È un Prosecco Doc Rosé differente da tutti gli altri, quello lanciato da Bosco del Merlo. La nuova sfumatura in rosa della bollicina più venduta al mondo, nella versione firmata dalla realtà di Annone Veneto, si presenta e mostra la sua anima solidale. La cantina di proprietà dei fratelli Roberto e Carlo Paladin, infatti, ha deciso di includere quest’ultima attesa novità nel progetto Life in Rosé che sostiene le iniziative di Lilt Treviso, dando ancora più impulso e risonanza a un’iniziativa già di per sé importantissima.
L’iniziativa solidale Life in Rosé si arricchisce della novità più attesa

L’appuntamento è nuovamente online, venerdì 13 novembre, per la presentazione dell’ultimo arrivato in Bosco del Merlo. A fare gli onori di casa, Francesca Paladin, terza generazione della famiglia alla guida dell’azienda. Grande protagonista il nuovissimo Prosecco Rosé Doc della cantina veneta, pronto a debuttare su tutti i mercati. Un’uscita che ha assunto ancor più risonanza a fronte dell’iniziativa cui è stata legata: la conclusione di Ottobre in Rosa, mese della prevenzione del tumore al seno, con la consegna da parte di Bosco del Merlo di un assegno di 5mila euro a favore di Lilt Treviso. I fondi raccolti rappresentano il frutto del progetto Life in Rosé, che nel corso dell’ultimo anno ha visto la cantina della famiglia Paladin impegnata nel destinare una parte del ricavato delle vendite dei suoi vini rosati (Rosé Spumante Brut e Pinot Grigio) a supporto della campagna “Nastro Rosa”. E ora, ad accompagnare il progetto benefico targato Lilt Treviso ci sarà anche il nuovo nato Prosecco Rosé Doc.
Vino, Verde, Vite e Vita: la filosofia Bosco del Merlo

Con una produzione iniziale di 20mila bottiglie per il millesimo 2019, Bosco del Merlo si configura come uno degli apripista nella distribuzione della nuova tipologia di Prosecco. “Il Rosé Doc sarà la punta di diamante tra i Prosecco firmati Bosco del Merlo”, sottolinea Francesca Paladin. “Prodotto nel rispetto dell’impegno aziendale nel sostenere progetti di utilità sociale e ambientale, risponde pienamente ai parametri della filosofia aziendale delle quattro V (Vino, Verde, Vite e Vita) a dimostrazione dell’attenzione dedicata non solo alla salute del proprio territorio, ma anche a quella di chi lo abita”. L’intero progetto Bosco del Merlo, infatti, pone al centro la pratica della viticoltura ragionata, caratterizzandosi per sostenibilità. Si parte sempre dal vino come elemento cardine di qualità, cui si lega il verde di processi atti a fornire a ogni vite il giusto nutrimento, evitando sprechi, e la cura dell’intero ecosistema in cui i filari sono immersi, di cui è monitorata scrupolosamente la biodiversità. Infine, la vita: che non si esaurisce esclusivamente in quel che accade in cantina, ma giunge fino al consumatore. Perché come evidenzia Francesca Paladin:
“I nostri vini si fanno così comunicatori di ciò che è importante per noi. Esattamente come testimonia questa nuova iniziativa che lega Bosco del Merlo all’importante lavoro svolto da Lilt Treviso”.
Prosecco Doc Rosé: parola al direttore del Consorzio, Luca Giavi

La presentazione andata in scena online ha visto anche la partecipazione di Luca Giavi, direttore del Consorzio Prosecco Doc. Ed è stato proprio con il rappresentante dell’ente consortile che si è voluto fare un più generale punto sulla nuova tipologia in rosa. Giavi ha evidenziato, innanzitutto, quel che sono le fondamenta alla base del progetto Prosecco Rosé. “Quella che è stata compiuta dal Consorzio è una grande opera di uniformazione di quello che era il panorama degli spumanti rosati a base Glera presenti sul territorio. Oggi siamo partiti con la nuova tipologia, ma la ricerca va avanti: abbiamo, infatti, optato per l’utilizzo dei vitigni ammessi già storicamente in disciplinare, ma stiamo sperimentando per capire se possono essere incluse altre varietà autoctone nella produzione del Prosecco Rosé”. Per quel che riguarda le cifre del nuovo fenomeno delle bollicine tricolore, i numeri indicano di un valore tra le 15 e le 20 milioni di bottiglie poste in commercio con il primo millesimo 2019. “Nonostante l’attuale complicata convergenza di mercato, solo a ottobre l’imbottigliato a volume nella Doc è cresciuto del +18%. Si è registrata, infatti, una grande risposta dai mercati internazionali, da sempre interessati a questa tipologia. Ma il progetto del Prosecco Rosé segna numerosi estimatori anche in Italia. Con la particolarità di un’accoglienza favorevole mostrata anche da altri territori che producono rosati: in molto, infatti, hanno compreso che l’importante massa critica sviluppata da questa novità potrà configurarsi come un beneficio per altre produzioni in rosa del sistema vino in Italia”. In crescita sono anche le aziende ad aver scelto d’intraprendere la via del Prosecco Rosé. “Il dato più aggiornato indica che sono circa 80 le aziende che immetteranno sul mercato la nuova tipologia di prodotto tra annata 2019 e 2020”, spiega Giavi. “E per il nuovo millesimo in uscita a inizio 2021 riteniamo che i volumi commercializzati raddoppieranno, attestandosi tra le 30 e le 40 milioni di bottiglie”.
Il Prosecco Rosé Doc secondo Bosco del Merlo

Sono le parole di Francesca Paladin a raccontare il Prosecco Rosé Doc Bosco del Merlo: “Uno spumante in versione Brut, da 85% Glera e 15% Pinot Nero. Di colore corallo tenue con riflessi madreperla, questa nuova bollicina si accosta bene a piatti che rimandano al gusto asiatico. Se sono 20mila le bottiglie realizzate per il millesimo 2019, nel 2020 la richiesta sostenuta che già registriamo dal mercato ci porterà a produrre tra le 80 e le 100mila bottiglie. Il Prosecco Rosé Doc rimanda a una tipologia che oggi attira maggiormente il consumatore straniero, per via di un trend di consumo legato ai rosati che è più sviluppato all’estero che in Italia, ma anche a livello nazionale siamo certi che la fetta di appassionati che si dirigerà verso questa nuova bollicina aumenterà in breve tempo”. Da segnalare, in tema di abbinamenti, le proposte avanzate dalla vegan food blogger Chiara Canzian: a sposare la nuova bollicina in rosa Bosco del Merlo, una torta salata con patate e porcini o un’insalata di finocchi, arance, pomodorini secchi e mandorle, ma anche piatti invernali quali una vellutata con patate, porro e una scorza di limone e un risotto con radicchio e pere mantecato con scamorza affumicata. “Tutti i vini Bosco del Merlo sono certificati Vegan”, chiosa Francesca Paladin. “E il nuovo Prosecco Rosé Doc non fa eccezione. Con un nota bene: per noi, questa certificazione non si limita alla sola produzione di vino, ma coinvolge anche tutti i materiali che giungono dai nostri fornitori, come ad esempio le colle per applicare le etichette”. L’ulteriore riprova: è proprio vero che l’impegno di Bosco del Merlo non si esaurisce esclusivamente in quel che accade in cantina.