Eravamo pronti a raccontare del vino che provava a resistere all’incombere di un nuovo lockdown. E della “nuova normalità”, con manifestazioni che, attraverso un’organizzazione scrupolosa in termini di misure di sicurezza, cercavano di riportare produttori, operatori e wine lover a ritrovarsi. Ma dopo il Merano WineFestival, anche Autochtona ha dovuto gettare la spugna, rinunciando, a seguito della recente ordinanza della Provincia autonoma di Bolzano in tema di Covid-19 ed eventi pubblici, al banco d’assaggio con 550 etichette protagoniste.
Il dietrofront forzato a due giorni dal via
Era ormai ai nastri di partenza Autochtona 2020, la grande rassegna dedicata di vini da vitigni autoctoni italiani che il 19 e 20 ottobre avrebbe dovuto accogliere nei padiglioni della fiera di Bolzano operatori del settore e appassionati. Per un’edizione dove poter andare alla scoperta di vitigni ormai molto famosi, veri e propri pilastri della viticoltura italiana e, al contempo, di un nutrito gruppo di varietà legate a piccolissimi areali, che in alcuni casi hanno rischiato l’estinzione. Un’edizione davvero speciale, quella che era stata annunciata, con la sua offerta, davvero ampia ed esaustiva, ben rappresentativa dell’incredibile biodiversità che ha trovato dimora nel vigneto Italia. Ma a seguito delle nuove disposizioni provinciali, gli organizzatori sono stati costretti a fare dietrofront: la 17esima edizione di Autochtona, dunque, si concentrerà, come previsto e oltre il previsto, esclusivamente sulla nuova formula degli Autochtona Award.
Autochtona Award: i premi sono “in diretta”

Ad aumentare, dunque, sarà anche per Autochtona la dimensione digital dell’evento: in palinsesto, riprese video in diretta dei lavori della giuria composta da prestigiosi nomi tra degustatori italiani ed esteri, ma anche il potenziamento delle soluzioni streaming ideate per dare visibilità a vini e produttori premiati. Gli Autochtona Award 2020 vedranno premiate le categorie “Miglior Vino Bianco”, “Miglior Vino Rosato”, “Miglior Vino Rosso”, “Migliori Bollicine”, “Miglior Vino Dolce”. A questi riconoscimenti si aggiungeranno quelli speciali “Terroir”, “Spirito diVino” e “Miglior Vignaiolo Under 40”, con un gran finale, all’interno della sezione Tasting Lagrein, riservato ai vini prodotti con questo vitigno autoctono a bacca rossa dell’Alto Adige nelle tipolgie “Rosato”, “Classico” e “Riserva”.
Una sfida davvero unica

Tra i numerosi vini da vitigni autoctoni presenti a Bolzano, che dunque parteciperanno al contest, numerose etichette che valorizzano varietà, sia a bacca rossa sia bianca, ormai storiche e molto conosciute come Nebbiolo, Barbera, Sangiovese e Aglianico o, ancora, Trebbiano, Vermentino e Verdicchio. Spaziando da Nord a Sud, poi, la giuria potrà assaggiare sia vini circoscritti a specifici areali sia etichette che valorizzano uve di nicchia: dal Lagrein dell’Alto Adige, al Timorasso dei Colli Tortonesi, passando per il Nerello Mascalese e il Carricante dell’Etna o, ancora, il Pecorino, sia nella versione marchigiana sia abruzzese. Ma protagonisti ad Autochtona sono anche altri vitigni che possono essere definiti delle vere e proprie “reliquie”: è il caso, ad esempio, di Cutrera, Recunu e Rucignola in Sicilia, Ribona nelle Marche, Caricalasino (Barbera Bianca) in Piemonte. Ma l’elenco, davvero lungo e affascinante, non si esaurisce qui: si pensi ad Alionza in Emilia Romagna, Boschera, Dorona e Recantina in Veneto, Ucelut in Friuli Venezia Giulia, Maturano nel Lazio, Pollera e Barsaglina in Toscana, e tante altre vere e proprie rarità tutte da scoprire.
Autochtona Award: una celebrazione della biodiversità italiana

Una biodiversità, quella che caratterizza l’Italia degli autoctoni, che nel corso degli anni è stata scoperta, apprezzata e valorizzata anche da molti wine writer e degustatori di fama internazionale, che a Bolzano hanno sempre fatto parte della giuria che assegna gli Autochtona Award. “In Italia è presente una diversità che rappresenta una grande opportunità: un viaggiatore del gusto, grazie a un patrimonio di questo tipo, può soddisfare il suo desiderio di sperimentazione non fermandosi alle varietà più conosciute”, evidenzia Darrel Joseph, giornalista, storico collaboratore di riviste come Decanter e Wine Spectator, nonché ex giurato ad Autochtona. “È come uno chef che cucina non soltanto con pochi ingredienti tradizionali, ma anche con altri ingredienti locali poco, o per nulla, conosciuti”. Ma la passione per i vitigni autoctoni italiani nel corso degli anni ha messo radici in molti paesi esteri, non solo all’interno delle carte dei vini di ristoranti ed enoteche, ma anche in vigna. Lo spiega Christy Canterbury, una delle sette donne Master of Wine degli Stati Uniti, in passato presente ad Autochtona come presidente della giuria del premio: “I viticoltori americani stanno piantando numerose varietà italiane nei loro vigneti. Non più solo Sangiovese, Nebbiolo e un po’ di Barbera, ma anche Friulano, Pallagrello Bianco, Refosco e tanti altri”. Ma perché i viticoltori stanno scommettendo su questi vitigni? “Perché sono straordinariamente unici: i vitigni autoctoni italiani stanno rendendo i momenti conviviali legati al vino differenti rispetto al passato, più originali e autentici”. Quelle stesse emozioni che, è l’augurio che ci facciamo tutti, si potrà presto tornare a riassaporare dal vivo nel corso di nuovi eventi del vino.