Il gigante e la formica faccia a faccia. Da una parte, una delle Docg più giovani – è, infatti, in vigore solo dal settembre 2011 – e piccole (ne fanno parte “solo” 68 aziende) del vino di Toscana, dall’altra, una delle Denominazioni tricolore più imponenti in termini produttivi – copre tre ambiti regionali – e vero fenomeno nelle vendite con il cavallo di battaglia Pinot Grigio, la Doc delle Venezie. Due casi agli estremi: geograficamente, ma non solo. Eppure, due casi emblematici: per tirare un primo bilancio e fare qualche valutazione sul risultato di questa vendemmia, ancora in corso in molte parti d’Italia, che si preannuncia come un’ottima annata, ma soprattutto per capire che laddove c’è una strategia e una visione d’insieme, si possono governare anche le congiunture più sfavorevoli.
Buone notizie dal monte Amiata: per la Toscana del Montecucco un 2020 dalla qualità impeccabile

A due settimane circa dall’inizio della vendemmia del Sangiovese, tra i viticoltori del Montecucco si respira grande ottimismo. Un’uva definita “scalpitante”, quella che attende di essere raccolta nei vigneti di produzione della Doc e Docg amiatina. Un frutto dallo stato fitosanitario ottimale, anche se sul fronte quantitativo – a causa soprattutto delle scarse piogge estive – questa stagione produttiva vedrà una flessione tra il 10% e il 15% rispetto al 2019, annata da record a tutti gli effetti per la Denominazione con gli oltre 22 mila quintali di uva. La parola d’ordine rispetto all’andamento stagionale nel Montecucco, ma non solo, è equilibrio. “Abbiamo iniziato la campagna produttiva con una primavera regolare, senza siccità né piogge eccessive o gelate che abbiano potuto compromettere il germogliamento”, spiega il presidente del Consorzio di Tutela, Claudio Tipa. “Seguita poi da un’estate con poca pioggia, aspetto che nel Sangiovese ha certamente tirato fuori tannini e profumi importanti, garantendo anche perfetta sanità del frutto, ma che ha penalizzato il profilo quantitativo. Dopo le piogge di inizio settembre, però, anche i parametri di vendemmia si stanno riequilibrando, contribuendo ad allungare il ciclo vegetativo e ad aumentare leggermente il volume del grappolo. Il calo delle temperature conseguente a queste piogge ha permesso la completa maturazione delle bucce e quindi ci permetterà di dilatare un po’ i tempi di vendemmia”. Perfetta maturazione aromatica della buccia per il Vermentino, l’altra gemma della Doc, anch’esso in raccolta in questi giorni. Per un’annata che si preannuncia favorevole a predisporre un piano produttivo capace di dare respiro ed equilibrio (leitmotiv di tutti in questa fase congiunturale di mercato così complicata) alla crescita di una Denominazione che è oggi sempre più una delle promesse di Toscana e, più in generale, del vino tricolore.
Meno quantità, più qualità, prezzi che crescono: l’ottima annata del Pinot grigio delle Venezie Doc

Meno quantità in vigna (indicativamente tra il -15% e il -20%), ottima qualità diffusa delle uve su tutto l‘areale, listini in crescita (+20%) in parallelo con l’incremento degli imbottigliamenti (nel periodo tra gennaio e agosto, segnato un +6,35% sul 2019): la quarta stagione produttiva del Pinot grigio delle Venezie Doc si chiude con un bilancio positivo. La campagna produttiva 2020, tra Veneto, Trentino e Friuli Venezia Giulia, si presenta infatti a una prima analisi sicuramente meno abbondante, ma in linea – se non superiore – rispetto al 2019 da un punto di vista qualitativo e sanitario dell’uva. Per un frutto che, grazie a parametri chimici equilibrati, buona acidità e niente eccessi di gradazione, apre alla possibilità di trovare nel calice vini ottimi, dal grande potenziale già evidente dopo le prime fermentazioni di inizio settembre. Non solo qualità, però, ma anche un importante passo in avanti nella catena del valore. “Stiamo assistendo in questi giorni a un sostanzioso aumento dei prezzi sulle uve, che raggiunge mediamente un +20% rispetto allo scorso anno”, spiega Albino Armani, presidente del Consorzio delle Venezie Doc. “Un miglioramento dovuto in parte alla mancanza di produzione, ma soprattutto legato alle misure straordinarie deliberate a giugno – ridefinizione delle rese e stoccaggio amministrativo – a dimostrazione del fatto che la gestione del potenziale di produzione fatta dal Consorzio delle Venezie Doc inizi a dare importanti risultati”. Altro mondo rispetto al Montecucco, è evidente, eppure stessa parola d’ordine che ricorre in sottofondo: equilibrio. E sotto questo punto di vista, seppure anch’essa molto giovane (il semaforo verde dalla Ue è di solo un paio di mesi fa), le politiche messe in campo dalla Doc delle Venezie hanno molto da insegnare. Con la speranza che sia, non solo per queste due realtà, ma per tutto il vino italiano, un’ottima annata.
Albino Armani