“Settembre, andiamo. È tempo di migrare”. Poche cose quanto le parole del Vate riescono oggi a rendere al meglio il lento, ma inesorabile, ripopolarsi delle città dopo la prolungata pausa estiva. Perché lo scenario degli ultimi giorni tratteggia un ritorno a quella laboriosa frenesia che negli ultimi mesi si era completamente persa: le cause sono note a tutti. Ed allora settembre diviene inevitabilmente tempo di bilanci. E di auspici. Non previsioni di ripresa definitiva, perché il contesto resta per ora ancora troppo ineffabile e inafferrabile per poterne trarre una qualunque somma o sintesi. E anche solo azzardare un pronostico è tutt’altro che operazione semplice. Ma esistono spunti su cui cominciare a riflettere: input che non risolvono la complessità del puzzle 2020, ma aiutano a identificare una prima visuale prospettica dell’immagine che si andrà a comporre da qui a fine anno. Questo uno dei contributi che ha voluto fornire l’Osservatorio Signorvino con il suo ultimo studio dedicato ai trend dei consumi post Covid-19.
Agroalimentare e vino cardini della ripresa

La ripresa ha avuto nei consumi dei comparti agroalimentare e vinicolo due dei suoi cardini, sottolinea il report Signorvino. Un monitoraggio che ha posato il proprio sguardo sul consumatore finale, attraverso in primis un sempre più ramificato presidio del territorio italiano da parte della catena, ma soprattutto un’attenta analisi dei dati forniti dal sistema di crm e il feedback diretto degli store manager degli attuali 18 punti vendita dell’insegna, con l’ultimissima apertura di Parma dello scorso luglio che ha ulteriormente arricchito il paniere da cui poter trarre informazioni di prima mano. Cosa rende ulteriormente interessante le considerazioni è un campo di studio che fa riferimento a un giro d’affari complessivo di gruppo da oltre 31 milioni di euro. Ma non solo: anche alle più di 1.500 etichette presenti negli store da oltre 250 fornitori e al quasi milione di bottiglie vendute ogni anno che consentono di dare indicazioni sul valore e sul volume delle Denominazioni maggiormente vendute, rappresentando compiutamente le preferenze espresse (da Merano a Castel Romano, passando per grandi metropoli, mete turistiche, location strategiche per flusso e passaggio) dal consumatore e profilando diversi target con le relative abitudini.
Ristorazione: una ripresa che ha dovuto carburare

Cosa ha raccontato questa lunga e calda estate italiana rispetto ad acquisti e consumi di vino nel sempre più rilevante canale retail extra Gdo? Quali i trend e i mutamenti nello stile di vita dei consumatori che possono essere esplicitati al termine del primo atto della ripresa? La narrazione che delinea l’Osservatorio Signorvino è quello che trae ispirazione da chi è stato tra i primi a chiudere, ma al contempo tra i primi a riaprire, fin dal 17 maggio. Con la ricerca che, a far data dal giorno della ripresa, si è concentrata sul periodo estivo, andando ad analizzare i trend di vendita in comparazione con il quadro del medesimo intervallo di un anno fa, con focus sui macro-dati di andamento per ogni categoria. Ed ecco che, dopo la riapertura, i consumi take away hanno segnato un prevedibile calo del -48% rispetto ai numeri degli scorsi 12 mesi, per poi crescere del +3% nel mese di giugno e del +6% nel mese di luglio, fino a raggiungere la doppia cifra di sviluppo nelle vendite ad agosto.
Retail: rossi leggeri sugli scudi, la quotidianità impone il ritmo alla ripresa

Volgendo lo sguardo al prodotto, i dati relativi alla declinazione retail di Signorvino raccontano che la categoria a crescere di più in assoluto è rappresentata dai vini rossi leggeri, quelli che si collocano in termini di grado alcool all’interno dell’intervallo tra i 12 e i 13% Vol: l’incremento registrato è stato di un +5% (incidenza a valore), con il dato che raggiunge il +8% se si focalizza l’attenzione sulla sola fascia prezzo della convenienza, interpreta da Signorvino come quella che si attesta sotto i 19,90 euro. Nella Top 10 dei vini più venduti, poi, il Lambrusco si guadagna il posto a discapito del Chianti Classico. Mentre i pezzi per scontrino segnano una crescita da 2,4 a 3 rispetto al 2019: un segnale che indica in maniera inequivocabile che il consumatore ha prediletto fare scorta di vini convenienti per il consumo quotidiano e non acquistare le bottiglie esclusivamente in vista di grandi occasioni.
La novità dell’e-commerce: quando la bollicina è ultra premium

Arriva, infine, la novità dell’e-commerce, dopo l’inaugurazione dello store digitale Signorvino lo scorso 28 maggio. A imporsi come categoria alto vendente sulla piattaforma di vendita online dell’enocatena sono le bollicine, in primis nella fascia ultra premium che valica la soglia di prezzo dei 99 euro. E se nel retail lo spumante premium più acquistato si conferma saldamente il Franciacorta, online i gusti mutano e si indirizzano piuttosto verso il Trento Doc e l’Alta Langa. Da un punto di vista strettamente analitico, i numeri poi indicano che lo scontrino medio online si posiziona saldamente sopra i 100 euro, a fronte di 9,20 pezzi per spesa effettuata. A prescindere dalla categoria, infine, la fascia prezzo più quotata rimane quella sotto i 19,90 euro, dove si osserva la tendenza dell’acquisto a cartone, così da sfruttare la convenienza della consegna gratuita. Uno spaccato d’Italia, dunque, questo dell’Osservatorio Signorvino. Per un’immagine che non esaurisce l’analisi dei consumi, ma sicuramente regala una fotografia ben chiara di come il consumatore si sia mosso negli ultimi mesi. Un punto di avvio, in attesa che a questi primi passi faccia seguito un’andatura ben più sostenuta nei prossimi mesi che ci separano dalla chiusura di questo complicato e inatteso 2020.