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Stefano Patuanelli all’Agricoltura: ma il vino non dimentica

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“A pensar male degli altri si fa peccato, ma spesso ci si indovina”. La celebre massima del ex-premier e senatore a vita Giulio Andreotti descrive perfettamente lo stato d’animo con cui il mondo del vino ha accolto, scettico, la nomina nella serata di ieri di Stefano Patuanelli a nuovo ministro dell’Agricoltura. Già, perché se il buongiorno si vede dal mattino, le prospettive sono quelle di una strada tutta in salita. Nel comparto, infatti, è ancora aperta la ferita lasciata dall’esponente M5S con le sue ultime azioni da ministro dello Sviluppo Economico. E il riferimento è ovviamente alla grottesca decisione dell’ultimo Dpcm (ancora in vigore, nonostante gli appelli e la battaglia portata fino nelle aule di Camera e Senato), che vieta la vendita di qualsiasi bevanda alcolica e analcolica da parte di tutti i negozi specializzati con codici Ateco 47.25 (leggi: le enoteche) dalle ore 18. Così, ora, con una scelta da parte del nuovo premier Draghi che appare come il più classico dei “promoveatur ut amoveatur”, Stefano Patuanelli “trasloca” da via Veneto (dove sbarca il leghista Giancarlo Giorgetti) a via XX Settembre. Ma, come sottolineammo già in occasione delle dimissioni di Teresa Bellanova, il ministero dell’Agricoltura si trova ancora una volta al centro dell’attualità politica, ma non certo per ragioni legate alle sue competenze.

“Parole, parole, parole”: Stefano Patuanelli al Mise e il vino

da sinistra: Andrea Sartori, presidente del Consorzio Vini Valpolicella, il ministro Stefano Patuanelli e Olga Bussinello, direttore dell’ente di tutela veronese.
Il nuovo ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli, all’epoca della sua visita in Valpolicella nel 2019, insieme ad Andrea Sartori, ex presidente del Consorzio Vini, e Olga Bussinello, ex direttore dell’ente di tutela veronese

Eppure, il rapporto tra Stefano Patuanelli e il mondo del vino non era poi neanche iniziato male. Il 21 settembre 2019, in visita al Consorzio vini della Valpolicella, l’oggi ministro dell’Agricoltura in pectore affermava: 

“Il settore del vino va inserito a pieno diritto in un contesto di rilancio del Paese”.

E poi sottolineava:

Con il Mise si può lavorare su diversi fronti, dai rapporti commerciali fino al turismo, quest’ultimo troppo spesso affidato al moto spontaneo dell’ospite”.

Già, perché all’epoca, le deleghe sull’export erano state “requisite” dagli Esteri, dove saldo rimane un’altra “nota dolente” tra le scelte “necessarie” del nuovo Governo Draghi, il pentastellato Luigi Di Maio, togliendo al Mise gran parte della sua strategicità. Infatti, non si ricordano successivi interventi degni di nota da parte dell’ingegnere triestino Patuanelli a sostegno del comparto, almeno fino al fatidico Dpcm del 14 gennaio scorso.

La nuova avventura al Mipaaf: passato di un ministro “per niente agricolo”

La domanda sorge spontanea: ma che esperienza porta, in tema Agricoltura, Stefano Patuanelli in via XX Settembre?
La domanda sorge spontanea: ma che esperienza porta, in tema Agricoltura, Stefano Patuanelli in via XX Settembre?

Ma che esperienza porta, in tema Agricoltura, Stefano Patuanelli in via XX Settembre? Ecco, qui sta il punto. La risposta, scorrendo il suo curriculum, è: zero. Il triestino Patuanelli, infatti, nasce come ingegnere edile. Scende poi nell’agone politico nel 2011 con la carica di consigliere comunale della sua città natia, che ricopre fino al 2016. Nel 2018, infine, il grande salto: sbarca a Roma, eletto senatore. Stefano Patuanelli viene immediatamente nominato capogruppo M5S a Palazzo Madama, trasformandosi in breve tempo in uno dei principali promotori dell’avvicinamento tra i Cinque Stelle e il Partito Democratico. Inevitabile il successivo ingresso nel Governo Conte II: Patuanelli, il 5 settembre 2019, giura come nuovo ministro dello Sviluppo Economico in sostituzione del collega di partito Di Maio, passato agli Esteri. Il resto è storia. O meglio sarebbe dire: farsa. Almeno se la si osserva dalla prospettiva del mondo del vino. Per il futuro, si vedrà.

Leggi tutti gli articoli con i dettagli del caso enoteche “discriminate” dall’ultimo Dpcm negli approfondimenti di WineCouture:

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