Un 2020 dal segno più, nonostante l’annus horribilis del Covid-19. Accelera il modello Mondodelvino, proseguendo sul proprio percorso d’integrazione verticale tra vigneto e cantina, nonché di valorizzazione delle Tenute e dell’identità territoriale dei propri vini. Per scelte che hanno premiato il gruppo, guidato da Alfeo e Marco Martini insieme al Consiglio di Gestione, portandolo ad una crescita del +8,5%, a fronte di un fatturato che raggiunge quota 120,5 milioni di euro.
La “nuova verticalità” del modello Mondodelvino
Il risultato 2020 di Mondodelvino è frutto di un piano produttivo che valorizza la filiera, l’integrazione delle quattro tenute del gruppo e il rapporto di partnership coi viticoltori, oltre a una strategia distributiva basata sulla multicanalità.

“L’esperienza Covid-19 ci ha spronato ad accelerare nel percorso di valorizzazione della nostra verticalità vigneto-bottiglia, scelta che è stata premiata dai risultati del bilancio di questo anno difficile”, sottolinea Enrico Gobino, direttore marketing Mondodelvino.
“Un dato che conferma la nostra convinzione su quanto il valore identitario dei vini prodotti dalle Tenute, fondato sul legame con i territori, le peculiarità dei vitigni e la cultura delle famiglie di viticoltori che li producono, rappresenti una leva strategica di marketing vincente che, oggi più che mai, dobbiamo giocarci anche come ‘sistema paese’ nelle strategie di rilancio del vino italiano nel mondo”.
“In questo senso ci siamo orientati verso una ‘nuova verticalità’ delle nostre Tenute, dove il rapporto con il produttore viticolo è diventato il fulcro di un originale modello di organizzazione produttiva che supera il dualismo tra ‘conduttore diretto’, del viticoltore trasformatore proprietario, e ‘conferitore’ del sistema cooperativo”.
I “vignaioli partner” Mondodelvino
L’originaria ispirazione marketing oriented impressa dai fondatori del Gruppo, rimasto elemento caratterizzante del branch agro-industriale MGM, si è evoluta nel corso di circa 30 anni di attività, verso un “partenariato” con le imprese vitivinicole che collaborano attivamente e sono parte integrante dell’ecosistema Mondodelvino, realizzato con diverse formule economico-organizzative. Spiega Gobino:
“Nelle nostre Tenute abbiamo costruito un nuovo modo di essere verticali. Indirizziamo e valorizziamo i vigneti insieme alle migliaia di nostri ‘vignaioli partner’, attraverso un lavoro costante di formazione, supporto, monitoraggio e consulenza, creando una relazione di scambio attivo nel rispetto dell’autonomia imprenditoriale di ognuno di loro”.
“In questo modo, nel nostro nuovo modello abbiamo riunito il controllo della produzione fin dall’impianto della vigna e in tutte le sue fasi, con la valorizzazione della cultura e dell’autonomia imprenditoriale del vignaiolo insieme al quale definiamo un piano di sviluppo, coinvolgendolo direttamente in progetti di crescita qualitativa del vigneto e quindi del vino prodotto – modulati anche sulla base delle evoluzioni del consumatore, che ci hanno permesso in questi anni di arrivare al successo sui principali mercati internazionali”.

Portare la cultura del mercato in vigna e il frutto della vigna sui mercati con un percorso condiviso che si reinventa ogni anno: è in questa dinamica il segreto di rapporti di partnership instaurati dal gruppo Mondodelvino e che durano da oltre 10 anni forti di una solidità basata sulla convinzione di obiettivi comuni che sono alla base del progetto di verticalità del gruppo. I viticoltori infatti non sono vincolati da contratti pluriennali, ma sono liberi di scegliere ogni anno se rinnovare il “patto della qualità”, sistema che attualmente porta ai conferitori che fanno parte del progetto di filiera una remunerazione delle uve che è superiore rispetto alla media delle quotazioni di mercato. E il fatto che la base produttiva aziendale non registri defezioni da almeno 20 anni ma anzi, cresca continuamente di numero, sta ad indicare che la strada è quella giusta.
I numeri della crescita e la scelta vincente della multicanalità
È per questo che le Tenute del Gruppo (Cuvage e Ricossa in Piemonte, Poderi dal Nespoli in Romagna e Barone Montalto in Sicilia) sono da ritenersi a tutti gli effetti “aziende verticali”. Esse rappresentano, infatti, il 15% dei volumi (con 9,5 milioni di bottiglie su un totale del gruppo di 62 milioni provenienti da 1.350 ettari), ma quasi il 30% del fatturato cresciuto di oltre il 7% grazie soprattutto alle Tenute piemontesi di Cuvage (+14%) e Ricossa (+18%).

Oltre al progetto di filiera, a premiare il modello Mondodelvino nel 2020 è stata anche la scelta di una strategia distributiva basata sulla multicanalità che il Gruppo attua già da anni. Una buona presenza nella ristorazione e nelle enoteche, ma senza dimenticare gli scaffali della Grande distribuzione e sulle piattaforme e-commerce, ha permesso di compensare le perdite registrate nel canale Horeca.
Questa la formula alla base del successo della più giovane tra le prime 20 aziende del vino italiano per fatturato e quella che ha registrato i più elevati tassi di crescita tra le big italiane del settore: da zero a oltre 120 milioni di fatturato in quasi 30 anni, per quella che si può a tutti gli effetti considerare una performance unica.