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Deditus, Barolo 2016: istantanee di una grande annata (da conservare e bere)

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Che la 2016 fosse un’annata promettente, in molti lo avevano già annunciato. Se non altro adesso ci uniamo alla testimonianza di chi questo millesimo l’ha dichiarato grande attraverso gli assaggi in terra di Barolo. Nove le aziende Deditus, protagoniste in un’orizzontale di etichette che si presentano pronte, invitanti e strizzano l’occhio ad eleganza e austerità per gli anni a venire. Ve le raccontiamo, un assaggio dopo l’altro.

L’associazione Deditus sfila con l’annata 2016

Uve sane, un abbondante raccolto: la via ideale per poi ritrovarsi, nel pandemico 2020, con vini che regalano già in anteprima grandi soddisfazioni. La stessa soddisfazione che ritroviamo nelle parole dei nove produttori che si riuniscono sotto l’associazione Deditus, figlia dell’accademia del Barolo, e che ci permettono di approfondire la loro storia e la bellezza a suon di assaggi, regalandoci una spinta di positività. 

Nove realtà, un'unica associazione, Deditus, per andare alla scoperta dell'annata 2016 a Barolo
Nove realtà, un’unica associazione, Deditus, per andare alla scoperta dell’annata 2016 a Barolo

Le aziende di cui vi diamo qualche nota d’assaggio sono Azelia, Vietti, Cordero di Montezemolo, Pio Cesare, Luciano Sandrone, Prunotto, Michele Chiarlo, Poderi Gianni Gagliardo, Poderi Luigi Einaudi: per una sfilata dell’annata 2016 tutta da scoprire.

Nove Barolo per un promettente 2016

  • Michele Chiarlo: Barolo Cerequio. Prima annata 1980, poi questo storico cru viene prodotto solo nelle annate migliori e in numero limitato. Al naso spiccano da subito note di frutti rossi maturi e frutta rossa in confettura, seguite da note di terra, sottobosco e legno tostato. L’analisi olfattiva è per tutto il tempo accompagnata da note fresche mentolate, che smorzano le precedenti note più scure, rendendo tutto più ritmato. Il gusto è pieno e deciso, con tannini fini e fitti. Esprime a piccoli passi quello che sarà la potenza di questo cru.
  • Cordero di Montezemolo: Barolo Monfalletto. Questo 2016 parte con un ventaglio di sensazioni olfattive molto ampio; si percepiscono infatti note che vanno da piccoli frutti rossi e neri, fino a note più calde di terriccio, vegetale caldo e sottobosco. Confortanti le sensazioni più chiuse, ma di piacevole intensità di tabacco da pipa, caffè e cacao. Accenni di spezie che ravvivano l’analisi. Al gusto è complesso e molto ricco, coinvolge integralmente il palato con un tannino deciso e austero che ne concretizza l’eleganza.
  • Prunotto: Barolo Bussia. Rosso rubino granato per questo Barolo nato dall’attenta selezione di uve del celebre cru Bussia. Sprigiona un’intensa e ampia struttura olfattiva di frutti rossi maturi, ciliegia fresca e in confettura, lampone, fragola, note di spezie dolci, cannella e cardamomo. Al palato presenta un’intensità molto importante con tannini giovani, vivaci ma avvolgenti. La chiusura del sorso è piena e persistente. 
  • Pio Cesare: Barolo. Trama olfattiva e gustativa che già al primo sorso, anche se di giovane età, presenta la sua eleganza e potenza tutta da assaporare. Al naso dal frutto rosso, ciliegia, lampone, fragola e agrume, fino al floreale che ricorda la viola e il vegetale caldo, accompagnati da una nota balsamica che chiude e completa il tutto, si costruisce un vino di grande struttura che si fa portavoce della potenza della 2016. Succoso, vivo e molto elegante al palato, una corrispondenza gusto olfattiva splendida che ritma perfettamente ogni sorso. Tannino soffice e nota sapida lievemente accennata. Si prospetta di grande longevità. 
  • Poderi Gianni Gagliardo: Barolo Castelletto. Ricchezza fin dal primo colpo di naso, con piccoli frutti rossi maturi, lampone, ciliegia e fragola, spiccano poi note più calde e balsamiche di erbe officinali, timo, ginepro. Qualche accenno alla spezia con pepe nero e alla frutta secca con la noce tostata e la nocciola. Al palato è di buona intensità e struttura, si ripropone anche al gusto la nota balsamica, presentando nell’insieme un vino netto e vivace. Il tannino spigoloso, ma molto piacevole.
  • Azelia: Barolo San Rocco. Al primo assaggio ha certamente conquistato il mio palato. Potente e pronto, incuriosisce pensare a quella che sarà la sua evoluzione. Per adesso, da questa anteprima, ritroviamo un vino che al naso ricorda la frutta rossa matura, con una nota ematica molto marcata, intenso richiamo alla terra, al pepe, alla liquirizia e al vegetale caldo, quasi sottobosco. Un vino che non lascia spazio a nessun accorgimento olfattivo che ne sottolinei la giovane età. Sapidità, tannino elegante e setoso, pieno e ricco. 
  • Vietti: Barolo Castiglione. Frutti rossi e una spiccata nota floreale la fanno da padrone con note di viola, rosa e vegetale fresco, ricordo terroso. Nota balsamica marcata che ricorda le erbe officinali e il sottobosco. Al palato si presenta già pronto. Tannino morbido, composto, accompagnato da una nota sapida che ne completa la struttura. Un vino elegante, appagante che prenderà certamente forza e potenza negli anni a venire. Finale lungo, succoso. 
  • Poderi Luigi Einaudi: Barolo Cannubi. Colore profondo e intenso che suscita importanza e prepara il palato ad un gioco armonico e vivace. Al naso presenta sentori di frutta rossa matura, ciliegia, prugna, fino a note più pungenti di pesca fresca e in confettura, seguite da note calde di tabacco, pepe, legno tostato e cacao. È ricco e incredibilmente pronto e presenta al palato tannini fini e composti, note sapide e balsamiche che lo rendono ancora più elegante. Struttura ampia e avvolgente. 
  • Luciano Sandrone: Barolo Le Vigne. Frutto ricchissimo, molto concentrato. Spiccano da subito note speziate e vegetali. Si percepisce la rosa, la viola e la lavanda. Note di frutta come fragola fresca e in confettura, ciliegia, nocciola, fino a note più scure di caffè, legno tostato Tannino sostanzioso e leggermente graffiante. Davvero buono. 
Un’annata da conservare e bere, la 2016, come confermano gli assaggi proposti dai componenti dell'associazione Deditus
Un’annata da conservare e bere, la 2016, come confermano gli assaggi proposti dai componenti dell’associazione Deditus

Questa 2016, in definitiva, si conferma davvero l’annata che tutti dichiarano eccellente e la curiosità per l’evoluzione che questi Barolo avranno nel tempo è certamente forte. Per chi invece non gode di grande pazienza, la soddisfazione arriverà lo stesso vista la già pronta capacità di beva che questi vini presentano. Dunque, un’annata da conservare e bere, che senza dubbio ha tirato su il morale di noi degustatori alla fine di questo particolare 2020. 

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