Il vino veneto si fa mecenate dell’arte e la premia. Scegliendo di non arrendersi alle difficoltà dell’oggi, ma piuttosto di farsi ambasciatore di un messaggio di rinascita che passa innanzitutto dalla bellezza. La ricerca di un “oltre” che assume i volti di due grandi donne dell’Amarone: Marilisa Allegrini e Nadia Zenato. Produttrici capaci, da sempre, di valorizzare orizzonti differenti. Esattamente come le prospettive e l’estetica che lega mostre che si sono fatte racconto per gli occhi della grande storia e dei paesaggi unici d’Italia. Quella stessa narrazione che, coinvolgendo tutti i nostri sensi, può passare da un vino capace di diffondere in tutto il mondo il verbo dell’eccellenza targata Veneto e made in Italy.
L’arte di Raffaello, messaggio di “Rinascimento”

Sono Marzia Faietti e Matteo Lafranconi, curatori della mostra “Raffaello 1520 – 1483”, che si è tenuta alle Scuderie del Quirinale, i vincitori del Premio Allegrini “L’Arte di mostrare l’Arte” 2020. Se la cerimonia e l’imprescindibile brindisi ai premiati è stato forzatamente rimandato al 2021, la consegna “simbolica” del riconoscimento è, in ogni caso, andata in scena online. Nel cinquecentenario della morte del grande artista del Rinascimento, l’esibizione è divenuta un atto di riconoscenza di tutta Italia a uno dei maestri che non solo più hanno contribuito a dare forma all’arte del Bel Paese, ma che hanno anche maggiormente influenzato lo sviluppo della pittura negli ultimi cinque secoli.
“Vendemmie difficili, spesso lasciano vini indimenticabili”: parola di Marilisa Allegrini

“Quest’anno non abbiamo voluto sospendere niente. Anzi, dalle difficoltà occorre ribadire l’impegno per fare ancora di più”, sottolinea Marilisa Allegrini.
“Per storia e attività professionale, posso dire che le vendemmie difficili, quasi impossibili, spesso ci lasciano vini buoni, di personalità, che nessuno dimentica”.
“Così anche per le grandi mostre. Il nostro Raffaello, il nostro Giulio Romano, suo allievo, che ha immaginato Villa Della Torre a Fumane di Valpolicella, sarebbero d’accordo”. Le fa eco Marzia Faietti, curatrice per le Gallerie degli Uffizi, coorganizzatrici della mostra insieme alle Scuderie del Quirinale: “È nei momenti difficili che deve venir fuori la parte migliore di noi. Così accadeva a Raffaello, che seppe muoversi tra le difficoltà del momento storico, le esigenze del committente e quelle dell’artista. C’è un messaggio ancora attuale sotteso alla sua arte universale, caratterizzata da un grande senso della professionalità e dalla capacità di conciliare gli opposti. Non si tratta di un compromesso, ma di un raro equilibrio che ha indubbie ricadute sulla vita sociale e personale, associato a una comunicazione pacata, che arrivava a molti nonostante la complessità dei suoi contenuti. Sappiamo che era anche un uomo amabile. Aveva la capacità di lavorare con gli altri lasciando libertà di espressione. Quello che ritroviamo nella Scuola di Atene è un inno alla pace filosofica, alla tolleranza, all’amore. Raffaello è nostro ambasciatore nel mondo, è l’ambasciatore di un’Italia straordinaria”.

Il Premio Allegrini “L’Arte di mostrare l’Arte” 2020
“La mostra”, si legge nella motivazione del premio, assegnato dalla giuria presieduta da Antonio Foscari e giunto all’ottava edizione, “è riuscita a illustrare, a tutto tondo, la grandezza di Raffaello, riassunta nella versatilità di un genio che non fu solamente pittore, ma anche frescante, architetto, antiquario e autore di insuperabili invenzioni per arazzi e stampe. Con la cospicua selezione di disegni esposti, i curatori hanno intelligentemente evidenziato come ogni opera dell’Urbinate sia l’esito di una raffinata ricerca della perfezione, che è la cifra di un pittore la cui vita venne anzitempo spezzata, interrompendo l’esecuzione di mirabili progetti. Le opere che ci ha lasciato restano eterne e come tali sono riuscite a vincere anche le limitazioni imposte dalla complessa situazione attuale”.

Il rapporto tra la Signora dell’Amarone e l’arte
Allegrini ha cercato di caratterizzare negli anni la propria presenza accompagnando le istituzioni culturali italiane ed internazionali. In questo senso va letto l’intrecciarsi delle relazioni con l’Ermitage di San Pietroburgo, la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia, la Fondazione Palazzo Te e con i numerosi intellettuali periodicamente invitati a Villa Della Torre, monumento rinascimentale attribuito a Giulio Romano con oratorio di Michele Sanmicheli, sede della vita aziendale. Sempre in questo contesto s’inquadra la creazione del Premio “L’Arte di mostrare l’Arte”. Si tratta di un alto riconoscimento a chi per visione, ricerca, originalità nel reperire ed allestire le opere, ha saputo proporre un percorso esperienziale del cuore e della mente, ad altri difficilmente paragonabile.

Nelle passate edizioni a venire premiati sono stati i curatori della mostra “Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento”, Davide Gasparotto, Adolfo Tura e Guido Beltramini; Paola Marini e Bernard Aikema per l’esposizione “Paolo Veronese: l’illusione della realtà”; Salvatore Settis, Rem Koolhaas e Fondazione Prada per la mostra “Serial/Portable Classic”; Luca Massimo Barbero, curatore della mostra di Palazzo Strozzi a Firenze “Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim”; Maria Luisa Pacelli, direttrice del Palazzo dei Diamanti di Ferrara; Xavier Salomon, curatore della Frick Collection di New York; Arte Sella, spazio espositivo all’aria aperta di Borgo Valsugana.
La Grande Bellezza del vino che conquista il mondo: il progetto Zenato Academy

Come si diceva in principio, Allegrini non è la sola realtà d’eccellenza veneta ad aver scelto di premiare l’arte, lanciando un segnale importante di speranza. A ottobre, infatti, in occasione del Mese Europeo della Fotografia Emop Berlin, presso l’Ambasciata d’Italia nella capitale tedesca, ha trovato spazio la mostra curata da Luca Panaro “Vino. Oltre il paesaggio”, seconda tappa del progetto fotografico quadriennale di Zenato Academy. Dopo la precedente esposizione “Vino. Oltre gli oggetti”, che nel 2019 ha visto protagonisti gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano, oggi protagonisti sono stati gli allievi di f/16 Schule für Fotografie di Berlino, individuati dalla docente Martina della Valle.
L’arte fotografica capace di andare “Oltre”

“Con Zenato Academy ci siamo posti l’ambizioso progetto di creare un luogo d’incontro dedicato a giovani artisti nel campo della fotografia ed esprimere l’intimo nesso tra tradizione vitivinicola e arte fotografica”, spiega Nadia Zenato, titolare dell’azienda vitivinicola Zenato nota per i suoi Lugana e per i vini rossi della Valpolicella, in primis l’Amarone.
“Oltre è la parola chiave del progetto, ma anche della nostra visione: vedere, agire, pensare per superare i limiti, per la nostra azienda, ma anche per il nostro territorio”.
“E Oltre si va tutti i giorni in vigna e in cantina, grazie all’attenzione posta a migliorare i gesti, affinare i processi, studiare i risultati delle sperimentazioni. Oltre perché nei nostri prodotti non abbiamo messo solo tecnica, ma valori e sentimenti.”
Il potere immaginifico della fotografia durante la vendemmia

Luca Panaro, curatore della mostra, così spiega l’intento di quella che è stata l’esposizione: “Il tema scelto per questa seconda edizione del progetto è il paesaggio, inteso come fonte di conoscenza, testimone nobile e silente della produzione del vino. Le scelte compiute da ciascuno studente e l’imprinting fornitogli dalla scuola hanno portato i cinque studenti a interpretarlo in modo originale, nel desiderio di andare oltre l’iconografia tradizionale attraverso il potere immaginifico della fotografia”. Per Lisa Dollhop, Stefanie Dollhopf, Jorge Garrido, Lara Sapper, Marina Villanueva, i giovani volti dietro gli scatti, fondamentali i giorni trascorsi nelle tenute Zenato in Lugana e in Valpolicella, tra i vitigni, durante la vendemmia. “Hanno dato il giusto impulso alla nascita di progetti strettamente legati al territorio”, racconta la tutor Martina della Valle. “Vivere il contesto, conoscere gli attori che lo abitano, ricercare tra le pieghe del paesaggio e gli strati del territorio, sono state attività preziose che hanno dato origine a una narrazione per immagini profondamente ispirata all’attività dell’azienda”. Una bellezza ricercata e che si ritrova innanzitutto nei dettagli del quotidiano.
