Strategie e idee per guardare al 2021: cinque professionisti del vino raccontano la sfida del futuro. Il quinto protagonista della nostra inchiesta è Filippo Bartolotta, comunicatore e wine educator
Sommelier professionista, giudice degustatore per Decanter Magazine, assaggiatore per l’Espresso Italian Wine Guide e per la Gazzetta Gastronomica. E ancora: fondatore di Le Baccanti Tours, una delle principali agenzie di viaggi ed eventi in Italia, e dal 2004 della scuola di cucina Mama Florence. Ma non finisce qui: da circa un anno, è anche coordinatore del Master Wine Hospitality per Giunti Academy. Come racconta perfettamente il suo curriculum, davanti a una formazione professionale nel Food&Wine a 360° così ampia, sarebbe decisamente riduttivo definire “soltanto” comunicatore e wine educator Filippo Bartolotta: perché siamo davanti a un professionista che il vino lo “vive”, non lo degusta e spiega solo.
Qual era la tua situazione lavorativa a inizio 2020, prima del Covid-19?
Il 2019 è stato un anno di gradi successi, così come i primi mesi del 2020. La costante ricerca di nuovi canali di comunicazione online stava dando i suoi frutti, con diversi progetti pronti a un ulteriore sviluppo. Un’evoluzione che ha senza dubbio subito un ritardo, ma che grazie alla digitalizzazione sta continuando a dare buoni risultati a livello comunicativo e non solo.
L’8 marzo l’italia si è chiusa in un lockdown morale, fisico ed economico: cosa è cambiato nel tuo lavoro?
Dall’inizio del lockdown, il mio lavoro è cambiato completamente. Quando a marzo l’Italia si è bloccata non ho potuto far altro che reinventare e modificare, almeno in parte, la mia figura. Per far fronte a questo cambiamento dettato dal momento storico, ho sviluppato una serie di video-racconti e recensioni sul vino che hanno da subito riscosso successo e che porto avanti tutt’ora.
Le figure con le quali ti interfacci hanno mutato il loro approccio?
Un cambiamento come approccio non direi. Ho prevalentemente riscontrato, davanti alla creazione dei video-racconti, che molte aziende e consorzi ne erano molto incuriositi. In molti mi hanno successivamente contattato per raccontare e trovare una chiave di lettura nuova del mondo del vino, portandomi a percepire una voglia e un bisogno di mantenere viva la comunicazione del settore. Inoltre, si è anche ridimensionata quella che è figura di alcuni miei collaboratori: ovvero, ha portato ad una nuova forma di lavoro ancora più efficace di prima.

E a livello di prodotto, quali sono state le tipologie di vini che hanno risentito gli effetti del lockdown e quali, all’opposto, ne hanno beneficiato?
Personalmente ho cercato di spingere la promozione di diverse fasce di prodotto: tanto i rossi più importanti, come nel caso di Brunello, Barolo o Chianti Classico, quanto quei vini bianchi, come il Pinot Grigio, nel quale ho riscontrato grande successo. Ho trovato, invece, più difficoltà di ricezione con vini di denominazioni meno “percepite” dal grande pubblico: penso a quella dell’Etna.

Nel ruolo di comunicatore, più in generale, cosa è cambiato?
Come figura professionale, non sono cambiato moltissimo. Attribuirei la trasformazione più all’incremento nell’utilizzo della digitalizzazione attraverso i video e lo storytelling, che nel mio ruolo ha condotto a una vera e propria amplificazione della voce. Il video è lo strumento che connette più emotivamente le persone, quindi è un mezzo davvero potente, che cattura l’attenzione e che seduce: non v’è dubbio che oggi rappresenti il media più importante. È certamente molto impegnativo da gestire, ma estremamente appagante ed efficace.
Quali idee hai per il futuro: credi che cambierà la tua figura professionale?
Cambierà, adattandosi e innovando. È un aspetto, questo, che sulla base dell’utilizzo del video come strumento di lavoro sto sviluppando insieme ai miei collaboratori: nello specifico, tramite una piattaforma online, nuova e molto avanzata, che veicolerà al meglio il mondo del vino, della cucina e della ristorazione. Sono molto fiducioso: la difficoltà economica che già percepiamo, e credo si manifesterà ancor più inoltrandoci nell’inverno, è diretta conseguenza di ciò che sono stati gli ultimi mesi del 2020, ma ho grandi aspettative per il 2021 e per il 2022. Incrocio le dita!