Unione Italiana Vini traccia una riga sugli ultimi 12 mesi. E rende noti quelli che sono le perdite legate al mondo Horeca in un anno da incubo, il 2020 della pandemia, per il vino: tricolore, ma non solo. E il bilancio Uiv, come già si può immaginare, racconta di un vuoto che è stato, ma che le cantine italiane vogliono dimenticare al più presto.
Horeca: tutti i numeri dell’annus horribilis
Un vero e proprio annus horribilis. È il presidente Uiv, Ernesto Abbona, a introdurre numeri da incubo:
“Il mercato interno nel 2020 ha perso un quarto del proprio valore, mentre gli ordini globali dell’Horeca internazionale nello stesso periodo hanno accusato una contrazione di oltre il 50%”.
Secondo l’Osservatorio Uiv il mercato mondiale del vino potrà tornare ai livelli pre-Covid non prima della fine del 2022, dopo aver subito un danno di oltre 100 miliardi di dollari dovuto alla contrazione del canale Horeca.

La flessione registrata sui fatturati italiani è la prima dal 2009, anno della crisi finanziaria globale, soprattutto a causa di forti contrazioni sul mercato interno. Qui il trend 2020 a valore ha segnato un -24%, con un volume di invenduto rispetto all’anno precedente di 3 milioni di ettolitri.
I 12 mesi della pandemia e delle chiusure forzate, secondo Uiv, se da una parte hanno evidenziato una fortissima disparità nelle performance delle diverse realtà aziendali, dall’altra hanno segnato storici cambiamenti all’interno dei canali di vendita: per la prima volta, infatti, i volumi degli acquisti in Gdo hanno superato quelli dell’Horeca, tradizionalmente il contesto a maggior valore aggiunto.
In generale nel Belpaese il calo a valore degli ordini della ristorazione (-38%), delle enoteche (-23%) e della vendita diretta (-19%) è stato solo parzialmente compensato dalla Gdo (+12%), per un saldo negativo alla vendita di oltre 3 miliardi di euro.
Per Uiv la ripartenza passa dagli eventi in presenza

Da dove ripartire, toccato il fondo dell’abisso, è presto detto: da un ritorno alla normalità. E sotto questo aspetto, il numero uno di Unione Italiana Vini confida in una ripresa accompagnata da una “riconquista” da parte del comparto vino degli eventi in presenza che molto incidono sulla promozione.
“Il vino italiano ha bisogno di ripartire dal business, per questo riteniamo strategico essere a fianco di Vinitaly anche nel corso del suo programma 2021”, evidenzia Abbona commentando la road map presentata oggi da Veronafiere e che condurrà alla Special Edition di ottobre.
“Nessun altro Paese produttore ha tra i propri asset una fiera internazionale di riferimento, un valore da tutelare che si riflette nella crescita del prodotto Italia registrata in questi anni”.
“Il ruolo di Veronafiere assieme alle istituzioni preposte, a partire da Ice-Agenzia, è di accelerare il business anche prevedendo l’evoluzione degli scenari, per questo l’appuntamento di ottobre è prima di tutto un messaggio importante che l’Italia del vino potrà dare ai mercati”.