Gilda Fugazza è stata confermata all’unanimità alla guida del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese dal Consiglio d’Amministrazione dell’ente riunitosi oggi per eleggere presidente e vicepresidente. Il Cda per il prossimo triennio 2021/2023 (categoria viticoltori: Andrea Barbieri, Camillo Dal Verme, Federico Defilippi, Alessio Gaiaschi, Ottavia Giorgi Vistarino, Paolo Verdi, Sara Zambianchi; categoria vinificatori: Stefano Dacarro, Gilda Fugazza, Andrea Giorgi, Marco Maggi, Mattia Nevelli, Valeria Radici Odero, Francesca Seralvo; categoria imbottigliatori: Luca Bellani, Quirico Decordi, Giovanna Fugazza, Renato Guarini, Massimo Ornaghi, Pier Paolo Vanzini, Valeria Vercesi) ha scelto di rinnovare l’incarico alla numero uno uscente, indicando quali vice Ottavia Vistarino, Andrea Barbieri e Renato Guarini.
Fabio Rolfi, assessore all’agricoltura di Regione Lombardia, ha immediatamente commentato la notizia esprimendo tutta la sua soddisfazione:
“Si completa il percorso di riorganizzazione della governance dell’Oltrepò del vino, che in un momento generale di difficoltà, ha saputo ritrovare compattezza. Ora il Consorzio ha una voce ancora più autorevole e plurale per dare rappresentatività a quello che di fatto è il primo territorio vitivinicolo della Lombardia. Buon lavoro alla presidente, ai vicepresidenti e a tutto il Cda. La Regione Lombardia sarà sempre a disposizione per un lavoro congiunto a livello istituzionale. Il rilancio dell’intero Oltrepò Pavese, anche in ottica post Covid-19, passa necessariamente dalla valorizzazione dei grandi vini a Denominazione prodotti”.
Ma WineCouture ha voluto sentire la presidente riconfermata per farsi raccontare dalla sua voce le linee di quello che sarà il nuovo mandato. Gilda Fugazza così ha risposto alle nostre domande.

Parla Gilda Fugazza: “Vedo un cammino con tanto da fare e tante opportunità”
In questo “nuovo corso” che si apre oggi, cosa resterà del tanto lavoro di rilancio del territorio e delle sue produzioni che ha caratterizzato l’attività del Consorzio e dell’Oltrepò del vino nell’ultimo periodo?
Il Consorzi e il suo Cda, rinnovato ed allargato in queste settimane per rappresentare in modo equilibrato tutta la filiera vitivinicola, non ha tagliato un traguardo. È piuttosto partito per un’altra tappa. E ne seguiranno molte. Non c’è tempo e quello che conta è recuperare senza guardarsi indietro. E fare. Pensando al bene comune, che per noi tutti è la terra e il territorio. E il nostro bene ha delle parole (che sono fatti) compagne di viaggio: qualità, sostenibilità, innovazione. Sono temi che abbiamo condiviso e che fanno parte della sfida del mondo del vino. Questo Consorzio e questo Cda si sta attrezzando, e non da ieri, per conquistare un ruolo e puntare al progresso economico del mondo vitivinicolo lombardo: una sfida importante per tutti. Di sicuro siamo contenti di avere raggiunto il primo obiettivo indispensabile per poter affrontare il cammino che ci aspetta. Ma nessuno si sente arrivato. Non c’è neanche tempo per festeggiare, se non per fare festeggiare gli altri e preferibilmente con il nostro vino a Denominazione: con l’orgoglio del nostro Oltrepò Pavese. Il fare sistema per affrontare il lavoro che ci aspetta è il mezzo. E siamo solo all’inizio.
Quali i primi obiettivi che punta a raggiungere nella sua nuova presidenza?
La nuova presidenza e vicepresidenza interpreta un lavoro di squadra: la squadra è l’intero Cda. Tutti motivati per il rilancio del territorio e dei vini, puntando su innovazione e sostenibilità come detto, ma anche per voltare pagina quando serve, anche in fretta, grazie a ricerca e studio. Non perdiamo tempo nel guardarci indietro, guadagniamo piuttosto terreno ascoltando chi guarda oltre: avanti. Non serve essere visionari, ma per farlo ci vuole metodo e grande impegno. Ce la stiamo mettendo tutta. Ci sono persone dietro al vino e personalità che possono tutte contribuire in modo vincente. In pratica, lo stanno già facendo. In un mondo in continuo e veloce cambiamento, anche a causa degli eventi di quest’anno, che non sembrano peraltro finiti, dobbiamo riuscire ad intercettare e capire per tempo come si evolve il mercato e dove vanno i gusti dei consumatori, per poter fornire un servizio ai nostri soci. Credo che ragionare così sia offrire un contributo al mondo del vino italiano, non solo al nostro, sia pure realtà importante e troppo sottostimata quale oggi siamo.
Quali le direttrici produttive su cui si punterà per valorizzare l’Oltrepò in Italia e all’estero?
Tutti i vini dell’Oltrepò Pavese e le denominazioni. E in questo bisognare fare scuola e formazione anche al consumatore, perché non in tanti sanno quanto sia importante scegliere un vino a Denominazione. Dobbiamo puntare sulle nostre eccellenze, le perle d’Oltrepò, come le abbiamo chiamate. Diamo spazio alla nostra biodoversità: abbiamo capito che non è uno svantaggio ma un pregio, la stiamo proponendo con forza. Puntare su una sola tipologia sarebbe riduttivo, soprattutto in un mercato in cui il consumatore è diventato sempre più esigente e sempre più “curioso”. E ci piace così. Lo accontenteremo facendogli fare esperienze che non immaginava. E che forse, in certi ambiti, sono ormai scontate. Da noi, no: tutto sta iniziando. Ricordiamoci che sempre più spesso il bicchiere di vino non viene visto “da solo”, ma accompagna il nostro pranzo, la nostra cena e, allora, perché non proporre uno spuntino con salume e Bonarda Doc, un aperitivo con Grana e Metodo Classico (magari un Cruasè visto che oggi è la festa della donna), un rosso classico e ben invecchiato come il Pinot Nero in purezza accanto ad una portata importante, un Riesling con i fantastici formaggi dell’Oltrepò, una Barbera che più classica non si può, diversa dalle altre perché qui è qui e non è uguale ad un altro posto del nostro magnifico Paese. E c’è spazio pure per il dolce: con la carta del Sangue di Giuda. Le perle d’Oltrepò, come dicevo prima.
L’Oltrepò è pronto per accogliere le attenzioni che si stanno volgendo sul territorio da parte del grande pubblico anche sotto il profilo dell’enoturismo?
Pronto è pronto, ma soprattutto è in continuo work in progress. Non si è mai fermato, abbattuto. Non ha rinunciato a combattere, anzi. Sta scoprendo risorse che non aveva considerato, come ad esempio l’accoglienza e il turismo esperienziale. L’estate scorsa abbiamo fatto conoscere l’Oltrepò con i bike tour, abbiamo aperto le porte alla stampa non solo di settore, abbiamo aiutato le guide, abbiamo siglato una convenzione con la Strada dei Vini, stiamo organizzando convenzioni per lo sviluppo economico, cerchiamo partnership di livello e le stiamo trovando. Stiamo lavorando tanto e continueremo a farlo.
Dopo anni di molte tribolazioni interne e di divisioni, si può dire che si apre una nuova stagione di convergenze d’intenti nell’Oltrepò del vino?
La rete c’è. Sul fare sistema non perdiamo tempo nel dire che lo facciamo: sarebbe una limitazione, andiamo oltre. Come in realtà deve essere. Vedo un cammino del Cda con tanto da fare e tante opportunità. E non ci possiamo permettere di sederci sugli allori o indugiare sui classici gioielli di famiglia. Non ce la dobbiamo suonare e cantare da soli. Dobbiamo fare in modo che il mondo si accorga sempre più della nostra eccellenza. E sta già accadendo.