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Milano al centro: perché la Wine Week 2020 è un nuovo inizio per il vino italiano

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Milano Wine Week, edizione zero. “Ma come?”, direte voi, “non era il terzo appuntamento con la settimana milanese del vino, quella andata in scena da sabato 3 a domenica 11 ottobre scorsi?”. Sì, assolutamente, ma l’edizione 2020 segna un nuovo inizio: un punto di svolta non solo per la manifestazione in sé, ma in generale per gli eventi del vino, in Italia e nel mondo. E vogliamo spiegarvi perché quello della scorsa settimana è stato un successo.

Quando il digitale amplia davvero gli orizzonti

Milano Wine Week 2020 ha dimostrato che una grande kermesse del vino può essere organizzata, con tutte le precauzioni e accortezze del caso, senza rinunciare ad aprirsi al mondo
Milano Wine Week 2020 ha dimostrato che una grande kermesse del vino può essere organizzata, con tutte le precauzioni e accortezze del caso, senza rinunciare ad aprirsi al mondo (Ph. Visual Crew)

Abbiamo scelto di non uscire immediatamente con un giudizio sulla manifestazione del vino ideata da Federico Gordini e prodotta da Sg Company. Diciamo che si è voluto lasciare decantare un giorno quanto assaporato nel corso di una frenetica settimana. Un vero tour de force di eventi e appuntamenti, quelli che si sono susseguiti in agenda, che però hanno dato pratica dimostrazione di come, nonostante le problematiche collegate al leitmotiv dell’anno Covid-19, una grande kermesse del vino può essere organizzata, con tutte le precauzioni e accortezze del caso, senza rinunciare ad aprirsi al mondo. Anzi, meglio sarebbe da dire: senza rinunciare a invitare il mondo a connettersi con Milano. Già, perché è stato il digitale la chiave di volta di questa Milano Wine Week 2020. Ma un digitale che non è andato a discapito delle relazioni faccia a faccia o che ha voluto sostituirsi in maniera impersonale all’appuntamento fisico. Ma piuttosto il vero e corretto uso delle potenzialità di uno strumento che, laddove integrato, schiude orizzonti fino a pochi mesi fa impensabili.

Milano Wine Week 2020: una settimana vissuta ad alta intensità

Non tutti ci credevano che da Milano potesse giungere realmente un segnale così forte. E quanti hanno scelto di prendere parte alla Wine Week milanese del vino ne hanno guadagnato una visibilità internazionale importante
Non tutti ci credevano che da Milano potesse giungere realmente un segnale così forte. E quanti hanno scelto di prendere parte alla settimana milanese del vino ne hanno guadagnato una visibilità internazionale importante(Ph. Visual Crew)

Il via della Milano Wine Week 2020 è andato in scena sabato 3 ottobre, la passerella finale nella serata di domenica 11. Nove giorni vissuti intensamente, da parte degli organizzatori, delle aziende, degli operatori e del pubblico. Nove giorni in cui tanto è stato fatto. Ed è stato fatto nonostante nessuno sapesse a priori cosa realmente attendersi o aspettarsi dalla manifestazione. Perché qui sta il vero punto, come hanno dimostrato le tante defezioni al via tra i passati sponsor della kermesse: non tutti ci credevano che da Milano potesse giungere realmente un segnale così forte. E quanti hanno scelto di prendere parte alla settimana milanese del vino hanno sposato con convinzione il primo reale appuntamento della ripartenza, guadagnando una visibilità che non si è limitata al solo palcoscenico meneghino, ma si estesa, tanto ad est quanto a ovest, fino all’altro capo del mondo.

I numeri della Wine Week

10mila presenze attive si sono distribuite nei due headquarter lungo l’arco della kermesse
10mila presenze attive si sono distribuite nei due headquarter lungo l’arco della kermesse (Ph. Visual Crew)

È tempo, dunque, di snocciolare qualche numero. Perché poi le cifre aiutano a contestualizzare e farsi meglio un’idea su quel che è stato e, in futuro, cosa potrà essere ancora di più. I dati forniti dagli organizzatori a fine manifestazione confermano di una sensazione già avvertita da quanti hanno preso parte in maniera continuativa a masterclass ed incontri: contingentato, accreditato, indirizzato sempre in maniera professionale dallo staff chiamato a vigilare sul rispetto del norme, il pubblico ha risposto in maniera importante all’evento. Ed ecco, allora, che a fronte degli oltre 300 appuntamenti fisici, si è assistito a una partecipazione che ha portato un totale di 10mila presenze attive distribuite nei due headquarter lungo l’arco della kermesse. Un valore cui è da aggiungere quello dei partecipanti alle iniziative nei ristoranti, nei locali, nelle location partner e nei “wine district”. Ma c’è di più. E proprio qui sta il punto di svolta.

Milano chiama il mondo

Lato connessioni col mondo, quello da analizzare e valutare è lo sforzo logistico davvero impressionante profuso dalla Milano Wine Week su un ambito digital realmente al servizio dell'evento fisico
Lato connessioni col mondo, quello da analizzare e valutare è lo sforzo logistico davvero impressionante profuso su un ambito digital realmente al servizio dell’evento fisico (Ph. Visual Crew)

Milano Wine Week quest’anno non ha rappresentato più soltanto un appuntamento capace di attrarre. Ma è stato, piuttosto, un evento che è andato alla ricerca di connessioni con il resto del mondo. Milano non si è fermata: questa volta per davvero. E rimodulando il proprio essere, ha ribadito che, rimboccandosi le maniche e mettendosi in gioco, anche gli ostacoli che appaiono insormontabili possono essere superati. La dimostrazione arriva proprio da quei collegamenti che hanno fatto vivere le emozioni del racconto del vino italiano in tutto il mondo. Le statistiche dicono 3mila operatori e buyer internazionali connessi in diretta, per una crescita complessiva stimata nell’ordine del 20%. Ma non sta in questo caso nel numero la reale chiave di lettura. Quello da analizzare e valutare è lo sforzo logistico davvero impressionante profuso: dall’organizzazione delle location nelle città di New York, San Francisco, Miami, Toronto, Shenzhen, Shanghai e Mosca (con un totale di 1.250 operatori invitati sulle sette sedi estere), alla predisposizione di ogni dettaglio per i tasting in contemporanea, fino alla regia digitale tutt’altro che semplice da gestire per le più di 110 ore di streaming del palinsesto. Ed il responso è che Milano Wine Week è perfettamente riuscita nell’obiettivo che si era prefissato. E possiamo dare diretta testimonianza del successo dell’esperimento, avendo da una parte partecipato attivamente a degustazioni in contemporanea con Russia, Cina e Nord America, dall’altra monitorato scrupolosamente la piattaforma Digital Wine Fair su cui i tasting erano trasmessi. Lo sforzo per predisporre i live è stato notevole, sotto il punto di vista degli investimenti, ma oggi Milano Wine Week si trova in mano uno strumento che ha passato brillantemente il test e, in un futuro esente dalla spada di Damocle del Covid-19, promette di configurarsi come il vero game changer negli eventi del vino.

Una kermesse senza confini

Milano Wine Week, per prima nel vino in Italia, ha dunque abbattuto i confini fisici, moltiplicando le occasioni di contatto e, in prospettiva, di scambio commerciale. “Con la Digital Wine Fair abbiamo voluto portare nel mondo degli eventi, in particolare nel settore vitivinicolo, una modalità tanto smart quanto innovativa di fare business”, sottolinea con soddisfazione Federico Gordini, presidente della kermesse meneghina. “L’edizione 2020 di Milano Wine Week ha segnato uno spartiacque nel modo di competere e ha voluto dotare l’intero sistema vitivinicolo degli strumenti adatti per affacciarsi con forza sul panorama internazionale. Da qui riparte il futuro del mondo del vino, che qui si è radunato nei giorni scorsi, e qui continuerà a trovare terreno fertile per fare sistema. Milano è la metropoli internazionale d’Italia per eccellenza: la sua posizione centrale, l’ampia offerta di connessioni, professionalità e strutture al servizio dell’imprenditoria, ne fanno un hub fisico e digitale ideale per fare business a livello internazionale, come già si è dimostrato per altre eccellenze del made in Italy”.

“L’edizione 2020 di Milano Wine Week ha segnato uno spartiacque nel modo di competere e ha voluto dotare l’intero sistema vitivinicolo degli strumenti adatti per affacciarsi con forza sul panorama internazionale" (Federico Gordini)
“L’edizione 2020 di Milano Wine Week ha segnato uno spartiacque nel modo di competere e ha voluto dotare l’intero sistema vitivinicolo degli strumenti adatti per affacciarsi con forza sul panorama internazionale” (Federico Gordini) (Ph. Visual Crew)

Ora, le istituzioni battano un colpo

È stata una “digital human experience” unica e senza precedenti quella andata in scena all’ombra del Duomo. “Tutto questo non sarebbe stato possibile se non facendo sistema”, prosegue Gordini. “Un pensiero tanto forte quanto lungimirante. Dietro il successo della Milano Wine Week infatti, c’è una grande squadra di lavoro fatta di aziende, di consorzi, di partner, di istituzioni che, nonostante gli ostacoli, si sono messi a disposizione e hanno creduto nella realizzazione di un evento di grande respiro in un momento così difficile. Ci attendiamo dunque che anche le istituzioni governative competenti, in aggiunta a quelle locali, promuovano un intervento incisivo a supporto di questa manifestazione che, grazie all’investimento privato di grandi risorse e passione da parte dei collaboratori, ha rappresentato fin dalle origini una grande occasione di promozione per il settore, e rappresenta nel 2020 la prima grande occasione di internazionalizzazione del vino italiano. Questo è il modello di riferimento al servizio dell’Italia del futuro che riparte da Milano”. Un messaggio, quest’ultimo condiviso dal numero uno di Milano Wine Week, che anche chi scrive si sente di sposare, come scritto già in occasione del giro di boa della manifestazione.

L’Horeca alla Milano Wine Week: un segnale concreto di ripartenza

Horeca al centro della Wine Week milanese, che ha offerto un contributo concreto alla ripartenza di un settore in difficoltà a seguito della pandemia
Horeca al centro della Wine Week milanese, che ha offerto un contributo concreto alla ripartenza di un settore in difficoltà a seguito della pandemia (Ph. Visual Crew)

Si è già raccontato di “wine talk”, seminari, cerimonie istituzionali e premiazioni. Come della penetrazione della manifestazione nel tessuto cittadino, resa possibile anche grazie alle molteplici attività delle 12 location partner: da Eataly Smeraldo e Signorvino alla Santeria, passando per Cantina Urbana, Panini Durini, Un posto a Milano, Babila Building, N’Ombra De Vin, Wine Mi e Come Home, per arrivare a Centrale District e Hic Enoteche. E un segnale concreto di ripartenza è proprio quello indirizzato al mondo Horeca dalla kermesse. Se gli operatori coinvolti nei tasting dal vivo pensati per il settore sono stati 2.200, non da meno è risultato l’ulteriore impulso fornito al coinvolgimento del mondo della ristorazione e della somministrazione, che ha avuto una centralità ancora maggiore con l’obiettivo di ridare nuova linfa a una categoria tra quelle maggiormente messe in ginocchio dalla crisi economica collegata alla pandemia. Circa 150 sono stati i locali e ristoranti attivati in tutta Milano nel corso della manifestazione, con iniziative capaci nel dare risalto ai vini in carta sia all’interno delle strutture sia utilizzando i servizi di delivery.

Appuntamento dal 2 al 10 ottobre 2021 per restare protagonisti

“La soddisfazione più grande che ci portiamo a casa”, chiosa Federico Gordini tirando le somme dell’edizione di quest’anno della Milano Wine Week. “È quella di essere riusciti a dimostrare che Milano è la città del vino che guarda al futuro e che, se l’Italia del vino fa sistema, non la batte nessuno. Il primo e più grande evento vinicolo internazionale del 2020 si è fatto a Milano e il nostro obiettivo è quello di continuare questo percorso perché la nostra città ha le caratteristiche per diventare il nuovo, grande pensatoio mondiale del vino”. E per il prossimo anno, quale l’auspicio? “Torneremo con la quarta edizione della manifestazione dal 2 al 10 ottobre 2021, un’edizione che implementerà anche tutte le attività che quest’anno abbiamo dovuto giocoforza accantonare. Che la prossima possa essere una Milano Wine Week di socialità, di feste, di eventi molto più aperti e partecipati, che auspichiamo possano tornare a svolgersi come nella tradizione delle prime due edizioni della manifestazione”. Il dado è tratto. E Milano conferma di non volersi accontentare di un ruolo di secondo piano.

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