I vini abruzzesi volano sugli scaffali dei supermercati. Lo certificano i dati dell’Osservatorio Permanente a cura di Wine Monitor Nomisma, voluto dal Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo nel 2019 per adeguare al meglio le strategie d’azione sui vari mercati. E quanto emerge dalle ultime rilevazioni è proprio che, nel singolare contesto del 2020, l’Abruzzo del vino è stato assoluto protagonista all’interno del canale della Grande distribuzione.
Bilancio 2020: la salvezza arriva dallo scaffale dei supermercati
In questo particolare spaccato delle vendite in Italia, rispetto ai principali competitor, il Montepulciano d’Abruzzo segna un +8% delle vendite a valore rispetto al 2019, una crescita del prezzo medio superiore al 4% e un incremento del +3,8% a volumi.

“La crescita in termini di volumi e quella rispetto ai valori, che è addirittura maggiore delle altre principali Denominazioni nostre competitor, sono un riscontro più che positivo in un’annata tutta in salita”, spiega Valentino Di Campli, presidente del Consorzio.
“Grazie alla penetrazione e all’appeal del Montepulciano d’Abruzzo nella Grande distribuzione si è in parte compensato alla grave perdita provocata dalla chiusura per troppi mesi del canale Horeca”.
In Germania, principale mercato di esportazione dei vini abruzzesi, nonostante la diminuzione del consumo del vino italiano, la ricerca mette in luce per il Montepulciano d’Abruzzo una stabilità nella quota di mercato in termini di volumi e la crescita (+4%) del prezzo medio, anche su questo mercato, ribadendone le grandi potenzialità.
Cresce la produzione per l’Abruzzo del vino
Dall’analisi dei dati del contrassegno di stato, introdotto a dicembre 2018 quale importante simbolo di garanzia per produttore e consumatore che accresce la credibilità dei prodotti oltre all’affidabilità di tutta la filiera, nel report dell’Osservatorio si evince che nel 2020 il Montepulciano d’Abruzzo chiude con un +1%, con circa 804mila hl imbottigliati e si conferma Denominazione strategica.
Valentino Di Campli
Nel primo trimestre di quest’anno i vini abruzzesi avevano registrato un +10% e, nonostante l’emergenza sanitaria e le ricadute economiche disastrose, grazie alla forza del Montepulciano d’Abruzzo si è arrivati a fine anno addirittura con un segno positivo.
“Questi dati ci confermano che il Consorzio deve proseguire nella direzione intrapresa, continuando ad investire sulle attività di comunicazione, da una parte, e mettendo in campo iniziative volte alla gestione delle produzioni, dall’altra”, sottolinea Di Campli.
Le sfide di domani: redditività e tutela delle realtà medio piccole

Analizzando il discorso prezzi, il numero uno del vino abruzzese evidenzia, però, anche quelli che ancora sono i passi in avanti da compiere:
“Se il prezzo medio a scaffale è cresciuto, non è aumentata la redditività dei nostri agricoltori, occorre dunque intervenire per fare in modo che i viticoltori abruzzesi possano ottenere un maggiore ritorno dal proprio lavoro. È stato un anno da dimenticare, sotto tanti punti di vista, e molte aziende di dimensioni medio piccole che lavorano solo con il canale Horeca stanno tutt’ora pagando un caro prezzo, per questo stiamo cercando di supportarle con iniziative che spingano anche su canali alternativi come l’e-commerce e stiamo lavorando per mantenere alta l’attenzione degli stakeholder nazionali e internazionali sui vini d’Abruzzo”.
Ma non sono solo. Aggiunge il presidente Di Campli: “D’altro canto stiamo insistendo sul dialogo anche con le istituzioni a fronte di misure che sappiano davvero tutelare tutte le realtà che compongono il settore vitivinicolo regionale, essenziale per l’intero comparto economico”.