Dopo la prima tappa in Russia, è proseguita in Cina la roadmap 2021 di Vinitaly. Veronafiere chiude, infatti, oggi a Chengdu la nuova stagione di promozione internazionale nel paese del dragone. Un fuorisalone all’Intercontinental Hotel che ha coinvolto, dal 3 al 6 aprile, i professionisti del settore vino all’ombra della Grande Muraglia. Quattro giorni interamente dedicati a business e formazione, che hanno visto protagonisti 63 espositori, 13 in più rispetto alla precedente edizione, quattro consorzi di tutela, 700 etichette e otto dei primi dieci gruppi vitivinicoli in Cina per fatturato.
Cina crocevia del business in questo inizio 2021
In un mercato, come quello cinese, che vede le esportazioni tricolori nel 2020 superare di poco i 100 milioni di euro, con una quota del 6,3%, il potenziale di crescita risulta ancora notevole. L’obiettivo dell’iniziativa a Chengdu di Vinitaly si prefigge di accompagnare e supportare le aziende italiane, facendo scoprire a importatori, distributori e canale Horeca cinesi la varietà e l’eccellenza del vino made in Italy.

Nel 2021 gli ordini cinesi si sono rimessi in moto: secondo l’analisi dell’osservatorio Vinitaly – Nomisma Wine Monitor su base dogane, tra dicembre e gennaio, l’import di vino italiano dalla Cina ha registrato un boom di crescita di oltre il 62% rispetto al bimestre precedente. Un incremento ancor più significativo se si considera come, nello stesso periodo, la domanda globale cinese di vino abbia fatto segnare un ulteriore trend negativo: -5,6%.
Il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini, rispetto all’attuale scenario di mercato in Cina e quelle che potrebbero essere le prospettive future, sottolinea:
“Con l’acuirsi dello scontro commerciale tra Cina ed Australia (imposizione di dazi fino al 218,4% sui vini fermi imbottigliati), l’export di vino australiano verso la Cina si è quasi azzerato, passando dai 28 milioni di bottiglie del bimestre settembre-ottobre 2020 (prima dell’applicazione “temporanea” dei dazi) ad appena 430 mila del periodo gennaio-febbraio 2021, evidenziando una riduzione in valori del 98% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.
“Il crollo dell’export australiano ha aperto la strada ad un recupero dei vini francesi (+33% nello stesso bimestre rispetto al 2020), spodestati dal gradino più alto del podio dagli stessi australiani nel 2019, nonché ad una crescita di quelli italiani (+12%)”.
“Il contenzioso rischia di durare ancora a lungo. Nel frattempo, gli australiani hanno dirottato il loro export verso Usa (+17%), Canada (+8%) e Giappone (+90% nello stesso bimestre 2021 vs 2020)”.
Le tappe cinesi nella roadmap di Vinitaly
“Quello di Chengdu è soltanto il primo degli appuntamenti di Vinitaly 2021 in Cina”, sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere.
“A giugno, infatti, saremo nei nuovi spazi espositivi dello Shenzhen World Exhibition & Convention Center per Wine To Asia, e poi ancora a Pechino, Qingdao e Chongqing, a settembre, per la quarta edizione del Vinitaly China Roadshow”.
“Si tratta di tappe che vanno ad inserirsi nel quadro di una più ampia roadmap globale 2021 che comprende OperaWine con Wine Spectator a giugno, Wine South America in Brasile a settembre e Vinitaly Special Edition in ottobre, a Verona”.

Formazione, vini naturali e incoming sulle nuove rotte del vino
Al fianco di Vinitaly a Chengdu, ancora una volta, c’è Ice-Agenzia, con il suo ufficio di Pechino, da sempre partner fondamentale dell’evento. E anche quest’anno, nel selezionare e invitare i top buyer, Vinitaly ha lavorato insieme al consolato generale d’Italia a Chongqing, Camera di Commercio italiana in Cina e con il partner locale Bucciano. Per l’attività di incoming è stata inoltre realizzata una campagna di livello nazionale, con una speciale attenzione alla provincia del Sichuan, di cui Chengdu è capitale, e la megalopoli di Chongqing, una delle città cinesi con maggiore tasso di crescita.
Oltre agli incontri b2b che sfruttano anche le potenzialità digitali offerte dalla mini-app WeChat, protagonista del fuorisalone è stata la formazione, in collaborazione con le due più importanti scuole di educazione al vino in Cina: Grapea e Dragon Phoenix.
In programma anche la prima masterclass sui vini naturali mai tenuta a Chengdu, realizzata in partnership con alcuni importanti produttori di cinesi come Silver Heights e con Ziran, l’associazione più influente di importatori cinesi specializzati in questo settore.