Unione Italiana Vini batte un colpo. Arriva l’attesa presa di posizione ufficiale da parte della principale associazione di categoria del vino tricolore in merito alle recenti disposizioni emesse da Regione Lombardia in tema di vendita da asporto di alcolici dopo le 18. “Siamo convinti che le scelte relative alle limitazioni sui consumi degli alimenti e dei vini dovrebbero essere adottate secondo il principio di proporzionalità, con l’obiettivo di evitare ulteriori penalizzazioni a migliaia di imprese vitivinicole e a un settore già fortemente colpito dalle restrizioni dei mesi precedenti e, in generale, dalla pandemia che ha pesantemente limitato i consumi”, è evidenziato nella lettera inviata oggi dall’Uiv al presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. E Paolo Castelletti, segretario generale dell’associazione che unisce più di 150mila viticoltori in rappresentanza del 50% del fatturato italiano di vino e dell’85% dell’export di categoria, ribadisce: “Siamo fermamente sostenitori di una stretta collaborazione tra mondo imprenditoriale e istituzioni regionali nell’attuale contesto, ma la limitazione dell’asporto dei prodotti vitivinicoli dagli esercizi commerciali, oltre a non avere impatto sulla possibilità di aggregazione, priva il settore di una fonte di reddito alternativa e compensativa a quella derivante dai consumi nella ristorazione e infligge un nuovo colpo al settore già fortemente provato”.
La lettera di Unione Italiana Vini al presidente di Regione Lombardia
Proponiamo, di seguito, il testo della missiva firmata dal presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona, e inviata al governatore Attilio Fontana in merito al divieto imposto a Regione Lombardia alla vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica da parte di tutte le tipologie di esercizi pubblici, nonché da parte degli esercizi commerciali, compresa la grande distribuzione, e delle attività artigianali dalle ore 18.
Egregio Presidente Fontana,
Unione Italiana Vini è la principale associazione delle imprese del vino in Italia: conta più di 150mila viticoltori e rappresenta il 50% del fatturato italiano di vino e l’85% del fatturato export di vino.

Con la presente faccio riferimento all’ordinanza n. 620 avete a oggetto “ulteriori misure per la prevenzione e gestione amministrativa dell’emergenza epidemiologica da Covid-19” con la quale la Regione Lombardia ha adottato talune misure urgenti allo scopo di contrastare e contenere il diffondersi del virus Covid-19.
Unione Italiana Vini sostiene le istituzioni in questa fase così complessa e preoccupante per il nostro Paese e per la salute dei cittadini; le imprese associate collaborano e sono a disposizione dei governi regionali nell’attuazione delle misure nei luoghi di lavoro, negli spazi pubblici, in occasione degli eventi.
In tal senso e in una logica di un approccio cautelativo nell’attuale contesto di ripresa e aumento del numero dei contagi, si prende atto delle misure adottate dalla Regione e che hanno un impatto sull’attività economica delle nostre imprese, in particolare in materia di limitazione degli orari nelle attività di somministrazione di alimenti e bevande sia su area pubblica che su area privata, della consumazione di alimenti e bevande su aree pubbliche dalle 18 alle 6 e il divieto di consumo delle bevande alcoliche nelle aree pubbliche compresi i parchi, giardini e ville aperte al pubblico.
Tali misure sono finalizzate al contenimento del contagio con particolare riguardo ai contesti economici e sociali in cui maggiore è la probabilità di aggregazione e assembramenti, con particolare riguardo ad alcune fasce della popolazione e ad alcuni orari della giornata maggiormente a rischio.
Al contempo, desta perplessità e profonda preoccupazione la misura secondo la quale “è vietata la vendita per asporto di qualsiasi bevanda alcolica da parte di tutte le tipologie di esercizi pubblici, nonché da parte degli esercizi commerciali e delle attività artigianali dalle ore 18”, tenuto conto che l’iniziativa:
• Non sembra volta a scoraggiare le probabilità di assembramento nei luoghi pubblici, posto che il consumo del vino, come degli altri prodotti agricoli e agroalimentari, è effettuato principalmente presso il domicilio e non nelle aree pubbliche (peraltro vietato dall’ordinanza).
• L’asporto con consumo presso il domicilio dei prodotti agricoli e del vino non andrebbe ostacolato, lì dove offre una soluzione complementare e “in sicurezza” al consumo fuori casa.
• L’asporto dei prodotti vitivinicoli dai pubblici esercizi ha rappresentato anche nella fase più acuta del lockdown un’alternativa per compensare il preoccupante calo dei consumi, anche di vino, nei pubblici esercizi: questa possibilità dovrebbe essere reintrodotta in coerenza con la possibilità di acquisto e asporto degli altri alimenti preparati, autorizzata dall’ordinanza;
• La limitazione dell’asporto di vino anche presso gli esercizi commerciali (in particolare nella grande distribuzione organizzata, nonché presso gli altri esercizi autorizzati alla vendita di prodotti alimentari al dettaglio) a partire dalle ore 18, oltre a non avere impatto sulla possibilità di aggregazione, limita la scelta dei consumatori e di numerosi clienti, le cui abitudini di orari di acquisto si concentrano oltre le 18, in particolare all’interno della fascia tra le 18 e le 20, successivamente al termine della giornata lavorativa.
Signor Presidente, Unione Italiana Vini è fermamente sostenitrice di una stretta collaborazione tra mondo imprenditoriale e istituzioni regionali nell’attuale contesto.
Al contempo, siamo convinti che le scelte relative alle limitazioni sui consumi degli alimenti e dei vini dovrebbero essere adottate secondo il principio di proporzionalità, con l’obiettivo di evitare ulteriori penalizzazioni a migliaia di imprese vitivinicole e a un settore già fortemente colpito dalle restrizioni dei mesi precedenti e, in generale, dalla pandemia che ha fortemente limitato i consumi.
Nell’auspicio di poter avere un confronto al più presto su una possibile riconsiderazione della misura, l’occasione è gradita, Signor Presidente, per porgere distinti saluti.