Lo avevamo segnalato al momento del varo del decreto, ora arriva anche l’allerta da parte di Cia – Agricoltori Italiani: nelle pieghe del Dl Semplificazioni una norma pone seriamente a rischio Doc e Docg. Con un intervento sulla legge 238/2016, l’esecutivo ha infatti deciso di sciogliere alcune briglie, mettendo in campo quattro nuove disposizioni che coinvolgono il mondo vinicolo e la produzione enologica italiana. L’ultima delle quali coinvolge proprio le classificazioni di mosti e vino Doc o Docg. Il Dl Semplificazione ne permette, infatti, l’imbottigliamento anche al di fuori della zona geografica di pertinenza. La condizione? Qualora vi sia una dichiarazione di calamità naturale, subentrino cause di forza maggiore che non permettono di osservare il disciplinare di produzione, o vengano adottate misure sanitarie. “Una norma sproporzionata”, tuona Cia – Agricoltori Italiani. “Mentre i disciplinari di produzione per quanto riguarda i vincoli delle aree geografiche, andrebbero blindati a tutela della qualità”.
Cia – Agricoltori Italiani: “Una norma in contrasto con i regolamenti europei”

Oggetto del contendere è l’articolo 43, comma 3, del Dl Semplificazioni al vaglio in Senato. Per cui Cia – Agricoltori Italiani domanda con immediatezza un intervento risolutivo in sede di conversione della legge. Un “pasticciaccio brutto”, per citare Carlo Emilio Gadda. Su cui una delle maggiori organizzazioni di categoria d’Europa, con i suoi 900mila iscritti in Italia, non intende abbassare la guardia. Tanto da aver prontamente sollecitato il Governo affinché, da qui al relativo iter parlamentare, si limiti il danno sul mercato di tale norma che è di fatto valida dal 16 luglio scorso. “È in assoluto contrasto con i regolamenti europei e con l’operato dell’Italia a salvaguardia dei vini d’origine”, si spiega in una nota ufficiale di Cia – Agricoltori Italiani. “È inammissibile una deroga ai disciplinari perché tende a legittimare pratiche sleali combattute da sempre e arginate con grande impegno. Si rischia, inoltre, di compromettere irreparabilmente il valore delle produzioni territoriali e di snaturare caratteristiche che fanno del vino regionale made in Italy, un modello nel mondo”.
La denuncia della Lega: “400 vini, tra Doc e Docg, a rischio falsificazione”

A dare manforte alle rivendicazioni di Cia – Agricoltori Italiani, i senatori Gian Marco Centinaio, già numero uno del Mipaaf nel Governo Conte I tra il 2018 e il 2019 e attuale responsabile dipartimento agricoltura della Lega, e Giorgio Maria Bergesio, capogruppo Lega in commissione agricoltura del Senato. In una nota congiunta i due esponenti leghisti denunciano: “Il governo, con il suo decreto che a questo punto sarebbe più corretto ribattezzare ‘complicazioni’ si appresta a spazzare via oltre 400 vini, tra Doc e Docg. Consentendo l’imbottigliamento ovunque di vino come il Barolo, si dà vero e proprio colpo di spugna a un’eccellenza italiana che rischia così di essere livellata verso il basso ed esposta alla falsificazione del made in Italy, fenomeno che ogni anno produce 100 miliardi di euro di fatturato, sottraendolo alle aziende agroalimentari del nostro paese. Presenteremo in Senato una serie di emendamenti soppressivi contro un provvedimento che rivela indifferenza verso le sorti della produzione vinicola, già duramente penalizzata dai mesi di lockdown e impreparazione sulla materia. Faremo di tutto per evitare che nelle tavole degli italiani possano presto arrivare improbabili miscugli di uve, prodotti chissà dove e chissà come, magari ribattezzati Prosecco o Barolo”.
La replica del Mipaaf: “Nessun liberi tutti o smantellamento del sistema delle Doc”

Immediata è giunta la replica da parte di via XX Settembre, con il Mipaaf che in una nota ufficiale sottolinea come non ci sia nessun cedimento alla tutela della qualità del vino italiano o via libera indiscriminato a imbottigliamento fuori zona. “Il principio della deroga, peraltro, è già contenuto nell’art. 38 della predetta legge 238/16 ‘testo unico del vino’ […]. Con l’introduzione della specificazione che le deroghe possono riguardare anche l’imbottigliamento, la legislazione nazionale si premunisce di uno strumento emergenziale, specie in caso di futuri lockdown che, si ribadisce, ci si augura mai debba essere applicato. In ogni caso, nell’infausta previsione che la norma sia necessaria, il Ministero dovrà puntualmente accertare il verificarsi di entrambe le condizioni suddette, consentendo eccezionalmente la procedura in deroga soggetta a verifica e ad autorizzazione ministeriale”. L’Icqrf, ente preposto ai controlli, dal canto suo comunica che la norma sarà, come di consueto accade, oggetto di specifica, imminente circolare da parte del Ministero: nessun “liberi tutti” o “smantellamento del sistema delle Doc”, quindi, ma il prudente premunirsi per future emergenze. Rassicurazioni che dovrebbero bastare. Ma resta l’incognita di cosa sia da considerarsi emergenza e cosa no. Un dettaglio non secondario in un Paese dove la saggezza popolare è solita ammonirci che: “Fatta la legge, trovato l’inganno”.