Ha ufficialmente preso il volo il progetto Winelivery, app che garantisce la consegna in 30 minuti e alla giusta temperatura di un’ampia gamma di bevande alcoliche, vino in primis. Lanciato nel 2016 a Milano e oggi attivo anche in molte altre città lungo lo stivale, tra cui Bologna, Torino, Firenze, Bergamo, Prato, Roma, Catania e Napoli, ha chiuso il 2020 con risultati ben superiori alle attese. Merito di un servizio ormai ampiamente “rodato”, che nel nuovo contesto storico, dove si è registrato un sostanziale incremento nella domanda per l’opzione della consegna a domicilio, ha saputo trarre massimo beneficio dalla posizione di vantaggio acquisita con l’esperienza maturata nel corso degli anni. E così, gli scorsi 12 mesi hanno visto l’applicazione segnare un tasso di penetrazione sulla popolazione italiana superiore all’1,2%, grazie a oltre 700mila download, ma soprattutto 7,5 milioni di euro di fatturato consolidato, corrispondenti a sei volte quello del 2019.
La sfida 2020: Winelivery promossa a pieni voti

Nel 2020, dunque, Winelivery non soltanto ha dimostrato di essere pronta nel fronteggiare, mantenendo gli alti standard di servizio in 30 minuti e in temperatura, l’aumento della domanda, ma ha anche saputo ampliare notevolmente la propria rete, arrivando ad oltre 60 store con servizio express in tutte le principali città italiane, dalla Sicilia all’Alto Adige.
Gli scorsi 12 mesi, poi, hanno rappresentato un passaggio decisivo anche dal punto di vista del funding. L’ultimo importante round di investimento, conclusosi in dicembre, ha visto la riconferma della fiducia sia dei soci, tra cui Gellify Digital Investment, sia l’ingresso di un pool ristretto di nuovi partner sinergici al progetto. La raccolta, di conseguenza, ha consentito all’azienda di reperire le risorse necessarie all’esecuzione dell’ambizioso piano di sviluppo del quadriennio 2021/2024, che porterà Winelivery ad aumentare la capillarità e diffusione del servizio, consolidando quindi la propria leadership in un segmento che, in Italia, ha di fatto creato da zero.
Da startup a realtà consolidata: l’app per bere alla prova del futuro
“Consideriamo Winelivery ancora una startup”, sottolinea Francesco Magro, founder e Ceo dell’azienda. “Questo perché, come tale, abbiamo brama di crescita e ci poniamo obiettivi di sviluppo molto sfidanti. Al tempo stesso ci comportiamo come un’azienda che deve competere sul mercato, e quindi essere capace non solo di crescere a tassi importanti, ma anche di portare redditività agli azionisti”.
Francesco Magro
E i dati del 2020 non fanno che suffragare il racconto del fondatore: se si guardano le cifre, infatti, Winelivery chiude non solo con una crescita superiore al 600%, ma anche a fronte di un Ebitda positivo, che dimostra della solidità e lungimiranza delle scelte operate dal management.
Chiosa, a riguardo, Magro:
“Winelivery conquista il mercato e porta redditività perché la sua strategia punta a valorizzare i prodotti attraverso un servizio di consegna eccezionale nei tempi e nella cura, evitando in assoluto la leva prezzo e lavorando sul differenziarsi dagli altri operatori sul mercato con una value proposition distintiva”.
Le fondamenta, dunque, sono state gettate. E la costruzione sta crescendo: più veloce del previsto e ben solida. Ora a Winelivery è domandato l’ultimo passo: quello del passaggio da startup a magnifica realtà capace di contribuire a consolidare la digitalizzazione nel mondo del vino.