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Appius 2016 si svela: c’è una nuova stella in Alto Adige

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Sono il calore e i profumi dell’Alto Adige a investirci appena varcata la soglia. Una soglia che, quest’anno, non è quella della splendida cantina di Appiano, con il suo giardino colorato, le straordinarie botti che raccontano per immagini la storia della cooperativa, il caveau in cui riposano le barrique con all’interno conservati i tesori più preziosi di Hans Terzer. La soglia, per l’occasione, è quella di un tappo che cede il passo. Ma è soprattutto quella del vino versato all’interno del calice. È questo il momento in cui Appius 2016 infine si rivela. Lo fa immediatamente dopo aver mostrato, per la prima volta, la propria nuova scintillante veste.

Una vera immersione in Alto Adige: questo rivela Appius 2016, dopo aver mostrato, per la prima volta, la propria nuova scintillante veste
Una vera immersione in Alto Adige: questo rivela Appius 2016, dopo aver mostrato, per la prima volta, la propria nuova scintillante veste

L’emozione di una scoperta che si rinnova

È un Appius “stellare” la settima sinfonia del winemaker Hans Terzer. Ed è proprio la mano dietro la bottiglia a svelare l’edizione 2016 di questa cuvée esclusiva (quest’anno le bottiglie disponibili sono 6mila, alcune anche in grande formato) della Cantina San Michele Appiano. È un incontro digitale quello cui siamo costretti quest’anno, ma l’emozione non è certo minore delle precedenti occasioni. Fin da quando abbiamo ricevuto il campione per la degustazione, infatti, un alone di mistero circonda l’etichetta. Come sarà? Pazienti, non abbiamo voluto sbirciare dietro alla velina che nasconde la nuova interpretazione grafica che, ogni anno differente, caratterizza ciascuna annata di Appius. Perché il bello di questo vino sta anche qui: è una scoperta che non si limita al solo contenuto, ma anche a tanti altri piccoli dettagli che arricchiscono un prodotto già di per sé speciale.

È una nuova interpretazione grafica quella che, di anno in anno, caratterizza ciascun millesimo di Appius
È una nuova interpretazione grafica quella che, di anno in anno, caratterizza ciascun millesimo di Appius

Il miglior Appius mai realizzato?

Appius 2016, come le sei edizioni sorelle che l’hanno preceduta, è una cuvée che mira a raccontare i vertici qualitativi della relativa annata. Ma già al primo “precoce” assaggio (resta pur sempre un vino importante che desidera farsi attendere e per cui occorre pazientare per goderselo al suo apice espressivo) si nota immediatamente la perfezione ormai raggiunta dell’assemblaggio dei quattro monovitigni. Tanto che, oggi, pronosticare già di trovarci innanzi al miglior Appius mai realizzato non è certo un azzardo.

Dopo il primo assaggio dell'annata 2016, pronosticare già oggi di trovarci innanzi al miglior Appius mai realizzato non è certo un azzardo
Dopo il primo assaggio dell’annata 2016, pronosticare già oggi di trovarci innanzi al miglior Appius mai realizzato non è certo un azzardo

L’annata 2016 e una “stagione d’oro”

Ancora una volta, è stata la sapiente mano del winemaker Hans Terzer a guidare il processo di creazione di Appius. Sue le scelte che hanno condotto a selezionare la massima espressione del millesimo. Il frutto di un’annata, la 2016, caratterizzata da un prolungato periodo di pioggia nel cuore dell’estate, che inizialmente aveva destato qualche preoccupazione. “Ma come dice la saggezza popolare: la qualità dell’uva la fa in gran parte l’autunno”, sottolinea Terzer. Infatti, l’anno ha poi saputo regalare una “stagione d’oro” tra settembre e ottobre, con una vendemmia rigogliosa. E questa ricchezza di frutti perfettamente maturi ha dato vita ad un Appius 2016 intenso e sofisticato, capace di spingere il suo stesso autore a confermare quel che è stata anche la prima sensazione di tanti esperti presenti alla prima online:

“Potrebbe essere l’Appius più grande mai prodotto fino ad oggi”.

L’identità di Appius 2016

Appius 2016 è un vino orgogliosamente altoatesino, come è stato evidenziato all’interno della diretta da alcuni tra i più noti degustatori collegati, ma anche orgogliosamente di Cantina San Michele Appiano e, soprattutto, di Hans Terzer, il suo creatore
Appius 2016 è un vino orgogliosamente altoatesino, come è stato evidenziato all’interno della diretta da alcuni tra i più noti degustatori collegati, ma anche orgogliosamente di Cantina San Michele Appiano e, soprattutto, di Hans Terzer, il suo creatore

Come sempre, sono le uve bianche a comporre l’esclusiva cuvée, con la netta predominanza dello Chardonnay (58%), cui si aggiungono Pinot Grigio (22%), Pinot Bianco (12%) e Sauvignon Blanc (8%). Ci troviamo d’innanzi a un vino che brilla al naso e in bocca, capace oggi di accompagnare grandi piatti, ma se lo si vuole attendere per meditarlo, che va aspettato almeno altri quattro anni. Un’etichetta che è riflesso di tutta la straordinaria purezza dell’Alto Adige. Un vino identitario, dunque: ma che non è solo orgogliosamente altoatesino, come è stato evidenziato all’interno della diretta da alcuni tra i più noti degustatori collegati, ma anche orgogliosamente di Cantina San Michele Appiano e, soprattutto, di Hans Terzer.

La stella che indica il cammino

Appius non emoziona soltanto per il contenuto della bottiglia, ma anche per una veste, realizzata dalla Life Circus di Bolzano, capace di rinnovarsi e stupire di anno in anno
Appius non emoziona soltanto per il contenuto della bottiglia, ma anche per una veste, realizzata dalla Life Circus di Bolzano, capace di rinnovarsi e stupire anno dopo anno

Il progetto Appius, come spiegato all’inizio, non emoziona soltanto per il contenuto della bottiglia, ma anche per una veste capace di rinnovarsi e stupire di anno in anno. Un design dell’etichetta che muta e si aggiorna, sempre realizzato dalla Life Circus di Bolzano. Sulla cuvée Appius 2016 a spiccare è la rappresentazione di una stella lucente, simbolo della libertà poetica di Hans Terzer, capace di segnare la rotta e determinare la via. La stella, inoltre, parla anche del progetto stesso, il più ambizioso della Cantina San Michele Appiano: “Una sintesi tra consapevolezza e perpetua ricerca tra le più talentuose singolarità dell’annata, in cui i diversi monovitigni sono spigoli che nel loro brillare portano lucentezza alla complessità della cuvée”. Ma in fondo quella stella può rivestire molti altri significati. È una libera interpretazione quella offerta, che rilancia ancora una volta le emozioni che questa etichetta è capace di suscitare in ogni vero amante del vino.

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