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Make Lambrusco great again: storica unione lungo la via Emilia

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Il dado è tratto. Con l’unanimità espressa dalle assemblee plenarie delle tre anime coinvolte nel futuro nuovo corso, il Consorzio Tutela Lambrusco è ora realtà e sarà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio del 2021. Si chiude, dunque, felicemente il progetto che aveva preso il via a seguito del parere favorevole espresso all’unisono lo scorso 26 giugno da parte dei Consigli di Amministrazione. Riunitesi lunedì 28 settembre, le assemblee dei rispettivi consorzi hanno sancito la fusione per incorporazione del “Consorzio Tutela del Lambrusco di Modena”, del “Consorzio per la Tutela e la Promozione dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa” e del “Consorzio di Tutela Vini del Reno Doc” nel neonato ente. Un grande esempio di come il vino italiano, troppo spesso abituato agli eccessi dei campanilismi, possa riuscire a fare squadra.

Il neonato Consorzio Tutela Lambrusco sarà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio del 2021
Il neonato Consorzio Tutela Lambrusco sarà pienamente operativo a partire dal 1° gennaio del 2021

Strategie comuni all’insegna della condivisione

“Il voto favorevole all’unanimità delle assemblee dei soci era l’ultimo passaggio che ci consente di guardare al futuro con speranza e ottimismo: abbiamo un grande lavoro da pianificare per valorizzare l’immagine di uno dei vini più rappresentativi vini d’Italia”, commenta Claudio Biondi, presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena, raccontando dell’importante novità. “Il nuovo consorzio, come abbiamo più volte sottolineato, consente ad un distretto, che ha numeri importanti, di poter decidere insieme le strategie di comunicazione e condividere progetti di promozione internazionale, pur lasciando l’assoluta indipendenza decisionale delle singole denominazioni”.

Lambrusco revolution: per tornare protagonista

"I tempi erano ormai da tempo maturi per la creazione di un unico Consorzio che facesse da regia al mondo Lambrusco".
“I tempi erano ormai da tempo maturi per la creazione di un unico Consorzio che facesse da regia” (Claudio Biondi)

Il nuovo Consorzio Tutela Lambrusco andrà a rappresentare otto denominazioni che si trovano tra Modena e Reggio Emilia: Lambrusco di Modena Doc, Lambrusco di Sorbara Doc, Lambrusco Grasparossa di Castelvetro Doc, Lambrusco Salamino di S. Croce Doc, Reggiano Doc, Colli di Scandiano e di Canossa Doc, Reno Doc e Bianco di Castelfranco Emilia Igt. Si parla di un totale di circa 16.600 ettari vitati e una produzione che nel 2019 è stata di poco più di 42 milioni di bottiglie di Lambrusco Doc, che salgono a quasi 170 milioni prendendo in considerazione anche quelle certificate Igt (dati: Regione Emilia-Romagna, gennaio 2020 e Valoritalia Srl). “Numeri importanti per un vino che ha tante anime e interpretazioni a seconda delle molteplici varietà utilizzate e dei differenti territori nei quali ha trovato dimora”, chiosa Biondi. “I tempi erano ormai da tempo maturi per la creazione di un unico Consorzio che facesse da regia. Il Lambrusco è già conosciuto in tutto il mondo, ma ora può rappresentare meglio e con più coerenza rispetto al passato l’immagine dell’Italia in moltissimi contesti sia nazionali che internazionali”.

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