È un nuovo lunedì in rosso quello che siamo stati chiamati a vivere. Ma sfortunatamente, ancora una volta, si è costretti a parlare di pandemia e limitazioni, non di vino. Eppure, per guardare avanti, ritrovare una prospettiva, è proprio l’oggetto della nostra passione a giungere in soccorso. Perché il vino è capace di unire anche le persone a distanza. E lo riesce a fare anche se non ci si può ritrovare insieme a brindare fisicamente al ristorante, in enoteca o nelle case. A dimostrarlo, in un momento che torna a essere complicato per tutti, è il Flash Mob Tasting, l’esperimento giocoso (e gioioso) ma dai tratti assolutamente seri nato esattamente un anno fa durante il primo lockdown.
I “Moschettieri” del vino
Oscar Mazzoleni Ivano Antonini Nicola Bonera Guido Invernizzi Marco Falconi
Un ritrovo (digitale) di amici: ecco cos’è innanzitutto il Flash Mob Tasting. Oscar Mazzoleni, maître e sommelier de Al Carroponte di Bergamo, alla regia. Al suo fianco, distanti ma ben sintonizzati: Ivano Antonini, sommelier e patron del ristorante Blend 4 di Azzate in provincia di Varese, e i sommelier e relatori Ais Nicola Bonera e Guido Invernizzi, ai quali si è successivamente aggiunto anche Marco Falconi, titolare della trattoria Falconi a Bergamo. Soprannominati i “Moschettieri”, questi professionisti del vino, mossi dalla loro grande passione, hanno iniziato a condividere le loro bevute attraverso alcune dirette su Instagram. Per un brindisi condiviso che in poco tempo è diventato appuntamento fisso, cadenzandosi su più incontri nel corso della settimana.
Flash Mob Tasting, un anno dopo: #iochevinobevo?
Flash Mob Tasting è stato fin da principio un modo per ritrovarsi (virtualmente), parlando sì degli aspetti tecnici delle bevute, ma anche facendosi semplicemente compagnia. Pian piano ai “Moschettieri” si sono unite sempre più persone che, con la voglia di stappare bottiglie e condividere una passione, hanno finito per creare una grande community del vino.

E così, dal 14 marzo 2020 a oggi, i Flash Mob Tasting “andati in onda” sono stati 79, ognuno della durata almeno di tre ore durante le quali sono intervenuti tantissimi esperti, produttori e appassionati di vino.
Solo per citare qualche nome, si spazia da Oliver Krug, presidente dell’omonima celebre Maison di Champagne, a Matteo Lunelli di Cantine Ferrari, da Federico Graziani a Rodolfo Migliorini. E ancora: Roberto Anesi, Alessandro Cellai, fino alla famiglia Cotarella e agli Abbona di Marchesi di Barolo. Ma davvero tantissime persone hanno voluto condividere una bottiglia sempre accompagnati dall’hashtag #iochevinobevo.
In molti casi, le conoscenze nate virtualmente durante queste dirette, nella vita reale si sono trasformate in amicizia vere, profonde e sincere. Basta guardare i commenti sotto ai post dei “Moschettieri” con l’invito a partecipare ai Flash Mob Tasting per capirlo.
La zona rossa si colora di speranza
Ma perché parlare oggi, all’inizio di una nuova zona rossa, di questo format? Perché nel mondo del vino, oggi, è sempre meno scontato vedere persone che hanno voglia di confrontarsi sugli aspetti tecnici in modo libero e con assoluta franchezza. Ed è sempre meno scontato ritrovarsi d’innanzi a professionisti quotati disposti a imparare cose nuove, sempre pronti e aperti ad ascoltarsi a vicenda, facendo squadra in un momento difficile per tutti. Ecco perché è una prospettiva nuova quella che si è aperta nei giorni in cui tutto si chiudeva. Quello stesso sguardo e orizzonte cui siamo chiamati a partecipare e fare nostri oggi. Ed è un messaggio, questo, non solo per il mondo del vino.