthenau Vigna S.Urbano Pinot Nero, Caprai risponderà nel calice con il suo Malcompare, 100% Pinot Nero della Linea Signature, uno dei vini nati con la collaborazione, nel 2015, con Michel Rolland ed espressione di una continua tensione alla sperimentazione e innovazione che fonda le sue basi su un profondo e instancabile lavoro di ricerca e valorizzazione del terroir. L’annata sarà per entrambi la 2016, che ha segnato punte di eccellenza per entrambe le aree viticole.

Marco Caprai, il “Re del Sagrantino”
Marco Caprai, il “Re del Sagrantino”

Il Sauvignon e le sue declinazioni

Ma il Pinot Nero sarà solo il prologo della partita. Sempre “blind” anche il confronto sulle due declinazioni di Sauvignon. La freschezza e l’intensità sono quelle dei saliscendi di Montefalco per il Sauvignon di Caprai e quelle delle vigne di alta montagna per l’Oberkerschbaum Sauvignon di Hofstätter, che nasce da una particella dell’omonimo maso a Pochi di Salorno, tra 750 e 800 metri sul livello del mare. L’annata è la 2018, con la sua estate calda e secca che ha portato a una maturazione anticipata e a una conseguente vendemmia impegnativa che ha però saputo ripagare gli sforzi.

Bianchi fuori dal coro

Per i bianchi, ma in questo caso non alla cieca, un’etichetta personalissima per Hofstätter, che apre le porte della sua cantina privata con un Gewürztraminer affinato in anfora, frutto di un esperimento di oltre 10 anni fa e mai messo in commercio. Caprai, però, non sarà da meno e si prepara a stupire con la Cuvée Secrète, il bianco punta di diamante dell’azienda, un blend delle varietà (segrete appunto) che ogni anno si esprimono al meglio e frutto di un affinamento di sei mesi in barrique di rovere francese.

Martin Foradori Hofstätter, il “Re del Pinot Nero”
Martin Foradori Hofstätter, il “Re del Pinot Nero”

Non solo Pinot Nero: il gran finale, con i rossi autoctoni 

Gran finale con il ritorno ai rossi non alla cieca. I due produttori, da sempre impegnati nell’identificare le loro aziende con i rispettivi territori, hanno scelto di puntare i riflettori sulle etichette che meglio raccontano le radici della loro viticoltura: la scelta sull’angolo altoatesino è il Vigna Steinraffler Lagrein, l’autoctono di Hofstätter, mentre quella di Caprai è inevitabilmente il Sagrantino di Montefalco, varietà che ricama da oltre 400 anni le dolci colline della località umbra e di cui a questa cantina va il merito di averla recuperata e portata a un nuovo rinascimento. Per l’occasione, a venire degustato ancor un frutto della Linea Signature: l’acclamato (quanto ricercatissimo), Spinning Beauty. Un finale da fuochi d’artificio, per una sfida che si annuncia esplosiva come poche.

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