Riparte dalla Cina la promozione del vino italiano firmata Vinitaly. Grazie a un roadshow b2b organizzato dalla spa veronese in collaborazione con il partner Pacco Communication Group. Un’iniziativa che nasce con l’intento di far crescere l’attività del sistema Paese all’ombra della grande muraglia e che mette a servizio dell’export made in Italy la lunga esperienza maturata da Veronafiere in Asia con Vinitaly, di Ice tramite “I Love Italian Wines” e dell’intera rete della Farnesina.
Il tour di Vinitaly in Cina: le tappe e i partner
Sono tre le città cinesi interessate dal tour promosso da Veronafiere tramite Vinitaly: Shanghai (andata in scena il 14 settembre), Xiamen (16 settembre) e Chengdu (18 settembre). Per ogni tappa, fitta la rete di relazioni commerciali e partnership che è stata intessuta, tra cui a spiccare sono le collaborazioni con Design Shanghai del gruppo Clarion Events, Xiamen Valued Show, Chengdu Bucciano, la Camera di commercio italiana in Cina, Grapea e gli esperti formati dalla Vinitaly International Academy, Florentia Village, Campari Group e De Longhi Caffè. E nell’ambito del road show, a essere promossa sarà anche l’attività della Fondazione Arena di Verona.

C’è voglia di vino italiano sotto la grande muraglia
All’edizione 2020 prendono parte 65 aziende espositrici (dieci in più della precedente) e 700 etichette di vini italiani e, tra le numerose iniziative, previsti incontri b2b per importatori e canale Horeca, sia in forma fisica, sia digitale; iniziative rivolte a titolari di gallerie d’arte, wine bar, ristoranti fine dining, studi di architettura; walk-around tasting e masterclass dedicate al tema “donne cinesi e vino italiano”, curata dal Premio Internazionale Vinitaly 2019 Leon Liang e dalla prima Via Academy Expert, Lingzi He, e al tema del “vino italiano e ristorazione cinese”, tenuta dall’unico Master of Sommelier cinese, Yang Lv. È prevista, infine, anche la presenza di buyer e formatori del vino, con la partecipazione delle più importanti scuole di educazione al vino in Cina delle province del Sichuan, di Guizhou e dalla Municipalità di Chongqing.
A Shanghai, in scena la Italian Wine Week
Ma le iniziative promosse all’ombra della grande muraglia vanno ben oltre il solo road show di presentazione delle produzioni delle cantine tricolore selezionate per l’evento cinese. Nella città di Shanghai, infatti, dal 13 al 19 settembre è stata organizzata anche la prima settimana del vino italiano – “Italian Wine Week” – che coinvolgerà 20 wine bar e bistro. E negli stessi giorni, la più grande piattaforma di e-commerce dedicata ai vini naturali, Bruto, aprirà una sezione speciale dedicata ai produttori italiani.
Ripartire dalla Cina

Come lo scorso anno, a supporto di tutte le iniziative di promozione pre-evento e durante lo stesso è stata realizzata una miniapp su WeChat che, insieme a collaborazioni mirare con i principali media e influencer tra cui Julie Tu, la più importante Kol degli spirits in Cina, contribuisce a creare un engagement mirato e profilato di partecipanti alle tre iniziative. “È un passo importante e un momento significativo per l’attività del Gruppo Veronafiere in un anno segnato a livello mondiale dalla pandemia”, sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere. “Ripartiamo dall’Asia, in Cina, con un evento di sistema che prevede la presenza fisica a supporto del vino, uno dei prodotti di punta del made in Italy che, come altri, sta risentendo degli effetti del lockdown internazionale. Il road show di Vinitaly servirà anche da leva per promuovere Wine To Asia, la rassegna internazionale per il vino che Veronafiere, tramite la società compartecipata Shenzhen Baina International Ltd., organizza dal 9 all’11 novembre a Shenzhen”. Una presenza, quella di Vinitaly in Cina con Ice, che ribadisce la forte attenzione della Spa veronese anche in una difficile congiuntura del mercato, determinata in particolare dall’emergenza sanitaria. Secondo le analisi dell’Osservatorio Unione italiana vini su base dogane, nei primi sei mesi di quest’anno il Dragone ha infatti registrato un forte calo delle importazioni enologiche made in Italy sia nei fermi imbottigliati (-29,4%), che negli sparkling (-36,2%). Dati, però, in linea con le importazioni complessive di vino in Cina: nel primo semestre i fermi sono a -32,4% (oltre 750 milioni di dollari) sul pari periodo 2019, mentre gli sparkling perdono il 30,8%.