I Cru di collina sono scelta di campo per la famiglia Tedeschi. Da sempre. Anche e soprattutto quando si parla di Amarone. A tu per tu con Maria Sabrina Tedeschi, contitolare dell’omonima cantina in Valpolicella.
Quando si dice Tedeschi in Valpolicella, si parla di una famiglia rinomata per la sua scelta di lavorare da sempre soltanto vigneti di collina. Questa la cifra che definisce l’azienda, ogni singola differente produzione si prenda in considerazione. Tanto che la sua firma, anche laddove si parli di Amarone, da decenni è profondamente legata ai progetti di zonazione e caratterizzazione dei suoli che porta avanti, vera e propria dichiarazione d’amore alla propria terra. Con Maria Sabrina Tedeschi, contitolare della cantina di famiglia insieme ai fratelli Antonietta e Riccardo, abbiamo discusso di questo impegno per esaltare le sfumature di ogni angolo di queste terroir così vocato.

Quando parliamo di Amarone, come si segmenta la vostra proposta?
La nostra azienda produce diverse tipologie di Amarone della Valpolicella. A caratterizzare la nostra offerta sono in primis le tre selezioni single vineyard (tutte Riserva) – La Fabriseria (2015), Capitel Monte Olmi (2015) e Maternigo (2016), quest’ultima novità che sarà sul mercato a partire da settembre 2021 –, cui si aggiunge la proposta del Marne 180 (2017), più versatile nell’abbinamento gastronomico, oltre che quello prodotto in maggior volume e vero best seller sul mercato del Canada. Recentemente, poi, abbiamo creato una nuova linea destinata al canale off-trade: l’Amarone Ansari, che mantiene il carattere e il rigore delle produzioni di famiglia.
Ma di queste variazioni sul tema, qual è il simbolo per Tedeschi?
Il simbolo è il Capitel Monte Olmi, uno dei primissimi cru del territorio, che dal 1964 riporta in etichetta il nome della vigna di famiglia acquistata da mio nonno nel 1918. Nasce dalla felice intuizione di nostro padre Lorenzo e ha definito lo stile di famiglia che ancor oggi portiamo avanti, affiancando innovazione e ricerca alla conoscenza del territorio.

Una ricerca che, come dicevamo, ha condotto nel tempo alla creazione delle selezioni single vineyard…
Esattamente. L’interpretazione dei singoli territori ha portato a creare lungo il corso dei decenni altri due cru: la Fabriseria nella zona Classica, molto raro per il numero di annate prodotte dal 1983 ad oggi, oltre che per il quantitativo di bottiglie disponibili nel singolo millesimo, e il nuovo nato Maternigo, dall’omonima scenografica tenuta, anfiteatro nella vallata di Mezzane.

Cosa definisce lo “Stile Tedeschi” in tema Amarone?
Lo “Stile Tedeschi” è definito da un elemento decisivo: da sempre la nostra famiglia ha deciso di produrre Amarone solo da vigneti di collina, selezionando i più vocati, ad altitudini che variano dai 160 ai 500 metri s.l.m. È importante per il tipo di suoli e per il clima più favorevole.
In che termini?
Nei nostri vigneti – 48 ettari tra la zona Classica e quella Orientale – abbiamo per lo più terreni calcareo marnosi di origine colluviale, poco o mediamente profondi, con buon contenuto di scheletro. Il clima in collina è più ventilato e presenta escursioni termiche in estate che favoriscono una maggior produzione di aromi e colore da parte della vite. Il nostro è così un approccio indirizzato alla produzione di vini tipici, che rispecchiano il territorio di provenienza. E per una sempre miglior interpretazione dei singoli appezzamenti, stiamo portando avanti un progetto di ricerca sulla caratterizzazione aromatica dei vigneti.

E se dovessimo descrivere lo “Stile Tedeschi” al calice?
L’Amarone Tedeschi è un vino morbido ma secco, dai profumi molto intensi e freschi, con la concentrazione sempre accompagnata dall’eleganza del corpo. Vini dal profilo verticale capaci di invecchiare a lungo.
Quali sono le nuove annate di Amarone che entreranno in commercio nel 2021?

L’annata 2015 per il Capitel Monte Olmi Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva e per La Fabriseria Amarone della Valpolicella Docg Classico Riserva. Mentre per il Marne 180 Amarone della Valpolicella Docg in commercio è la 2017. Il Maternigo Amarone della Valpolicella Docg 2016 sta affinando in bottiglia e dovrebbe uscire in autunno, quando lo riterremo pronto per il mercato: mio fratello Riccardo, l’enologo di famiglia, ama dire che la passione ci ha insegnato la pazienza nel saper attendere i tempi della natura.
Qual è il primo giudizio del produttore su queste ultime uscite?
Il punto di partenza, quando si parla di Amarone, è che deve essere realizzato solo nelle migliori annate, con l’obiettivo di produrre un grande vino. Quelli citati prima sono tutti vini particolarmente potenti, ma molto eleganti: il Capitel Monte Olmi 2015 presenta una spiccata nota balsamica, La Fabriseria 2015 è ricco di spezie, Maternigo 2017 si caratterizza per l’aroma fruttato intenso.

Chiudiamo con gli acclamati millesimi 2015 e 2016, festeggiati da operatori e critica come due tra le migliori di sempre: quali riscontri avete ricevuto in merito?
Per quanto riguarda il Capitel Monte Olmi e La Fabriseria 2015, siamo molto soddisfatti del riscontro finora ricevuto: entrambe le selezioni, infatti, hanno ottenuto posizioni ai vertici delle classifiche. In Italia, l’Amarone La Fabriseria 2015 è stato giudicato 98 punti dalla guida Veronelli, medaglia d’oro e miglior Amarone al concorso Wow di Civilità del bere, Top wine per Slow wine, 5 Grappoli Bibenda e 4 Viti Ais, mentre la stampa internazionale conta oggi i 96 punti Falstaff, 94 Wine Enthusiast, 92 James Suckling. Il paniere è particolarmente ricco anche per Il Capitel Monte Olmi 2015: 97 punti Doctorwine, 96 nella guida di Veronelli, 3 bicchieri Gambero Rosso, 5 Grappoli Bibenda, Corona per Vini Buoni d’Italia, 96 punti Falstaff, 92 James Suckling, 92 punti e Cellar Selection per Wine Enthusiast.

Infine, sulla 2016 posso riportare i punteggi del Marne 180, già andato esaurito e oggi in commercio con l’annata 2017: 95 punti Decanter, 94 James Suckling, 93 Falstaff, 92 Wine Spectator e Wine Enthusiast, Corona e Corona del pubblico per Vini Buoni d’Italia, Medaglia d’oro al The WineHunter award, 95 punti Doctorwine. Il nostro Amarone di “maggior volume” (sono 150mila le bottiglie realizzate ogni anno) testimonia con il suo successo sul mercato e nelle valutazioni della critica che l’arte del saper proporre vini di alta qualità si dimostra non sono nelle etichette di nicchia, ma nella totalità della produzione. Solo così, infatti, si riesce a fidelizzare il consumatore a un brand.
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