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Quando la “Cantina dell’Anno” non è una soltanto: storico premio per Santa Margherita Gruppo Vinicolo

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Un rito immancabile, che ogni anno perpetua quello che ne è l’ormai tradizionale divenire. È giunto anche in questo strano 2020 il momento di rendere nota la “Cantina dell’Anno” per la Guida vini d’Italia 2021 del Gambero Rosso. E il prestigioso riconoscimento, assegnato da una delle principali rassegne in materia di produzione enologica del Bel Paese, regala un’indubbia sorpresa. Già, perché in questo anno così diverso da tutti quelli che lo hanno preceduto, non poteva configurarsi che un risultato inatteso. Ed ecco che a essere premiata non è una cantina in sé, ma un vero e proprio “mosaico enologico” capace di abbracciare alcuni dei territori più vocati dell’Italia del vino da nord a sud: Santa Margherita Gruppo Vinicolo.

Un premio che celebra costanza e varietà

Sono proprio “la varietà dei vini delle tenute unita a un altissimo livello della proposta enologica alla base del riconoscimento al lavoro della famiglia Marzotto” quanto viene celebrato dal prestigioso premio assegnato alla creatura nata nel 1935 dalla visione del conte Gaetano Marzotto. “Santa Margherita Gruppo Vinicolo”, proseguono le motivazioni, “è riuscito a proporre vini di livello eccellente da tutti i territori dove è presente”, grazie ovviamente al prezioso contributo di tutte le tessere del suo mosaico: Santa Margherita, Torresella, Kettmeir, Lamole di Lamole, Ca’ del Bosco, Cà Maiol, Tenuta Sassoregale, Vistarenni, Terrelíade e Cantina Mesa.

Un mosaico enologico, in cui trovano equilibrio la forza dei numeri e l’eccellenza delle sue etichette più rinomate, quello costruito da Santa Margherita Gruppo Vinicolo in 85 anni di storia
Un mosaico enologico, in cui trovano equilibrio la forza dei numeri e l’eccellenza delle sue etichette più rinomate, quello costruito da Santa Margherita Gruppo Vinicolo in 85 anni di storia

Santa Margherita Gruppo Vinicolo: un racconto, da nord a sud, dell’Italia del vino

Con l’assegnazione del premio “Cantina dell’Anno”, la Guida vini d’Italia 2021 del Gambero Rosso, dunque, ha voluto riconoscere l’impegno di 85 anni di storia, ma soprattutto di valori di riferimento rimasti immutati e che hanno permesso al sogno del conte Gaetano Marzotto di crescere fino a diventare una delle realtà del vino più importanti del Bel Paese. Dal Veneto Orientale alla Valle dell’Adige, dalle colline di Valdobbiadene e Refrontolo alla Franciacorta, dall’Alto Adige alla Lugana, dal Chianti Classico alla Maremma, dalla Sicilia alla Sardegna, oggi parliamo di ben 712 ettari – dei quali il 70% di proprietà e più della metà condotto secondo i dettami dell’agricoltura biologica – lungo tutto lo Stivale.

Quando parliamo di Santa Margherita Gruppo Vinicolo oggi raccontiamo di ben 712 ettari – dei quali il 70% di proprietà – lungo tutto lo Stivale
Quando parliamo di Santa Margherita Gruppo Vinicolo oggi raccontiamo di ben 712 ettari – dei quali il 70% di proprietà – lungo tutto lo Stivale

Le due anime di una grande mosaico

Non solo un’importante estensione territoriale, però. Santa Margherita Gruppo Vinicolo trae la sua forza per presentarsi al mondo da un portfolio prodotti ampio, differenziato e profondo. Un’offerta in grado di rispondere alle esigenze di un mercato sempre più globalizzato, restituendo ai winelover una costanza qualitativa ben delineata e riconoscibile. Ma soprattutto, Santa Margherita Gruppo Vinicolo è un equilibrio ricercato e raggiunto tra due anime: la forza dei numeri e l’eccellenza delle sue etichette più rinomate e di alcune perle enologiche che non avrebbero la forza di presentarsi al mondo come singole realtà. “Una notizia positiva come questa non può che gratificare quanto costruito finora dalla famiglia Marzotto e dal lavoro di tutti i collaboratori che hanno contribuito a rendere grande questo sogno”, le parole di Beniamino Garofalo, amministratore delegato del Gruppo, a commento del riconoscimento.

I fratelli Marzotto, proprietari di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, con Beniamino Garofalo, amministratore delegato (secondo da destra)
I fratelli Marzotto, proprietari di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, con Beniamino Garofalo, amministratore delegato (secondo da destra)

Innovazione al centro

Oggi, Santa Margherita Gruppo Vinicolo è una realtà che ruota attorno al caposaldo dell’innovazione, tratto distintivo di tutte le tenute. La rivoluzione del vino, d’altronde, passa obbligatoriamente da lì, dove la lettura del mutamento in corso negli stili di vita e di consumo – favorita da uno sguardo attento su oltre 90 mercati riforniti nei cinque continenti – ha permesso, e permette, di godere del vantaggio della prima mossa. Tra i pionieri nella spumantizzazione del vitigno Glera sulle colline di Valdobbiadene, trend setter del fenomeno mondiale del Pinot Grigio come oggi lo conosciamo, precursore nella produzione spumantistica altoatesina, promotore nel mondo di vitigni autoctoni quali Lugana e Vermentino di Sardegna, il Gruppo si è sempre distinto per scelte insolite ma oculate, in grado di prevedere i cambiamenti del consumatore in materia di gusto e di occasioni di consumo.

Nella storia di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, anche il ruolo di pioniere nella spumantizzazione del vitigno Glera sulle colline di Valdobbiadene
Nella storia di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, anche il ruolo di pioniere nella spumantizzazione del vitigno Glera sulle colline di Valdobbiadene

85 anni di best practice

Ma il sogno del conte Gaetano Marzotto ha assunto oggi anche la forma di studiate best practice, attentamente affinate nel corso degli anni, dove la tradizione ha sposato l’innovazione sostenibile e le buone pratiche di vigna e di cantina, trasformandole in azioni concrete quotidiane, come l’irrigazione ad ala interrata, la tutela della biodiversità, la riforestazione, l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili, nella convinzione che tutto ciò che deriva da un ambiente salubre, condotto con saggia misura nel rispetto dei cicli vitali, porti con sé un valore unico. Attenzione particolare, sotto questo punto di vista, è stata rivolta al programma di “carbon neutrality” – il più vasto mai compiuto da una cantina italiana – con l’azzeramento dell’impronta carbonica di quasi 2 milioni di bottiglie prodotte annualmente e al Km zero che caratterizza la produzione di più del 90% di esse nella vetreria a pochi passi dal cuore della vinificazione.

Nel corso degli anni, le best practice del Gruppo hanno portato la tradizione a sposare l’innovazione sostenibile e le buone pratiche di vigna e di cantina
Nel corso degli anni, le best practice del Gruppo hanno portato la tradizione a sposare l’innovazione sostenibile e le buone pratiche di vigna e di cantina

Santa Margherita Gruppo Vinicolo sugli scudi

L’innovazione, infine, si è estesa anche ad altre aree di attività, tra cui l’export e la digitalizzazione. Con il primo in continua evoluzione e la seconda ad anticipare i tempi e rompere gli schemi, portando nuovi format di comunicazione come podcast e digital talk, siti web interattivi che pongono il visitatore al centro, smart tasting che offrono un’alternativa alla più tradizionale visita in cantina. Una ricchezza, questa, celebrata oggi dal prestigioso riconoscimento di “Cantina dell’Anno”. Una prima assoluta, non c’è che dire, che senza dubbio segna un momento di passaggio, non solo nella storia di Santa Margherita Gruppo Vinicolo, ma anche del premio della Guida vini d’Italia.

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