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Sguardo al bicchiere mezzo pieno del primo semestre: Gdo e online tengono a galla il vino italiano

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Primo semestre: il vino tira una riga. E il consuntivo sul mercato nazionale parla chiaro: i primi sei mesi del 2020 hanno ridisegnato la mappa degli acquisti per il settore. Inevitabile fosse così, a fronte dello stop forzato dell’Horeca e l’effetto pandemia nei consumi fuori casa, che ancora stentano. Ma cosa dicono i numeri? Lo spiega un’analisi promossa da Nomisma Wine Monitor

Il primo semestre 2020 ridisegna la mappa delle vendite

Al giro di boa del primo semestre 2020, le cifre rivelano in tutta la sua portata lo “spostamento” consistente subito dagli acquisti di vino verso il mondo Gdo e l’online. I due canali, infatti, hanno fatto rispettivamente segnare crescite del 9% e 102% sullo stesso periodo dello scorso anno. Ovviamente, si fa riferimento a diversi (e distanti) volumi movimentati. E nel panorama nazionale dei consumi di vino, rimangono crescite il cui “peso” relativo va giustamente contestualizzato: basti infatti pensare che il rapporto a valori nelle vendite di vino tra e-commerce e Grande Distribuzione è ancora di 1 a 16.

Incremento del 102% nel primo semestre per le vendite di vino attraverso l'e-commerce, ma il rapporto a valori con la Gdo resta 1 a 16
Incremento del 102% nel primo semestre per le vendite di vino attraverso l’e-commerce, ma il rapporto a valori con la Gdo resta 1 a 16

Online sugli scudi

Eppur l’online si muove. Al di là di quelle che possano essere le nette differenze a volume con la Gdo, all’interno del mondo vino in tanti si sono accorti in questi ultimi mesi della forza dell’e-commerce. A partire proprio dagli operatori del largo consumo. Secondo una stima Nomisma Wine Monitor – Nielsen, infatti, nel primo semestre 2020 le vendite online di vino dei retailer sono aumentate del 147%. In crescita ovviamente anche i player specializzati: ma per loro l’incremento si è arrestato a un +95%, sebbene occorre dire che siano stati responsabili dell’83% delle vendite e-commerce di settore in Italia (sempre a valori). “L’accelerazione impressa dalla pandemia nello sviluppo dell’online per le vendite di vino è innegabile”, spiega Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor. “Anche nei prossimi mesi si assisterà a un consolidamento di tale canale, obbligando così i produttori a una maggior attenzione verso le nuove modalità di vendita”. Gli fa eco Stefano Cini, consumer intelligence and e-commerce leader di Nielsen Connect Italia: “L’e-commerce si sta affermando come uno dei canali più prospettici per molte (ma non tutte) categorie di prodotti del Largo Consumo. Il vino è senza dubbio una di queste. Le sue vendite online mostrano un trend di crescita esponenziale che – con la pandemia da Covid-19 – si è consolidato ancora di più”.

La crescita dell'online nel primo semestre 2020
(Fonte: Nomisma Wine Monitor - Nielsen)
La crescita dell’online nel primo semestre 2020
(Fonte: Nomisma Wine Monitor – Nielsen)

Libero servizio in crescita anche post-lockdown

È tutto il libero servizio (compresi i discount) ad aver segnato performance positive sul semestre in tema di vendite di vino. E non ha arrestato la sua crescita anche dopo lo stop del lockdown. Secondo i dati Nielsen, le vendite intercorrenti le otto settimane tra il 9 marzo e il 3 maggio sono aumentate del 6,7% a valori e del 9,7% a volumi, evidenziando un calo del prezzo medio di quasi il 3%. Nelle otto settimane successive (fino al 28 giugno, e quindi in periodo di post-lockdown), le vendite sono cresciute del 16,2% a valori e del 12,9% a volumi, mostrando all’opposto un aumento nei prezzi medi del 3%. Ovviamente questo trend si è manifestato in maniera differente per le diverse categorie. 

I trend per categorie del primo semestre

I trend per categoria nel primo semestre di  Iper+Super+Lsp+Discount
(Fonte: Nomisma Wine Monitor - Nielsen)
I trend per categoria nel primo semestre di Iper+Super+Lsp+Discount
(Fonte: Nomisma Wine Monitor – Nielsen)

Focalizzando l’attenzione sulle otto settimane del lockdown, la preferenza degli italiani si è rivolta principalmente verso i vini fermi e frizzanti (+12,5% a valori rispetto allo stesso periodo 2019) e, all’interno della tipologia, verso i rossi (+14,9%). Al contrario, gli acquisti di spumanti (compreso lo Champagne) si sono ridotti – sempre a valori – del 19%, complice anche una Pasqua festeggiata all’interno della ristretta cerchia di conviventi tra le stesse mura domestiche. Nelle otto settimane successive, poi, il trend delle vendite è risultato positivo per entrambe le categorie, ma con gli spumanti in grande “spolvero”: mentre le vendite di vini fermi e frizzanti sono cresciute di un altro 13,9%, quelle di spumanti e Champagne hanno messo a segno un +27,5%, con in testa gli Charmat secchi a guidare il recupero con un +32,4%.

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