Anno nuovo, cambio di rotta per i vini Alois Lageder. O meglio di Denominazione. Le nuove annate dei vini delle linee “Capolavori” e “Composizioni” della tenuta altoatesina, che entreranno in commercio nei prossimi mesi, passano dalla Doc Alto Adige alla Igt Vigneti delle Dolomiti. Con l’iconico Löwengang Chardonnay a fare da apripista.
Il carattere dei vini Alois Lageder
Non è una decisione presa da un giorno con l’altro, questa di uno tra i volti più noti dell’Alto Adige del vino. Come evidenzia Alois Clemens Lageder:

“La decisione non arriva all’improvviso per noi. Negli ultimi anni abbiamo avuto molti colloqui costruttivi con il Consorzio Vino Alto Adige e la Camera di Commercio di Bolzano. Nel corso del processo, abbiamo scoperto di avere idee diverse in alcuni punti essenziali, sia in viticoltura sia in vinificazione”.
Le caratteristiche ricercate dall’azienda nei propri vini vengono così riassunte dal produttore:
“Freschezza, tensione e finezza corrispondono esattamente alla cifra stilistica della nostra cantina”.
L’obiettivo del produttore altoatesino, dunque, è quello di presentare etichette che sappiano stupire per la loro “vivacità”.
La voce della “Natura” e le nuove condizioni
Quando è nata la Doc, nel 1963, a prevalere erano condizioni generali differenti dalle attuali. E davanti a una “Natura”, da sempre primo e prezioso “interlocutore” della realtà di Magré, in continua evoluzione, Alois Lageder ha voluto adeguarsi di conseguenza.

Negli ultimi anni, infatti, le uve hanno raggiunto una maturazione aromatica precoce mantenendo bassi i livelli di zucchero e una buona acidità. “Questo ci permette di vendemmiare prima e di produrre vini caratterizzati da una notevole complessità grazie alla diversità aromatica e alla loro tensione, mantenendo bassi i livelli alcolici”, spiega il produttore altoatesino.
La Doc, tuttavia, definisce le zone di coltivazione e il regolamento che deve seguire il produttore anche sulle varietà di uva e su parametri come i valori di zucchero e alcol. “In particolare, per quanto riguarda il limite inferiore alcolico, ci manca il margine di manovra: se è possibile produrre vini pesanti a 15,5° alcolici nella Doc, allora dovrebbe essere consentito produrre anche vini con bassi valori alcolici. Soprattutto nel clima mutevole, questo è ancora più sfidante”, sottolinea Alois Clemens Lageder.
Una risposta al clima che cambia
Ma non è questo il solo punto al centro della scelta. L’azienda vorrebbe avere più gioco nella manovra anche su altri elementi della classificazione Doc. “Proprio a causa del cambiamento climatico, dobbiamo essere aperti e percorrere nuove strade per poter enfatizzare la vivacità, la freschezza e la precisione dei nostri vini anche in futuro”, aggiunge Helena Lageder, sorella di Alois Clemens con cui guida la cantina di famiglia.

Le possibilità di reagire al riscaldamento globale sono, ad esempio, la coltivazione ad altitudini più elevate o di nuovi vitigni, altri metodi di vinificazione e nuove stilistiche.
“Per questo vorremmo la libertà necessaria per tutti i viticoltori e per noi”, specifica Helena Lageder.
I vini Alois Lageder e l’impegno nella Doc Alto Adige
Nonostante il passaggio all’Igt Vigneti delle Dolomiti dei vini della linea “Capolavori” e della linea “Composizioni”, l’origine delle uve rimane in ogni caso invariata, provenendo sempre ed esclusivamente da filari dell’Alto Adige. I vini della linea “Vitigni classici”, invece, resteranno all’interno della classificazione della Doc. Con la cantina di Magré che mirerà per il futuro a trovare un terreno comune per un’evoluzione della Doc insieme al Consorzio, dove proprio Alois Clemens Lageder siede nel da poco rinnovato Consiglio d’amministrazione.

“Per il Consorzio Vini Alto Adige, la protezione della Doc ha la massima priorità, poiché si tratta di tradizione, origine, tipicità e qualità dei nostri vini”, evidenzia in merito Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige. “Come associazione di tutti gli attori centrali dell’industria vinicola altoatesina, seguiamo con grande attenzione le tendenze, i processi e altri temi, come i valori alcolici più bassi. Tuttavia, è chiaro che il Consorzio è anche l’interfaccia delle istituzioni, quindi deve tenere d’occhio i tempi tecnici così come le condizioni legali, per esempio quando si tratta della revisione dei regolamenti di produzione”.
Gli fanno eco le parole di Alois Clemens Lageder, che conclude:
“Vogliamo assolutamente portare avanti il nostro confronto con il Consorzio, sicuramente alcune linee guida potranno essere modificate solo nel tempo ma non vediamo l’ora di contribuire a dare forma a questo percorso insieme e ci piace immaginare che tutti i nostri vini tornino alla denominazione d’origine Alto Adige in un futuro non troppo lontano”.