Un nuovo viaggio nel vino. È questo ciò che propone Compagnia dei Caraibi attraverso Elemento Indigeno, nuovo progetto dell’azienda piemontese. Ed è davvero un mondo intero quello che la realtà attiva dal 1995 nell’importazione e distribuzione di spirits e soft drinks punta a far scoprire. In un percorso dove, ancora una volta, sono la grande ricerca, l’amore per il viaggio, per le differenti culture e per la qualità, la passione e la storia, a caratterizzarsi come cifre stilistiche del cammino.
L’uomo al centro: la filosofia di Compagnia dei Caraibi
È una ricerca che parte dall’uomo, dalla sua cultura, dalla storia e dai gusti, a tutte le latitudini, quella di Compagnia dei Caraibi. Esattamente come accaduto per il catalogo di spirits premium dell’azienda e in quello Progressive, con cui la realtà torinese si è aperta all’export, offrendo, tra gli altri, una straordinaria selezione di agavi, unica in Europa.
Elemento Indigeno: il mondo è vino
Ora Compagnia dei Caraibi mira a presentare il vino come mai prima. Al centro, come detto, sempre l’uomo con le sue diverse culture e con l’energia trasmessa dai luoghi che abita. Elementi che influenzano il modo in cui si apprezza l’uva e le forme che assumono i vini. Una filosofia e un approccio che sono sintetizzati nel claim di Elemento Indigeno: The World is Wine.
Un concetto, quest’ultimo, che ritroviamo racchiuso anche nell’immaginifico logo del progetto lanciato. Una sfera, idealizzazione del chicco d’uva, una piramide, elemento energetico e di scambio, una lingua, che rappresenta l’animale e il suo istinto e che assapora ciò che è nuovo. Infine, l’elemento umano, che gode dell’uva, dell’energia e della scoperta.

Alla ricerca del vino etico
“Alla base di Elemento Indigeno c’è una componente fortemente etica, sintetizzata in un logo suggestivo che racchiude le caratteristiche del lungo percorso di viaggio che abbiamo intrapreso”, spiega Edelberto Baracco, ceo di Compagnia dei Caraibi. “L’uva, la terra, le idee ne sono l’essenza e quel punto di contatto con il sapore. Ecco che scopriamo così l’Elemento Indigeno, quella singolare peculiarità all’interno della nostra ricerca”.
“Anche questo progetto è caratterizzato dalla responsabilità valoriale ed etica che da sempre guida la visione di Compagnia dei Caraibi e che si manifesta nel profondo rispetto per tutto ciò che è vivo e che ci arricchisce umanamente e culturalmente”.
Elemento Indigeno, un catalogo “non conflittuale”
“Affrontiamo un mercato tradizionale, saturo, pieno di competitività, molto diverso dal mondo degli spirits ed è per noi essenziale marcare bene il nostro posizionamento: il contesto italiano è pregno di tradizione nel mondo dell’uva, viviamo in un momento storico in cui ha preso piede il trend dei vini naturali ed entriamo quindi in un universo in cui la conflittualità è preponderante”, riprende il numero uno dell’azienda piemontese.
“Elemento Indigeno vuole inserirsi in questo scenario allontanandosi da questa opposizione ed è il motivo per cui gli archetipi che muovono il progetto sono tre: il viaggio, la convivialità, la non conflittualità”.
330 referenze dal Giappone alla Georgia
Otto macroaree, 65 regioni enologiche, 27 paesi, 74 produttori ed oltre 330 referenze in un suggestivo catalogo di vini provenienti da tutto il mondo. Ma da dove prende il via il percorso tracciato da Compagnia dei Caraibi? Si tratta di un viaggio che non poteva che partire dalla Georgia, dove 9.000 anni fa, tra il Caucaso e il Mar Nero, nacque la viticoltura, per scoprire che oggi, il vino georgiano di qualità, realizzato nelle tradizionali anfore di terracotta interrate, è protagonista di un prepotente ritorno. Una prima tappa che si completa passando dai territori armeni e azeri, per arrivare a conoscere le storie e i sapori dei vini turchi, libanesi e marocchini, lungo la traiettoria in cui la cultura del vino si diffuse, il Mediterraneo.

Ma a fare parte del nuovo itinerario tracciato anche il Tropico del Capricorno, agli estremi dell’Africa, e l’Emisfero Australe, grazie ai vini eroici di Argentina, Cile e Perù, per ritrovarsi dall’altra parte del mondo, lungo la Rotta Pacifica e poi su, nell’Impero del Sole, dove è possibile scoprire i vini di Katsunuma, la cantina simbolo della identità vitivinicola giapponese più profonda.
E dopo aver attraversato gli oceani americani di sabbia e di roccia che proteggono colline e vigneti, il ritorno in Italia, dove la cultura del vino ha trovato la sua espressione più alta e dove si conclude il percorso intrapreso con Elemento Indigeno.
Un diario di bordo per l’Horeca: Elemento Indigeno alla conquista del canale tradizionale
Il catalogo di questo progetto, dunque, si fa vero e proprio diario di bordo, anche nelle forme. Assumerà, infatti, l’aspetto de “il diario di Atlante”, fogli mobili per una lista di vini destinata a ingrandirsi, all’interno di una copertina in pelle anticata. Un compendio suggestivo, che narra i luoghi, la storia e le persone, strumenti indispensabili per apprezzare e comprendere al meglio gli straordinari vini incontrati durante questo lungo viaggio.
Di cosa parliamo quando parliamo di Compagnia dei Caraibi
Compagnia dei Caraibi è un’azienda nata a Vidracco (To) nel 1995, attiva nell’importazione e distribuzione di spirits e soft drinks provenienti da ogni parte del mondo tra cui Rum, Gin, Vodka, Whisky, Tequila, sodati, acque e Champagne. Il portfolio si compone principalmente di prodotti Premium e Super Premium. Oggi, rappresenta uno dei player più dinamici presenti sul mercato, con una rapida e costante crescita e un catalogo composto da oltre 500 referenze importate in esclusiva in Italia, tra cui alcuni dei brand più di tendenza presenti sul mercato.