Il racconto della Valpolicella, rigorosamente Classica, di “Mister Amarone”. Tra colline, cru ed Expertise Appaxximento. A tu per tu con Giacomo Boscaini, brand ambassador di Masi Agricola.
Non è possibile parlare di Amarone senza citare chi da sempre ne è riconosciuto come uno tra i più importanti “padri nobili”. Tanto che Sandro Boscaini, numero uno di Masi Agricola, è diventato nel tempo e agli occhi del mondo intero “Mister Amarone”. Lo deve al contributo che ha fornito nel trasformare in simboli del made in Italy a livello globale la Valpolicella e il re dei suoi vini. Un testimone importante, responsabilità oggi portata avanti da una nuova generazione della famiglia Boscaini, che affianca il presidente della storica cantina di Sant’Ambrogio nel diffondere il verbo dello “Stile Masi”. E rivendicando con fierezza lo status di realtà concentrata sulla produzione da vigneti di collina ad alta vocazione nella Valpolicella Classica. Anche di questo abbiamo parlato con Giacomo Boscaini, brand ambassador di Masi Agricola.

Le valutazioni della critica non mancano mai di celebrare i vini firmati da “Mister Amarone”: ma cosa rende così speciali le etichette Masi?
Da sempre Masi è una realtà concentrata sulla produzione di Amarone da vigneti di collina ad alta vocazione della Valpolicella Classica. E questo è anche il primo elemento che ci caratterizza e contraddistingue. Siamo infatti famiglia e azienda della Valpolicella Classica.
Come si sviluppa la vostra offerta quando parliamo di Amarone?
Sono cinque, tutte differenti tra loro, le etichette che compongono la nostra offerta in tema Amarone. Il flagship è il Costasera (2015), che con la sua iconica etichetta è stato anche il primo che abbiamo prodotto. Poi, in ordine di struttura e importanza, seguono il Costasera Riserva (2015), che rappresenta anche l’ultimo nato in casa Masi, e i cru dalle frazioni di Mazzano e Torbe, che raccontano l’anima della Cantina Privata Boscaini: il Mazzano e il Campolongo di Torbe (2012). A questi si affianca quello storico di Sant’Ambrogio di Valpolicella: il Vaio Armaron Serego Alighieri (2013). Un vino da un toponimo antichissimo, tanto che tra le molte leggende fiorite nel tempo attorno alla nascita del nome Amarone, ne esiste anche una che indica proprio come possibile origine la storpiatura della parola Armaron.

Lo “Stile Masi”, oltre che l’articolazione della vostra proposta, evidenzia quella che è da sempre una riconosciuta expertise nella tecnica dell’Appassimento.
Tanto che proprio il simbolo Masi Expertise Appaxximento certifica in etichetta questa nostra storica vocazione e specializzazione. Guardando lo stile di ciascun Amarone, sono esattamente le singole tempistiche e durate dell’appassimento a caratterizzarli. Con una particolare curiosità legata ai due cru Mazzano e Campolongo di Torbe, dove le uve riposano, senza neanche aver dovuto effettuare il trasporto dopo la vendemmia, in fruttai situati all’interno dei vigneti stessi, in casolari recuperati a questa funzione in alta collina, tra i 350 e i 400 metri d’altitudine. Ma poi c’è di più in ogni singolo Amarone…

Cosa?
L’interpretazione differente offerta da ogni singolo territorio. Il Costasera, ad esempio, è Amarone a tutto tondo che definisce la Valpolicella Classica con la sua rotondità e morbidezza, ma anche con profumi tipici e ben definiti, come quelli fruttati dove spicca la nota di ciliegia dei Duroni della Valpolicella. Nel Costasera Riserva, invece, abbiamo l’Oseleta a dire la sua in maniera prepotente, parlando la lingua di un tannino molto definito e una maggiore astringenza che però non disturba. Poi ci sono i due cru di Mazzano e Campolongo di Torbe…
E qual è il loro racconto?
È soprattutto narrazione dell’esposizione del vigneto: il primo, meno rotondo, si vede donato un carattere più austero, il secondo, invece, offre il calore di un vero e proprio abbraccio. Infine, il Vaio Armaron: un portatore dei profumi e dello stile di Sant’Ambrogio di Valpolicella con lo specifico affinamento in botti di ciliegio, proprio come avveniva un tempo. È un tocco, quest’ultimo, che lo rende vino molto caratteristico.

Quali sono le annate attualmente in commercio dei vostri Amarone?
Costasera oggi in commercio con l’annata 2015, ma a breve effettueremo il passaggio alla 2016. Con il Costasera Riserva presidiamo il mercato con il millesimo 2015, mentre recente è l’esordio dei frutti della vendemmia 2012 tanto per il cru Mazzano, quanto per il Campolongo di Torbe. Infine, con il Vaio Armaron Serego Alighieri l’annata disponibile in commercio attualmente è la 2013.
E rispetto agli ultimi grandi millesimi, il 2015 e il 2016, per l’universo Amarone, qual è il giudizio che ne è stato dato in Masi?
All’interno del nostro Gruppo Tecnico Masi, il millesimo 2015 ha meritato una valutazione di cinque stelle. E tengo a sottolineare come in azienda siamo molto rigorosi nel giudizio prima di assegnare il massimo del punteggio. Lo dimostra anche la scelta di premiare proprio la 2015 sulla 2016: due annate quasi simili, che possono essere catalogato come un ritorno all’equilibrio di un tempo, dove non c’è mai un troppo o un poco, con la prima a caratterizzarsi per un po’ di “muscolo” in più rispetto alla successiva.
E la critica nazionale e internazionale come le ha premiate?

La 2015 ha ricevuto ottimi voti e ribadisco che, come la successiva 2016, rappresenta un’annata strepitosa. In termini di critica, sulla 2015 con il Costasera spaziamo dai 93 punti Wine Enthusiast e Decanter ai 95 James Suckling, passando a livello nazionale per i 94 della Guida Essenziale ai vini d’Italia 2021. Ma lo status di portabandiera e riferimento internazionale non solo per Masi, ma più in generale per il mondo Amarone di questa etichetta è ribadito anche dalla Gold Medal alla Korea Wine Challenge e dall’argento assegnatole da una commissione di sole giurate donne, professioniste del mondo del vino, al Sakura Japan Women’s Awards.
La Riserva Costasera 2015, poi, non è da meno, mettendo a segno su tutte una votazione di 94 punti per James Suckling. E se sulla 2016 di queste etichette ci sarà da attendere quelli che saranno i giudizi che verranno ora, voglio sottolineare che c’è in particolare uno dei nostri cru oggi in commercio che non è da lasciarsi sfuggire assolutamente: parlo del Mazzano 2012.
Come mai?
Perché è stato protagonista di un vero e proprio en-plein. Che fa comprendere già da ora quali potranno essere in futuro le potenzialità della “super” annata 2015. Il Mazzano 2012, infatti, è stato premiato in Italia con i 5 grappoli Bibenda, le 4 Viti Ais, i 3 bicchieri Gambero Rosso e i 97 punti Guida Essenziale ai vini d’Italia 2021. A livello internazionale: sono 96 punti James Suckling, 95 Falstaff e 93 Wine Enthusiast. In pratica: ha messo d’accordo proprio tutti. Quindi è proprio un vino da non mancare.
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