“L’unica gioia al mondo è cominciare. È bello vivere perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante”. Le parole di Cesare Pavese ci aiutano a descrivere le sensazioni lasciateci dalla lunga giornata passata in compagnia della famiglia Pasqua, lo scorso 8 settembre. Perché dopo mesi sfidanti che l’hanno vista governare i giorni di crisi e lockdown mettendo a frutto tutto il proprio capitale umano e aziendale, la cantina veronese oggi ha deciso di sciogliere nuovamente gli ormeggi, ripartendo all’insegna del modus operandi che tanto la identifica e ne ha plasmato l’identità di brand in questi ultimi anni. Ed allora, convocati per un’intima degustazione destinata più a svelare anticipazioni e prototipi che reali nuove uscite, prima che la giornata volgesse al termine, ci siamo ritrovati immersi nella magica atmosfera di una sala cinematografica, cui uno dei vigneti più pregiati del portfolio Pasqua – quello sui pendii del Monte Calvarina, le cui uve danno forma all’iconico SuperBianco Hey French – ha fatto da sfondo e spettacolare ambientazione. Un insieme di elementi che ha donato alla celebrazione della nuova vendemmia della cantina veronese un tocco glamour capace d’impreziosire, ma soprattutto che ha alleggerito le tensioni che sopraggiungono in prossimità del momento più cruciale dell’anno per un’azienda vitivinicola: ancora più, in questo strano 2020.

Un bilancio a cuore aperto

Sono Riccardo e Umberto Pasqua ad accoglierci in cantina. E che la giornata non sia come le altre risulta evidente fin da subito. È un intimo ritrovo, all’insegna delle consegne più stringenti sotto il profilo dell’attenzione e della sicurezza, quello che ci vede coinvolti: siamo, infatti, primi ospiti ad andare in visita in azienda dopo i mesi del lockdown e dell’emergenza. E l’appuntamento si configura fin da subito quale occasione privilegiata per tirare le somme di come la cantina veronese sia stata capace di navigare in mezzo alla tempesta di questo ultimo periodo. Con Riccardo Pasqua che sceglie di non tirarsi indietro davanti a nessuna domanda. “Siamo fieri di aver registrato zero casi di Covid-19 tra i nostri collaboratori, tanto in Italia, quanto all’estero”, esordisce il Ceo, raccontando di come, fin dall’inizio dell’emergenza, i colleghi della succursale cinese dell’azienda si siano mossi con tempestività per aiutare la casa madre a garantire la sicurezza di tutto il team e la possibilità di continuare a produrre a pieno regime. “Questo sforzo comune che ci ha visti tutti impegnati, ci ha permesso di proseguire nella nostra attività e chiudere i primi otto mesi dell’anno con performance che hanno garantito un cash flow tale da mantenere i livelli d’occupazione non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo, andando perfino a confermare con assunzioni stabili profili precedentemente in prova”. Tanto ha pesato, sotto questo punto di vista, un bilanciamento nel giro d’affari in cui l’80% rappresentato dal business retail ha permesso una gestione delle perdite occorse nei canali della ristorazione e del travel retail, con i duty free. “Guardiamo con forza, audacia e ottimismo all’ultimo trimestre che si apre”, spiega Riccardo Pasqua. “Tanto che abbiamo scelto di confermare gli investimenti, modulando quanto è venuto a mancare in tema di eventi sulle strategie digitali. Continuiamo così a veicolare il nostro messaggio di brand, portando sempre più il nome Pasqua ovunque nel mondo”. Quell’orizzonte internazionale che ha visto l’azienda veronese accelerare dappertutto nel suo presidio dell’ambito e-commerce: se il progetto dello store online italiano aveva già visto il suo via più di un anno fa, ora ne è stata ulteriormente implementata l’offerta. E anche sui mercati globali, a partire dalla Cina, la presenza digital delle etichette Pasqua è cresciuta. “Non abbiamo tuttavia dimenticato i nostri partner della ristorazione”, riprende Riccardo Pasqua. “Cui stiamo garantendo incentivi e condizioni di favore nei saldi tali da favorirne la ripartenza”. E sulle sfide dei prossimi mesi, chiosa: “Scampato il pericolo dazi negli Usa, ora ci attende un autunno caldo nel Regno Unito: ma, nonostante questo, restiamo fiduciosi, confidando in una chiusura d’anno all’insegna della positività”.
La sfida del SuperBianco Hey French prosegue: in arrivo la seconda edizione

Anticipazioni e prototipi sono, come accennato all’inizio, quanto ha scandito il momento di confronto della giornata legato più strettamente all’aspetto enologico. Nel corso di un faccia a faccia con Riccardo Pasqua e l’enologo Carlo Olivari, abbiamo avuto l’occasione di fare il punto su due progetti in particolare: il best seller Hey French e il rivoluzionario Brasa Coerta. Partenza con il provocativo SuperBianco firmato Pasqua, che ci è stato presentato nei suoi due volti: la prima edizione, oggi con un anno in più di cantina sulle spalle dopo la presentazione del Vinitaly di 12 mesi fa, e il blend ancora in fase di affinamento e “lavorazione”, che verrà pronto solo nei primi mesi del 2021. A mutare è un’annata, che separa la versione numero uno da quella che le succederà: in sostituzione del 2013, il millesimo 2018 andrà ad affiancarsi a 2015, 2016 e 2017. Immutato resta il carattere e le ambizioni di un’etichetta che nasce nel cru del vigneto Pasqua sui pendii del Monte Calvarina e punta a entrare in competizioni coi grandi bianchi del mondo, cui è ispirato. “Sono state circa 15mila le bottiglie prodotte della prima edizione di Hey French: per la seconda saranno qualcuna in più, visto lo straordinario successo riscontrato da questo vino così particolare”, spiega Riccardo Pasqua. “Abbiamo lavorato per dare vita a un’etichetta che possa essere dimenticata in cantina e l’evoluzione cui stiamo assistendo ci conforta molto a tal proposito”, gli fa eco la mano dietro la bottiglia, l’enologo Carlo Olivari. “Attraverso questo multi-vintage riportiamo le colline dell’est veronese sui radar della critica e ci andiamo a confrontare ad armi pari con l’establishment enologico mondiale, certi di poter dire la nostra”. Per dirla con le parole del presidente Umberto Pasqua: “Hey French è un vino che piace. E che ci piace”.
La naturale evoluzione di Brasa Coerta: un Amarone prototipo per Pasqua

Un discorso differente è invece da fare per Brasa Coerta, Valpolicella Superiore naturale nato come vera e propria sfida all’interno di un progetto condiviso con Diego Rossi, talentuoso chef di Trippa di Milano, e Lorenzo Corino, agronomo, tra i massimi esperti in tema in Italia e in Europa. Un progetto pilota che evidenzia la volontà di dare risposte a un consumatore sempre più attento al tema della sostenibilità. Un’idea virtuosa, che mira innanzitutto a tutelare il vigneto come parte del patrimonio territoriale. E che oggi ha un suo seguito, grazie a un progetto di Amarone naturale in fase di realizzazione a scopo di ricerca. Il frutto del vigneto di Mizzole, proprietà di famiglia da più di 40 anni, che con la sua esposizione, biodiversità e localizzazione all’interno di un bosco, si è configurato fin da subito come ideale per essere convertito in biologico. “L’Amarone naturale che nascerà”, ci spiega Riccardo Pasqua. “Non è però destinato alla vendita, ma farà esclusivamente parte del nostro caveau in cantina come prototipo che punta a influenzare in positivo lo sviluppo degli altri prodotti della nostra offerta maggiormente commerciali”. Quello da noi assaggiata è stata dunque un’anteprima dell’anteprima, per un vino della vendemmia 2018 ancora al suo sedicesimo mese di affinamento e che già scalpita in attesa della maggiore età.
Il red carpet sbarca in vigna con la vendemmia 2020 Pasqua

Chiusa la parentesi tra cantina e sala degustazione, è stato il red carpet ad illuminarsi. Ma lo ha fatto in una maniera unica nel suo genere: all’interno della cornice del vigneto Monte Calvarina. Perché l’occasione della celebrazione della vendemmia 2020 doveva essere speciale. E il team Pasqua ha scelto di lasciarsi “ispirare” dalle liriche di Guillaume Apollinaire, poeta e scrittore francese che disse: “È giunto il tempo di riaccendere le stelle”. La vite, infatti, ha continuato a scandire i tempi della cantina. E nonostante l’interruzione del normale corso delle attività “umane”, il ciclo naturale della vigna non ha conosciuto pause. Così, quella di quest’anno verrà ricordata come l’annata più fresca dell’ultimo quinquennio, con grappoli che hanno conservato colore e aromi intensi. Ottime notizie che sono state celebrate sotto la magia della volta celeste con un incontro tra eccellenze del territorio. Il cielo e le colline circostanti i filari del vigneto di Monte Calvarina, infatti, hanno fatto da cornice alla proiezione della commedia “Si muore solo da vivi”, opera prima realizzata dal giovane regista scaligero Alberto Rizzi in collaborazione con K+ (casa di produzione anch’essa di base a Verona). La trama della pellicola – che vede protagonista un quarantenne cui un evento eccezionale cambia l’esistenza e che, tra alti e bassi, trova il coraggio per rimettersi in gioco e cogliere una seconda chance nella vita – sembra in qualche modo sintetizzare l’approccio con cui vanno affrontate le sfide che questo 2020 ha fin adesso riservato. In enologia, come nel quotidiano di ciascuno. “La vendemmia 2020 è stata sicuramente diversa dalle altre”, ha concluso Riccardo Pasqua, introducendo la serata di cinema en plein air. “Da una parte, a tutti noi è stato richiesto un mutamento di passo e mentalità nella gestione del lavoro, non solo in vigna. Dall’altra, i cambiamenti climatici stanno trasformando il territorio, il che rende necessaria una sempre maggiore assunzione di responsabilità da parte di tutti per tutelare il delicato equilibrio del nostro pianeta. Ma le scommesse all’apparenza impossibili a noi di Pasqua sono sempre piaciute: dal nostro Amarone Mai Dire Mai fino all’irriverente Hey French, ci piace accettare le sfide che ci vengono poste. Un sentimento che ci accomuna a tutti i veronesi, che non si sono mai tirati indietro quando c’era da rimboccarsi le maniche”. Perché vivere è cominciare, sempre, ad ogni istante.