Qual è l’orizzonte di un evento dedicato al vino oltre masterclass e walk around tasting? Milano Wine Week, cambiando pelle per forza del Covid, quest’anno ha scelto di esagerare. Lo ha fatto nella proposta di approfondimenti, talk, convegni, forum, mettendosi a studiare sul serio. Lo fa più che in presenza da remoto, dando spazio sulla sua piattaforma “esagerata” a numerosi momenti di formazione che delineano strategie, orientamenti e sono lo specchio di un cambiamento epocale per il mondo del vino. A partire dalla terza edizione del Wine Business Forum del 6 ottobre, realizzato in partnership con Bs-Strategies e coordinato da Silvana Ballotta, che si è concentrato sull’internazionalizzazione in alcuni dei principali mercati dell’export vinicolo italiano, passando dal convegno Shaping Wine, organizzato con Sda Bocconi giovedì 8 ottobre, un momento di riflessione sui trend innovativi e sul retail del mondo del vino. E per finire: la seconda edizione del Wine Generation Forum il 9 ottobre, realizzato in collaborazione con l’Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani, dedicata ai “millennials” che lavorano nel settore vinicolo.
Quando il virtuale si pone al servizio del fisico

Milano riapre anche così, ragionando e facendo riflettere, per fare ripartire il mondo del vino e proporsi come primo dei grandi eventi internazionali del settore dopo il lockdown. In questa proposta più virtuale che fisica, mette in moto una piattaforma digitale che dal 3 ottobre fino a domenica 11, sta generando contenuti, approfondimenti, occasioni d’incontri, collegamenti e anche degustazioni: virtuali, da remoto, sullo schermo, ma anche reali, mettendo accanto al pc o al tablet alcuni calici di vini, da assaggiare, raccontare e fare conoscere al mondo. È la Milano che studia, lavora, collega e si collega. E fa ripartire il mondo del vino.
Ragionamenti intorno al vino nei digital talk della Milano Wine Week
Una ripartenza che passa anche dai digital talk, che intercettano ricercatori, esperti, produttori e comunicatori di un mondo che muove il vino. Un mondo che studia soluzioni per uscire da una profonda crisi: violenta e improvvisa, proprio come la Pandemia. Come ha evidenziato, giovedì 8, Shaping Wine, un convegno che ha voluto mettere in luce idee e valori del mondo del vino, grazie all’Osservatorio Sda Bocconi che sta da tempo lavorando sodo su questo tema, mettendo in campo il suo Wine Management (che è una vera e propria scuola). È un mondo che sta cambiando velocemente e che si apre a nuove strategie che puntano sull’economia vitivinicola. E nel corso degli strategic talk si è capito benissimo, quando a stringere sulla concretezza si è mossa – punto per punto – Roberta De Sanctis moderando insieme con il professor Andrea Rea, un dibattito che ha visto intervenire fra gli altri Gilda Fugazza, presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò, Marco Magnacavallo, Ceo e Founder di Tannico, Luca Pizzighella, direttore di Signorvino, e i produttori Riccardo Pasqua e Arturo Ziliani. Il forum ha voluto immagazzinare idee utili a disegnare e costruire strategie di successo per vendere il buon vino italiano e orientare gli investimenti.

Shaping Wine: missione, capire il consumatore
Lo hanno chiamato laboratorio di idee per il futuro e il presente del settore vitivinicolo, e di fatto ha poi delineato un nuovo approccio ai consumi. Acquisiti fisici o digitali, i protagonisti di Shaping Wine hanno dichiarato che bisogna fare un fronte comune per capire il consumatore, e non viceversa, aspettandosi che l’utente finale capisca immediatamente il lavoro e il valore del vino, valutando anche come cambia velocemente lo spazio virtuale e fisico delle città. “Potrebbe funzionare una nuova collocazione dei vini, nei vari canali distributivi, non più divisi regione per regione, ma a seconda del momento di consumo, per orientare meglio il consumatore”, ha detto il “signor Berlucchi”, spiegando che il trend delle bollicine di Franciacorta sta conquistando sempre di più i giovani, che voglio fare esperienza in cantina e visitare non solo l’azienda ma anche la vigna. “Dobbiamo convincere i produttori a dialogare di più con i distributori e trovare una proposta adatta del prodotto che non sia statica e definita a priori, ma anche più creativa”, ha aggiunto Gilda Fugazza, presidente del Consorzio Oltrepò. “Si potrebbe immaginare di creare una suddivisione che aiuti il consumatore nella scelta e dia qualche informazione maggiore, come ha fatto Eataly nel nuovo punto di vendita di Londra che propone vini pop, icon, e così via. Dobbiamo adeguarci ai cambiamenti tecnologici, che sono anche culturali, come dimostrano le città che vengono ridisegnate con nuovi spazi dedicati alla nuova socializzazione. Il ruolo del vino è diventato traino e anche modus vivendi, la bellavita dell’Italian Style, adesso deve diventare referenza”.

Nuove soluzioni per il futuro, a scaffale ma non solo
“Il cliente al centro”, come ha sottolineato Roberta De Sanctis: ma non diamo per scontato che abbia voglia di ascoltare tutto il racconto. “Il cliente viene fidelizzato con il servizio e il valore aggiunto di un servizio”, ha spiegato ancora Gilda Fugazza, sottolineando il modo di operare di Signorvino molto attento a questi trend. “Il vino in qualsiasi scaffale o metodo di distribuzione ha sempre un racconto alle sue spalle da spendere nel modo giusto. Bisogna guardare alle nuove modalità di vendita che pescano dal passato, anche dalla storia del vino: vedi le buchette nate in tempi di pestilenza. Bisogna essere pronti a cambiare, mantenendo saldi i valori e l’espressione di un territorio”. E poi c’è l’attenzione alla sicurezza del consumatore. “E in questo gioca in modo importante il ruolo del Consorzio che deve tutelare, valorizzare e promuovere, curando gli interessi generali relativi alle denominazioni. Il Consorzio è sempre di più il trait d’union tra le aziende e la Regione e tra le aziende e il Ministero. E può essere anche un trait d’union con la distribuzione, guidandola anche nella scelta di prodotti ‘garantiti’. Il racconto del vino, così, può partire dallo scaffale, e deve sempre essere un racconto di territorio che fa venire voglia di degustare, di conoscere i luoghi da cui proviene. La conoscenza crea consumo, il consumo crea voglia di conoscenza”.

I nuovi consumatori sotto i riflettori alla Milano Wine Week
Cambiano le proposte di vendita, si pensa anche a nuovi consumatori. “Ai giovani, innanzitutto”, conclude Gilda Fugazza, “che dobbiamo intercettare senza stancarli con racconti che diano le cose per scontato, ma conquistandoli puntando sui loro momenti di consumo: gli aperitivi, per fare un esempio”. Sotto questo punto di vista in Oltrepò si sono mossi proprio in occasione della Milano Wine Week in questa direzione. “Abbiamo proposto una Bonarda che da pop diventa chic in un cocktail con il Bitter, che abbiamo chiamato OltreMito, o un Rosé Oltrepò da Pinot Nero che diventa più pop (e non solo chic) se servito con sciroppo di sambuco in un cocktail come lo Spritz. Pavese, naturalmente”. A proposito di questo, ieri la seconda edizione del Wine Generation Forum di Milano Wine Week, realizzato in collaborazione con Agivi (Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani) è stato dedicato ai “millennials” che lavorano nel settore vinicolo. Un mondo che affascina sempre di più le nuove generazioni e che propone energia e nuove vision strategiche.
