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Myò Vigneti di Spessa: Zorzettig svela il nuovo corso per i bianchi della sua linea premium

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Un’evoluzione enologica, che avevamo anticipato quando ancora questi pregiati vini “di confine” attendevano pazienti in cantina. Ora il nuovo corso intrapreso dalla cantina friulana Zorzettig è pronto per rivelarsi al mondo. Svelandosi in una primavera che tutti ci auguriamo di rinascita. Dando seguito attraverso le etichette della linea più esclusiva, Myò Vigneti di Spessa, a quello stesso messaggio che la storica realtà vitivinicola al cuore dei Colli Orientali del Friuli ha inteso testimoniare con le sue azioni e le sue scelte in questo ultimo anno funestato dagli effetti della pandemia.

La vita riprende prepotente il suo corso sui Colli Orientali

La cantina friulana riparte dal vino, raccontando il nuovo volto della sua linea di maggior prestigio Myò Vigneti di Spessa
La cantina friulana riparte dal vino, raccontando il nuovo volto della sua linea di maggior prestigio: Myò Vigneti di Spessa

Il 2021 di Zorzettig si apre con una importante novità, nel segno della vita che prepotentemente manifesta il desiderio di riprendere il proprio corso. E la cantina di Spessa riparte dal vino. Rendendo così idealmente omaggio a chi non c’è più: il cavalier Giuseppe Zorzettig, l’uomo che ha posto le fondamenta e reso grande la realtà dei Colli Orientali oggi condotta dalla figlia Annalisa, scomparso lo scorso dicembre. Ma anche celebrando il domani: quello di una cantina e di una famiglia. Il futuro che assume i tratti gentili di una bambina, cui è stata dedicata l’unica etichetta Zorzettig messa in commercio nel 2020: I Fiori di Leonie, un blend di Friulano, Pinot Bianco e Sauvignon del millesimo 2018, che al suo debutto si è aggiudicato i Tre Bicchieri del Gambero Rosso. 

Il nuovo approccio alla linea Myò Vigneti di Spessa

Ma è più in generale una nuova visione, incentrata sul valore del tempo inteso non solo come rispetto per la natura e il suo ritmo, ma anche come processo di evoluzione del vino stesso, quella che vuole raccontare il “nuovo” approccio ai vini bianchi della linea Myò Vigneti di Spessa. Un’idea partita da Annalisa Zorzettig. E che ha come destinatari e protagonisti Pinot Bianco, Friulano, Sauvignon, Ribolla e Malvasia, vini il cui affinamento è passato da uno a due anni, prima che facciano il loro debutto sul mercato.

Un “nuovo” approccio ai vini bianchi della linea Myò Vigneti di Spessa, quello che svela oggi Zorzettig
Un “nuovo” approccio ai vini bianchi della linea Myò Vigneti di Spessa, quello che svela oggi Zorzettig

Spiega Annalisa Zorzettig:

“La volontà di prolungare l’affinamento prima della messa in commercio delle nuove annate è stata una conseguenza diretta delle scelte fatte a priori in vigneto su alcuni appezzamenti della linea Myò”.

Abbiamo selezionato uve con un grado di maturità e complessità generale più accentuato. Per la Malvasia istriana abbiamo attuato una sorta di doppia maturazione ragionata che ha permesso di ottenere sulla stessa pianta uve con grado zuccherino, acidità e in generale caratteristiche sensoriali diverse”.

Un’evoluzione enologica in vigna e in cantina

L’evoluzione enologica dei bianchi della linea Myò Vigneti di Spessa non è stata, dunque, solo frutto dell’attesa prolungata in cantina. Ma di un vero e proprio impegno di squadra.

L’evoluzione enologica dei bianchi della linea Myò Vigneti di Spessa è frutto dell’attesa prolungata in cantina, ma anche del grande lavoro operato in vigna
L’evoluzione enologica dei bianchi della linea Myò Vigneti di Spessa è frutto dell’attesa prolungata in cantina, ma anche del grande lavoro operato in vigna

Gli ottimi risultati ottenuti dalle uve, infatti, sono frutto anche del lavoro coordinato con l’agronomo Antonio Noacco, che ha censito la biodiversità, ossia controllato la presenza degli organismi utili, di insetti bio indicatori e la biodiversità vegetale nel vigneto. Un impegno, poi, proseguito con pratiche volte a stimolare la presenza di specie vegetali spontanee e autoctone, come per esempio lo sfalcio a filari alterni e la creazione di infrastrutture aree verdi ecologiche interne ed esterne ai vigneti secondo il progetto Biodiversity Care. 

In cantina, infine, la mano è stata quella dell’enologo Saverio di Giacomo. Successivamente alla fermentazione, una lunga sosta sui lieviti e l’affinamento in piccole botti di rovere hanno dato un risultato armonico dal punto di vista organolettico, una maggiore corposità e persistenza aromatica. Si tratta, dunque, di vini, questi del “nuovo corso”, che sono ancora agli inizi del loro cammino e che potranno dare ulteriori conferme nei prossimi anni. 

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