Per aiutare a diradare la nebbia che ha avvolto il mercato vitivinicolo in tutto il mondo nel 2020 e delineare le prospettive sul “futuro del vino”, in occasione dell’opening dell’International Summit che ha dato il via a wine2wine Digital, parola anche alle aziende. Sei rappresentati di altrettante realtà del made in Italy hanno condiviso come le cantine da loro guidate hanno reagito alle difficolta di questi mesi, ma soprattutto quali strategie hanno posto in essere per evolvere e prepararsi al momento del rilancio. Ecco come Josè Rallo (Donnafugata), Dominga Cotarella (Famiglia Cotarella), Lamberto Frescobaldi (Marchesi Frescobaldi), Ettore Nicoletto (Bertani Domains), Riccardo Pasqua (Pasqua Vigneti e Cantine) e Marco Nannetti (Terre Cevico) hanno raccontato la new normality determinata dall’attuale congiuntura storica, allargando la visuale alle sfide che il prossimo decennio riserverà.

Josè Rallo (Donnafugata): “Il mondo è cambiato in questo anno e cambierà ancora in futuro”

“In questi mesi abbiamo innanzitutto dato spazio alla creatività”, Josè Rallo, titolare di Donnafugata, è la prima condividere l’esperienza della propria azienda. “Il mondo cambia: è cambiato in questo anno e cambierà ancora in futuro. Per questo abbiamo scelto di attivarci per difendere la nostra rete di vendita e i partner del canale tradizionale, perché si tratta di un segmento che ripartirà e tornerà a essere centrale per noi e per tutti. Dall’altro lato, abbiamo sostenuto attivamente i canali che hanno sostenuto una crescita, affiancando chi ha scelto di mettersi in gioco con soluzioni innovative e lanciando il nostro e-shop. Abbiamo rafforzato il digital e la nostra presenza social, facendo tasting online, con più di 150mila interazioni, e tanta cultura del vino. All’estero, occorre ripartire dai mercati dove siamo più forti: la Germania ha retto, dandoci soddisfazione grazie anche alla forza del nostro brand, ma puntiamo a riprendere la crescita al più presto anche negli Stati Uniti, dove come denominazione Sicilia abbiamo lavorato molto bene negli anni scorsi e ne raccogliamo i frutti”.
Dominga Cotarella (Famiglia Cotarella): “Siamo gente che sa attendere”

“Questa che stiamo vivendo è una crisi inedita, perché ha messo al centro il consumatore”, esordisce Dominga Cotarella, amministratore delegato di Famiglia Cotarella. “Un utente finale che oggi è in crisi. Un consumatore che non solo ha meno capacità economica, ma che vive circondato da un clima di sfiducia. Cosa possiamo fare noi, come aziende, per stimolarlo? Innanzitutto, dobbiamo chiedere una maggiore qualità dell’informazione. Dobbiamo raccontare al consumatore finale il perché del suo sacrificio, motivandolo con trasparenza e chiarezza. Oggi la preoccupazione c’è e non va sminuito il problema che viviamo: la scorsa estate, però, ci ha insegnato che i consumatori sono portati a dimenticare quel che li affligge. E questa, per noi del mondo del vino, deve rappresentare una prospettiva. Siamo gente che sa attendere, come ci insegna proprio la vigna, che prima di portare frutto, dopo essere stata piantata, deve attendere almeno quattro o cinque anni. Questo è il messaggio di speranza e di ripartenza che occorre condividere”.
Marco Nannetti (Terre Cevico): “Il consumatore del mondo non ha rinunciato al vino”

“Il vino, neanche in mezzo alla pandemia, si è mai fermato: questo è importante ricordarlo sempre”, sottolinea Marco Nannetti, presidente della cooperativa romagnola Terre Cevico. “Il consumatore mondiale, poi, non ha rinunciato al vino: si è orientato, certo, verso un miglior rapporto qualità e prezzo, ma non lo ha abbandonato. Con le etichette italiane che sempre più hanno creato un ponte con chi non poteva venire in Italia, ricordandone a tutti le atmosfere, i profumi e la bellezza. Ora, però, per quel che riguarda le strategie di settore, dobbiamo passare da una fase di sussidi a una di investimenti e sostegni strutturati alle produzioni: serve sempre più tecnologia e innovazione, per guardare al futuro con ottimismo e per una ripresa che possa essere reale”.
Lamberto Frescobaldi (Marchesi Frescobaldi): “Non solo Covid-19: alcune problematiche nel mondo erano precedenti”

“Occorre innanzitutto non fissarsi esclusivamente sul Covid-19”, richiama Lamberto Frescobaldi, numero uno di Marchesi Frescobaldi. “Alcune problematiche, come il rischio dazi in Usa e anche le complicazioni legate all’ingresso sul mercato cinese, erano precedenti allo scoppio di questa crisi. Dopo il disastro di aprile, commercialmente la situazione si è un po’ ripresa durante l’estate. Ma oggi, a essere diventato sempre più importante è il rapporto tra qualità e prezzo. Serve, anche a tal proposito, rinforzare la comunicazione del made in Italy in maniera strutturata. Gli Usa, ad esempio, hanno risposto in maniera esemplare a livello di consumi, spostandoli dal fuori casa all’ambito domestico. Adesso serve stimolare lo stesso per l’Italia. E occorre puntare, a livello istituzionale, su tre importanti riforme: cuneo fiscale, per dare maggior potere di acquisto ai consumatori, semplificazioni, soprattutto a livello burocratico, e strutture, dando alle aziende tutti gli strumenti per poter fare al meglio il proprio lavoro”.
Riccardo Pasqua (Pasqua Vigneti e Cantine): “Continuare con la premiumizzazione”

“Sarà necessario ripartire dalla consapevolezza della forza del made in Italy agroalimentare, puntando sempre di più sulla creazione di valore e convogliando le forze di tutti gli operatori dei settori coinvolti verso un unico obiettivo comune, che superi divisioni di segmento, posizionamento o logiche personalistiche”, questa la ricetta di Riccardo Pasqua, ceo di Pasqua Vigneti e Cantine. “Occorre continuare nella direzione della premiumizzazione. E confermo che i consumi in mercati come quello Usa, che si confermano il primo riferimento per il vino italiano, si sono spostati senza calare. Serve ripartire dai nostri talenti e andare nel mondo con politiche mirate di marketing. Nel prossimo futuro vediamo un’evoluzione sempre più spinta del digitale come canale privilegiato per lo sviluppo e il consolidamento del business: già nel 2020 le piattaforme di e-commerce hanno visto crescere il traffico di utenti tra il 15 e il 30% e anche il B2B sembra orientarsi sempre di più su modalità di interazione online. Se il 75% dei consumatori globali sta interiorizzando i nuovi habits di acquisto, per quello italiano l’uso di siti per comprare vino rappresenta ancora una percentuale minima sul totale. È su questo nuovo utente che sarà necessario lavorare: ora che le modalità di incontro tra brand e consumatore cambiano, servirà organizzare i propri canali diretti di e-commerce, così come aumentare l’engagement attraverso attivazioni online, sviluppando contenuti e storytelling coinvolgenti, utilizzando i social media come nuova cassa di risonanza a livello comunicativo”.
Ettore Nicoletto (Bertani Domains): “Sprigioniamo tutta la potenza del made in Italy e dell’Italian lifestyle”

A chiudere è Ettore Nicoletto di Bertani Domains. “Serve essere ottimisti, perché stiamo dando grande prova di resilienza: rispetto ai nostri competitor, stiamo resistendo meglio alla flessione dei consumi”, sottolinea. “Oggi abbiamo anche una grande occasione come Sistema Paese. C’è stato un reset generale e dobbiamo approfittarne, sprigionando in branding tutta la potenza del made in Italy e dell’Italian lifestyle. Serve mettere in rete tutte le eccellenze italiane, anche al di là dell’agroalimentare. Sfruttiamo la comunicazione e la presenza sui mercati, ma giochiamo bene le nostre carte anche con attività mirate di incoming. Serve, però, intervenire al contempo sulle nostre debolezze fisiologiche, con strumenti che favoriscano più concentrazione nel settore. Serve promuovere maggiore sviluppo strutturale. E accompagnare il passaggio generazionale nel sistema vino, che resta ancora un mondo molto famigliare”.