Per la Doc Arcole il futuro è sempre più in rosa. Lo ha deciso l’assemblea dei soci del Consorzio, dando il proprio via libera alla modifica del disciplinare della Denominazione berico-scaligera. Ancora più spazio al Pinot Grigio, dunque. In particolare, il focus si concentrerà sempre più sulla sua versione rosata.
I numeri della Denominazione berico-scaligera
5.080 ettari vitati, con una superficie che è aumentata del 13% negli ultimi sei anni e un imbottigliato che ha superato le 1,1 milioni di bottiglie, per 8.500 ettolitri: questi i numeri della Doc Arcole. Una Denominazione a forte trazione internazionale, come dimostrano le vendite pressoché totale appannaggio dei mercati esteri, con in prima fila il Regno Unito. Una Doc che negli ultimi anni ha fatto segnare un importante sviluppo, trainata dal passepartout Pinot Grigio.

Cambiare per crescere: le scelte della Doc Arcole
Quella della Doc Arcole si è via via configurata come crescita che necessitava di nuove regole, così da rendere la Denominazione più competitiva sui mercati internazionali. E così, il cambio di passo è avvenuto grazie all’assemblea dei soci del Consorzio: approvata una nuova modifica di disciplinare, che porta all’introduzione della tipologia rosato e della specifica “Superiore” per il Pinot Grigio, così da valorizzare ancora di più il lavoro dei viticoltori.
Ma le novità non terminano qui. Viene reintrodotta, infatti, la varietà Garganega in etichetta. E a essere deciso è stato anche di dare ancora più risalto all’Arcole Nero Riserva.
Pinot Grigio “Superiore” e valorizzazione del rosa

La modifica del disciplinare, come detto, ha l’obiettivo di focalizzare la produzione su una varietà che sta registrando sempre più successo in ambito internazionale, ma allo stesso tempo necessita di tutele e di essere valorizzata. Per questo motivo si è scelto di introdurre la specifica “Superiore” per il Pinot Grigio e di valorizzare il rosato, tipologia che sta andando per la maggiore in un mercato come quello inglese.
Decisioni, dunque, volte innanzitutto a spingere ancora di più la Denominazione verso l’estero, ma prestando grande attenzione alla redditività per i viticoltori. Come chiosa Stefano Faedo, presidente del Consorzio:
“In questi anni l’intera Denominazione ha lavorato verso la valorizzazione della nostra produzione, preparando le basi per essere più incisivi sul mercato e fornire un prodotto distintivo e identitario: a fianco del Pinot Grigio, abbiamo deciso di mantenere anche la Garganega e dare più risalto alle riserve, specialmente dell’Arcole Nero, segno del fortissimo legame con il nostro territorio”.