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Si può “bere bene” sotto i 10 euro? Il modello Paul Mas

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“Quanto deve costare bere bene?”: ogni appassionato o neofita del vino si è posto “la domanda”. Un quesito tutt’altro che secondaria o di facile risoluzione. Questa, infatti, da sempre la questione pronta a riproporsi davanti all’uscita di una nuova etichetta o a fronte della sterminata scelta che il vasto panorama enologico è in grado di offrire. Ci si trovi innanzi alla proposta di un’enoteca, alla carta vini di un ristorante, a uno scaffale di supermercato o alla vetrina online di un e-commerce, il fattore prezzo riveste sempre un peso nella scelta. Non potrebbe essere altrimenti. E negli ultimi anni il settore vino ha saputo fare passi in avanti da gigante rispetto al tema “bere bene”. È difficile, infatti, almeno quando si parla delle principali regioni vitivinicole mondiali, non trovare qualità, anche a prezzi contenuti. L’Italia della vite e del vino è un esempio in questo, con tantissime produzioni meritorie capaci di proporsi sul mercato in maniera fortemente competitiva lato valoriale. Ma interessante è anche la “nouvelle vague” che sempre più sta investendo il primo competitor del Bel Paese, la Francia. Oltralpe, infatti, le regioni storicamente “fuori dai radar”, se rapportate ai mostri sacri Bordeaux, Borgogna e Champagne, vanno sempre più costruendosi nomi di assoluto riguardo, il più delle volte a fronte di un percepito di “novità” in grado di ampliare gli orizzonti del gusto, ma soprattutto offrire un’invidiabile correlazione tra qualità e prezzo. È questo il caso del Sud della Francia, con più diretto riferimento alla zona della Languedoc-Roussilion, striscia di terra che affaccia sul Mediterraneo vedendo i propri orizzonti spaziare dai Pirenei che confinano con la Spagna, a ovest, alle spiagge della Costa Azzurra, a est. Ed è in questa vasta area dalle multiformi caratteristiche che Jean Claude Mas ha scritto, negli ultimi 20 anni con Domaine Paul Mas, la propria storia all’insegna di un “bere bene” capace di sposare alla qualità delle produzioni un ottimo rapporto in riferimento al prezzo.

15 Château in cui sono coltivate 45 varietà di uve, 22 milioni di bottiglie commercializzate ogni anno: questi i numeri da capogiro di Domaine Paul Mas
15 Château in cui sono coltivate 45 varietà di uve, 22 milioni di bottiglie commercializzate ogni anno: questi i numeri da capogiro di Domaine Paul Mas

L’universo di Domaine Paul Mas

Jean Claude Mas è un istrionico produttore che guarda molto al sodo. La sua filosofia è ben chiara: fare vino seguendo i dettami della tradizione, ma nella maniera più moderna possibile. Ed è questa una componente importante del successo che ha saputo costruirsi nei primi 20 anni dell’avventura del Domaine Paul Mas, da lui fondato e di cui è ancora oggi alla guida. I numeri che fanno riferimento a questa realtà del vino transalpina sono da capogiro: 15 Château in cui sono coltivate 45 varietà di uve, per complessivi 1.500 ettari di vigne gestiti e 22 milioni di bottiglie commercializzate ogni anno. E pensare che la storia ha preso il via soltanto nel 2000, con i primi 35 ettari di una parcella di famiglia che hanno fatto da apripista in un cammino che oggi ha condotto Jean Claude Mas e il suo Domaine a essere due dei simboli più riconosciuti della Languedoc-Roussilion del vino.

20 anni di continui “rilanci”

Il percorso seguito dal Domaine Paul Mas è stato un incedere inesorabile. Del 2002 è la prima acquisizione, con il Domaine Astruc, cantina di Limoux che ha permesso a Jean Claude Mas di “fregiarsi” del blasone di produttore e négociant. Da lì in avanti, è stato un susseguirsi di nuovi progetti, rilanci e investimenti. Il 2005, ad esempio, è stato l’anno di Arrogant Frog, linea dissacrante con cui Jean Claude Mas ha conquistato i mercati di tutto il mondo. E attenzione, quello del produttore francese è stato tutt’altro che uno scherzo: la gamma che si fa gioco della proverbiale “arroganza” che identifica il carattere transalpino, dal suo lancio a oggi, è arrivata a vendere oltre 90 milioni di bottiglie a livello internazionale, diventando leader in Nuova Zelanda, Australia e Olanda quando si parla di vini d’importazione. Un’affermazione cui sono seguiti, come si accennava, diversi “rilanci”: dal 2006, infatti, il via alla serie di incorporazioni nel Domaine di nuovi territori e suoli, fino al raggiungimento degli odierni 850 ettari di proprietà.

Il mosaico di Domaine Paul Mas: paesaggi e climi della Languedoc-Roussilion 

La chiacchierata "a distanza" fatta con Jean Claude Mas che ci ha introdotto alla Languedoc-Roussilion di Domaine Paul Mas
La chiacchierata “a distanza” fatta con Jean Claude Mas che ci ha introdotto alla Languedoc-Roussilion di Domaine Paul Mas

Risulta faticoso tirare le file di quello che oggi è un vero e proprio impero del vino nel sud della Francia. Lo scorrere degli anni dell’avventura di Domaine Paul Mas si lega, nel frangente tra il 2002 e il 2016, a un lungo elenco di nomi che fanno diretto riferimento ad altrettanti vocati contesti produttivi, il più delle volte molto diversi tra loro per caratteristiche e connotati dei vini che vanno ad offrire, nonostante il comune denominatore della Languedoc-Roussilion: Teramas Astruc, Mas des Tannes, Crès Ricards, Martinolles, Clos du Moulinas, La Ferrandière, Silène des Peyrals, Jérémie, Mas Saint André, Lauriga. A ogni Château un’impronta diversa, che si delinea e tratteggia attraverso produzioni studiate al millimetro. E qui sta una delle grandi intuizioni di Jean Claude Mas: aver saputo, nel corso di questi 20 anni, trovare il punto di sintesi tra marketing e tradizione. Quelli firmati dal produttore transalpino in Languedoc-Roussilion sono, infatti, vini realizzati per essere bevuti. E che ben si identificano per contesti di destinazione, target cui si rivolgono, identità di ogni terreno in cui le differenti produzioni prendono forma. Già, perché una delle “benedizioni” principali di questo angolo di Francia che Jean Claude Mas presidia in maniera puntuale con il suo mosaico di cantine è la straordinaria differenza che sussiste tra un contesto e l’altro, in termini di climi e terreni. Ed è questo anche il motivo per cui è possibile ritrovare coltivate all’interno del caleidoscopio del Domaine Paul Mas ben 45 varietà di uve differenti, poi utilizzate (al millimetro, come appreso da Jean Claude dagli insegnamenti di quel che ne è stato il mentore in materia, il compianto Giorgio Grai) per dare vita ai blend che compongono la variopinta declinazione di etichette proposte ai mercati del mondo.

“Bere bene” a meno di 10 euro: le dinamiche di produzione

Con i suoi blend Jean Claude Mas riesce a esprimere una proposta altamente competitiva, capace di rispondere a esigenze e gusti diversificati
Con i suoi blend Jean Claude Mas riesce a esprimere una proposta altamente competitiva, capace di rispondere a esigenze e gusti diversificati

Si giunge così alla chiusura del cerchio. Si ritorna al punto di partenza da cui questo racconto ha preso il via: il tema del prezzo. Ecco, i vini di Domaine Paul Mas cercano di rispondere anche a quel quesito che ci si è posto in principio rispetto al “bere bene”. In quello che in Italia diviene un intervallo di prezzo tra i 5 e i 10 euro, Jean Claude Mas riesce a esprimere una proposta altamente competitiva, capace di rispondere a esigenze e gusti diversificati. Il come è presto spiegato: la Languedoc-Roussilion è regione in cui è possibile ammortizzare con facilità i costi fissi per ettaro, a differenza di altre zone vitivinicole in giro per il mondo, e questo offre ai produttori la possibilità di uscire tra i 5 e i 7 euro con vini di assoluta qualità in rapporto al prezzo. La grande estensione di Domaine Paul Mas e la sua capacità di commercializzare un volume considerevole di bottiglie fa il resto, contribuendo ulteriormente ad accrescere la competitività della sua offerta. 

I tre consigli di WineCouture per scoprire Domaine Paul Mas

Il Paul Mas Syrah Pays d’Oc Réserve 2019: una delle tre etichette consigliate da WineCouture per andare alla scoperta del Domaine Paul Mas
Il Paul Mas Syrah Pays d’Oc Réserve 2019: una delle tre etichette consigliate da WineCouture per andare alla scoperta del Domaine Paul Mas

È una proposta, quella di Domaine Paul Mas, presente anche in Italia, a cavallo di canali con etichette dedicate a ogni contesto. Un’offerta ampia, che spazia dalle bollicine a bianchi e rossi, dai blend ai monovarietali, di cui vi segnaliamo tre vini capaci di farvi “bere bene” spendendo meno di 10 euro: iniziando con l’aperitivo, offerta dal Paul Mas Crémant de Limoux M Reserve, spumante per chi vuole andare alla scoperta di un gusto differente da quelli cui si è abituati da questa parte delle Alpi e capace di sposare molteplici piatti e sapori, passando per la nota balsamica di un rosso come il Paul Mas Syrah Pays d’Oc Réserve 2019, fino a giungere a un blend più corposo con il Paul Mas Pays d’Oc Vignes de Nicole 2019, dove il Syrah si fa complemento di una struttura sorretta dal Cabernet Sauvignon. Con un nota bene: se i primi due hanno il dono dell’immediatezza, l’ultimo, elaborazione più complessa delle precedenti, domanda ancora di essere atteso, almeno un paio di anni per iniziare a sprigionare il suo effettivo potenziale. A dimostrazione che i vini che introducono al colorato universo di Domaine Paul Mas possono essere di pronta beva, ma anche capaci di accompagnare più in profondità, chiedendo di essere attesi. Ed è anche grazie a un modello come quello elaborato in questi 20 anni di onorata produzione da Jean Claude, che il vino si fa “democratico” (copyright Valentina Fraccascia) all’insegna del “bere bene”.

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