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Il Primitivo di Manduria prosegue a crescere: ora il business vale 182 milioni di euro

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Oltre 28 milioni di bottiglie, che corrispondono a più di 21 milioni di litri per un giro d’affari di oltre 182 milioni di euro. Sono numeri importanti, ma soprattutto in crescita, quelli segnati nel 2020 dal Primitivo di Manduria Dop, una delle Denominazioni più importanti del vino del Belpaese.

Il Primitivo di Manduria Doc re incontrastato della Denominazione

Il Primitivo di Manduria Doc rappresenta oggi il 91,6% dell’intero imbottigliato della Denominazione
Il Primitivo di Manduria Doc rappresenta oggi il 91,6% dell’intero imbottigliato della Denominazione

Un incremento di circa il 26% nei volumi rispetto al 2019: si è chiuso così lo scorso anno per la Denominazione pugliese.

Con il Primitivo di Manduria Doc a rappresentare il 91,6% dell’intero imbottigliato, la versione Riserva il 7,9% ed il Primitivo di Manduria dolce naturale Docg lo 0,5%. Vini molto amati sulla scena internazionale: come testimonia una quota export che tocca il 70% della produzione.

“Questa crescita è la dimostrazione che le nostre cantine puntano sulla nostra Doc e che la passione dei consumatori non accenna a diminuire”, sottolinea Mauro Di Maggio, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria. 

L’importante step del ricambio generazionale

Ma l’incremento nella produzione è riflesso di un più generale sviluppo di un intero territorio. Come spiega ancora Di Maggio: 

La nostra area vitivinicola sta cambiando pelle più rapidamente di altri grazie ad un’economia che sta crescendo e in grado di fare ulteriori salti di qualità”. 

A questi dati, che non ci sorprendono, si deve poi aggiungere il ricambio generazionale. Ci sono molti giovani che si stanno affacciando in questo settore con la voglia di continuare il lavoro dei vecchi viticoltori e con competenze elevate e grande passione. Il lavoro in campagna si sta trasformando: le nostre aziende, piccole e grandi, operano in attività multifunzionali che vanno dalla trasformazione e vendita aziendale del vino fino all’enoturismo”.

E le dinamiche della Denominazione pugliese, con la forte vocazione a giocare un ruolo di protagonista all’estero per il prodotto, raccontano proprio degli ulteriori benefici di un ricambio generazionale che ha coinvolto il 35% delle cantine, con l’ingresso delle nuove energie di giovani appassionati di vino con una preparazione cosmopolita. Il futuro per la Dop pugliese è già ora.

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