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Il Pignoletto sposa la Doc Emilia Romagna: matrimonio in esclusiva dal 2021

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È il vino simbolo capace di unire idealmente Emilia e Romagna. Merito di un territorio di produzione e imbottigliamento che si estende da Modena a Forlì. E che ora diventa emiliano-romagnolo anche nel nome: a disciplinare approvato, infatti, il Pignoletto diventerà l’unica tipologia della Doc Emilia Romagna, grazie alla condivisioni di obiettivi tra il Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna, Regione Emilia-Romagna e ministero delle Politiche Agricole.

Occhi puntati sulla seconda Denominazione dell’Emilia-Romagna

Con 14 milioni di bottiglie, la Doc Pignoletto è oggi la seconda Denominazione dell'Emilia-Romagna dopo il Lambrusco
Con 14 milioni di bottiglie, la Doc Pignoletto è oggi la seconda Denominazione dell’Emilia-Romagna dopo il Lambrusco

Il progetto sancisce la tutela europea di quella che, dopo il Lambrusco, è la seconda Denominazione enologica più importante della Regione. Una Doc che con 14 milioni di bottiglie rappresenta un’importantissima fonte di reddito per i viticoltori del territorio. E dal 2021, il nome Pignoletto parlerà ancora più del territorio in cui nasce: si affiancherà, infatti, in maniera esclusiva al riferimento geografico dell’Emilia-Romagna, una protezione comunitaria legata al territorio regionale che consentirà a questo vino di avere un riconoscimento ancora più importante sia a livello nazionale sia internazionale.

Docg Colli Bolognesi apice della piramide qualitativa

Il Pignoletto rappresenta il vino che negli ultimi anni ha registrato i trend più importanti di crescita a livello nazionale
Il Pignoletto rappresenta il vino che negli ultimi anni ha registrato i trend più importanti di crescita a livello nazionale

“Con il voto assembleare si definisce un percorso intrapreso da tempo con gli Enti preposti, che legittima e riconosce il vino che unisce l’Emilia alla Romagna, mantenendo inalterato il territorio, come oggi, a tutela dei suoi produttori. Il Pignoletto rappresenta il vino che negli ultimi anni ha registrato i trend più importanti di crescita a livello nazionale e che al momento, nonostante la pandemia, ha fatto registrare una crescita del 10% nelle vendite in Gdo nel primo semestre” sottolinea Carlo Piccinini, presidente del Consorzio Pignoletto Emilia-Romagna. Gli fa eco Giacomo Savorini, direttore dei Consorzi che oggi tutelano il vino Pignoletto, ossia quello del Pignoletto Emilia Romagna e quello dei Vini Colli Bolognesi: “Con questa proposta, all’apice della piramide qualitativa troveremo la Docg Colli Bolognesi Pignoletto, una Denominazione che include un territorio collinare molto ristretto posto a sud di Bologna, mentre la Doc Pignoletto diventerà Doc Emilia-Romagna e sarà riservata esclusivamente alla tipologia Pignoletto”. 

I diversi volti del Pignoletto: un’operazione che guarda al futuro

Il Pignoletto nasce da uve Grechetto Gentile, autoctono dell'area emiliano romagnola
Il Grechetto Gentile è uno dei più storici autoctoni dell’area emiliano romagnola

Nessun timore all’orizzonte in merito a possibili “diluizioni” territoriali: a seguito della decisione, infatti, l’areale di produzione ed imbottigliamento rimarrà lo stesso, ma in questo modo sarà offerta ai produttori la possibilità di comunicare ancora meglio la differenza di terroir tra Docg e Doc, mantenendo ed evidenziando le caratteristiche di ciascuna realtà in modo da valorizzare i pregi dell’una e dell’altra. “Siamo contenti che la sinergia tra Consorzi abbia portato il Pignoletto ad essere la seconda Denominazione dell’Emilia-Romagna”, commenta Ivan Bortot, vicepresidente del Consorzio Pignoletto Emilia Romagna. “Dobbiamo ora continuare a lavorare perché a tutti i viticoltori sia riconosciuta la redditività del lavoro che svolgono, dando la stessa dignità a produttori di collina e di pianura”. Parole che trovano l’approvazione anche dall’altro vice del Consorzio, Marco Nannetti, che aggiunge: “Il Pignoletto merita questo riconoscimento, il nome della regione a lui dedicato. È un’operazione che guarda al futuro, che riconosce alla Docg l’eccellenza produttiva e alla Doc Emilia-Romagna il compito di aprire nuovi mercati. Ringraziamo l’assessorato agricoltura regionale ed il ministero per l’impegno e per la disponibilità a mettere in gioco il nome della Regione per il vino Pignoletto. L’entusiasmo dovrà essere pari alla serietà che tutti gli attori del progetto dovranno mettere per far sì che questo prodotto meriti i palcoscenici più importanti dell’enologia internazionale”. Un augurio, quest’ultimo, che ci sentiamo di sottoscrivere anche noi.

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