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Scatta l’allerta no deal per l’export di vino italiano in Uk

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Si addensano nuove nubi sulla Manica. La tempesta pronta a scatenarsi è ancora una volta quella legata a un mancato accordo in tema di Brexit. E dagli stessi rappresentati del Regno Unito non giungono parole particolarmente incoraggianti, come dimostra il caso delle affermazioni rilasciate nel corso di un webinar di Unione Italiana Vini (Uiv) dall’Ambasciatore britannico a Roma, Jill Morris. “C’è ancora speranza per scongiurare il no deal, perché i nostri negoziatori stanno lavorano ogni ora per trovare un accordo che sarebbe nell’interesse di entrambe le parti”, ha ribadito il rappresentate Uk. “Allo stesso tempo dobbiamo ammettere che sarà molto difficile”.

Rischio impasse per sparkling e Dop piemontesi e siciliane

Prosecco e Pinot Grigio, ma anche le Dop di Sicilia e Piemonte a temere di più un no deal con il Regno Unito (dati: Osservatorio Uiv)
Prosecco e Pinot Grigio, ma anche le Dop di Sicilia e Piemonte a temere di più un no deal con il Regno Unito (dati: Osservatorio Uiv)

Al focus dedicato agli scenari post-Brexit per il settore vino, anche un’analisi dell’Osservatorio Uiv sul mercato del secondo Paese buyer al mondo con 4,4 miliardi di dollari di acquisti dall’estero lo scorso anno. Secondo l’associazione vinicola che rappresenta l’85% del fatturato export di settore, si rischia un’impasse senza precedenti su uno sbocco strategico, che però diventa vitale per alcune importanti denominazioni. È il caso di Prosecco e Pinot Grigio, in gran parte prodotti in Veneto, che assieme agli altri spumanti italiani oltre alle Dop piemontesi e siciliane rappresentano il 60% (e l’equivalente di quasi 500 milioni di euro) delle esportazioni di vini italiani in Uk. Sono gli sparkling, più nel dettaglio, la tipologia maggiormente coinvolta da potenziali dazi e burocrazia nel primo Paese compratore di bollicine del Belpaese. Per dare un’idea: con due bottiglie italiane importate su tre, oggi gli spumanti rappresentano oltre la metà delle vendite tricolori Oltremanica, con un dato complessivo di 400 milioni di euro.

Possibile un terzo scenario tra deal e no deal con l'Uk?
Possibile un terzo scenario tra deal e no deal con l’Uk?

Le “misure cuscinetto”

In (parziale) soccorso a uno scenario commerciale fortemente condizionato dall’incertezza, Uiv ha confermato alcune “misure cuscinetto” del governo del Regno Unito per evitare il salto nel buio. Il riferimento è in particolare rispetto a etichettatura (nessun cambio fino a ottobre 2022), nuove certificazioni (VI-1 sospeso fino a giugno 2021), la piena protezione delle indicazioni geografiche già riconosciute in Ue e le regole sul biologico (mutuo riconoscimento per tutto il 2021). 

Sparkling tipologia più danneggiata da potenziali dazi e burocrazia conseguenza di un no deal nel primo Paese buyer di bollicine italiane (dati: Osservatorio Uiv)
Sparkling tipologia più danneggiata da potenziali dazi e burocrazia conseguenza di un no deal nel primo Paese buyer di bollicine italiane (dati: Osservatorio Uiv)

Deal, no deal o proroga dell’attuale status quo: quale scenario dal 1° gennaio?

A spaventare, invece, la possibile applicazione dei dazi dal prossimo 1° gennaio. A tal riguardo, la parola definitiva è giustamente quella del segretario generale Uiv, Paolo Castelletti: 

“È paradossale pensare a uno scenario in cui le imprese esportano a dazio zero verso il Giappone e a 32 euro a ettolitro sui vini spumanti a una dogana posta al di là della Manica”. 

Ma il segretario generale del Comité Européen Entreprises Vins (Ceev), Ignacio Sanchez, ha provato a gettare acqua sul fuoco, prospettando quella che potrebbe essere un’alternativa plausibile al via del 2021:

“Un terzo scenario tra il deal e il no deal potrebbe essere una proroga dell’attuale status quo in regime temporaneo sino a eventuale accordo”.

Dopo che salteranno i tappi a Capodanno, il mondo del vino italiano, con in prima fila proprio l’universo delle bollicine, scoprirà quale sarà il suo destino Oltremanica, con la speranza non si trasformi in un amaro calice.

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