Regione Lombardia ci ripensa. E fa dietrofront, almeno sul divieto di vendere da asporto alcolici dopo le 18. Le proteste di tanti, dai produttori alle associazioni di categoria, passando per imprenditori e manager, hanno sicuramente contribuito a scalfire tanta della sicurezza con cui il governatore Attilio Fontana aveva adottato la misura lo scorso sabato, in funzione “anti-movida”. Ma la verità è che questo trionfo del buon senso lo si deve a quello che è stato innanzitutto un gioco di squadra, quello messo in campo da un “Sistema Milano” che ha dato prova di sapersi muovere per tutelare gli interessi di imprenditori e aziende, interpellando la politica, sedendosi ai tavoli di confronto e uscendone con dei risultati concreti.
Il cambio di rotta di Regione Lombardia: la modifica dell’ordinanza n. 620

“Rimosso il divieto di vendita di alcolici nei negozi e nei supermercati Lombardi dalle 18 in poi. Una decisione, che corregge un provvedimento che rischiava di creare ulteriori pesanti perdite al settore vinicolo, per la quale dobbiamo ringraziare per avere compreso e supportato le istanze del nostro settore il nostro Assessore Fabio Rolfi, l’Assessore Alessandro Mattinzoli e il grande lavoro di Confcommercio e del nostro Segretario Generale Giovanna Mavellia. Almeno su questa partita il buon senso ha vinto”. Così Federico Gordini, qui nella duplice veste di numero uno di Milano Wine Week e presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Lombardia, annuncia poco prima di cena il cambio di rotta intrapreso dalla Regione. Una decisione che in serata è confermata direttamente dalla modifica del “passaggio incriminato” dell’ordinanza n. 620 del 16 ottobre scorso come segue: “Le attività degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande sia su area pubblica che su area privata (fra cui, a titolo esemplificativo, bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie, rosticcerie, pizzerie, chioschi, bar mobili) sono consentite dalle ore 5.00 sino alle ore 23.00, con consumo al tavolo, e con un massimo per tavolo di sei persone (in tale numero non sono computati conviventi e congiunti), e sino alle ore 18.00 in assenza di consumo al tavolo. Con la chiusura dei pubblici esercizi all’ora stabilita deve cessare ogni somministrazione agli avventori presenti ed effettuarsi lo sgombero del locale. Resta sempre consentita la ristorazione con consegna a domicilio nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, nonché, fino alle ore 23.00, la ristorazione con asporto o con modalità drive-through, con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze”. Il presidente di Vinarius, associazione italiana delle enoteche, Andrea Terraneo, facendo riferimento all’attività di cui è proprietario a Cantù (Como), ha immediatamente commentato soddisfatto sul proprio profilo Facebook: “Torniamo da domani a svolgere il servizio normale fino a orario di chiusura 19,30 in forza della nuova ordinanza n. 623 di Regione Lombardia”. Poi, a nome degli enotecari italiani, aggiunge: “Complimenti alla filiera vino, che ha saputo essere coesa e dimostrare responsabilità e compattezza in questo momento. Ci auguriamo che questo sia un buon viatico per un dialogo sempre più aperto e costruttivo all’interno del nostro mondo e con le istituzioni. La filiera, infatti, ha dimostrato grande senso di responsabilità anche in frangenti in cui le normative erano molto restrittive: ci siamo adeguati e messi in condizioni di lavorare rispettando le regole. Allo stesso tempo, però, abbiamo dimostrato di essere un comparto forte e compatto nel portare avanti la richiesta di modifica di quelle parti della disposizione ritenute eccessivamente gravose, sempre e doverosamente non perdendo di vista il particolare momento che stiamo affrontando in Italia”.
Il Sistema Milano a sostegno del settore vino, ma non solo

Tutto è bene quel che finisce bene, si dovrebbe dire. Ma restano nondimeno le altre misure restrittive, che almeno fino al 13 novembre non è in previsione che cessino. Anche su questo punto, però, alcune piccole vittorie sono state conquistate dai rappresentanti dei commercianti oggi seduti al tavolo della Regione. “Due principalmente i risultati importanti conseguiti”, ci spiega Federico Gordini. “Il primo è un’interpretazione meno restrittiva della misura che impone il rientro presso il proprio domicilio alle 23, che va inteso come momento di uscita da un locale con possibilità di spostamento fino alla propria abitazione. Il secondo è l’aver scongiurato la chiusura dei negozi di medie superfici nel weekend: per intenderci, se rimangono le limitazioni per i centri commerciali, i commercianti di Corso Buenos Aires non saranno costretti ad abbassare le serrande durante il fine settimana, come invece era inizialmente previsto”. Ma Confcommercio Lombardia è soddisfatta di quanto ottenuto? “Non abbiamo portato a casa tutto quel che avremmo desiderato, ma è già davvero molto quanto ottenuto”, riprende Gordini. “Devo ammettere che in questa partita, non solo nella mia veste di riferimento del gruppo Giovani Imprenditori di Confcommercio Lombardia, ma soprattutto in qualità di presidente di Milano Wine Week, avevo raccolto il forte malumore di aziende e imprenditori. Ed è anche in conseguenza di questo che ci siamo mossi immediatamente e all’unisono, come Sistema Milano, proprio per tutelare gli interessi del settore, intervenendo per limitare il più possibile i danni. Il gioco di squadra ha funzionato e abbiamo dato prova che, quando ci sediamo ai tavoli di confronto, siamo capaci di fare da efficace tramite tra istituzioni e aziende”.