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Bio tappi ed ecoturismo: in Oltrepò, un futuro sostenibile è già ora

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Se pensiamo che vi sia in corso un processo di alfabetizzazione per l’ambiente, cosa che in effetti è, ancora prima dell’aggettivo “bio” potrebbe venire quello “sostenibile” e non viceversa. Se ci fosse e ci sarà un’alfabetizzazione ambientale e climatica di sicuro terrà conto in ogni caso dell’energia sprigionata in questi giorni sui temi (e sulle parole) per la tutela della terra. Un’energia di frasi, modelli, promesse, esempi di comportamenti che hanno voluto festeggiare il 51esimo anniversario dell’Earth Day, 22 aprile 2021, la festa mondiale della terra. Se ci sarà un nuovo alfabeto sostenibile ci ritroveremo anche nomi ed oggetti nuovi. Come i bio tappi inventati dai “genius” dell’Istituto Gallini di Voghera, eccellenza italiana, che in occasione del concorso internazionale Fast promosso dalla Commissione europea hanno ricevuto un premio speciale proprio per il progetto “Bio Tappi per vino e birra prodotti nella nostra scuola”.

È anche un premio al territorio il traguardo dei Bio Tappi, un riconoscimento all’Oltrepò Pavese che si distingue, muovendosi fra l’Istituto Gallini di Voghera e il centro di Riccagioia a Torrazza Coste, in piena evoluzione, verso un Agri 5.0 point
È anche un premio al territorio il traguardo dei Bio Tappi, un riconoscimento all’Oltrepò Pavese che si distingue, muovendosi fra l’Istituto Gallini di Voghera e il centro di Riccagioia a Torrazza Coste, in piena evoluzione, verso un Agri 5.0 point
(Ph. Archivio Digitale COltrepò Bike Division_Mario Didier)

I bio tappi dei ragazzi di Voghera conquistano l’Europa

La sezione “genius” è una delle numerose del concorso internazionale Fast promosso dalla Commissione europea, competizione internazionale su tematiche ambientali, scienza, ingegneria, musica, arte, scrittura, robotica, che mette in gioco tantissimi ragazzi e i loro docenti, su progetti che sembrano avere un futuro nelle mani di giovani ricercatori (scienziati?) del futuro.

Ma anche semplicemente, un progetto che innova e fa riflettere con azioni vere nelle mani degli uomini che hanno e avranno la responsabilità sostenibile della Terra. Da oggi in poi. Mica poco. 

Così, mentre applaudiamo i ragazzi del Gallini, Maddalena Macelli (classe 2003), Jacopo Rovati (2004) e Nicolò Trovato (2003), rappresentanti appunto dell’Istituto tecnico agrario statale “C. Gallini” di Voghera (Pavia), scopriamo anche che la scuola di agraria sta facendo molto in tema di sostenibilità, per festeggiare ogni giorno e con la didattica proprio la terra al centro dell’opinione mondiale di questi giorni.

Spiega il professor Marchetti del Gallini:

Il progetto premiato da Fast riguarda la formulazione di un materiale di origine biologica e possibilmente ricavato da altri processi lavorativi con caratteristiche adatte per fare dei tappi per bottiglie di vino o birra”. 

“Fra i tanti esperimenti fatti, i migliori risultati si sono ottenuti utilizzando la caseina, trattata con glicerina e acqua. Ovviamente siamo agli inizi ma pensiamo di essere sulla buona strada, le nostre ricerche proseguiranno e speriamo di ottenere al più presto dei tappi utilizzabili in sicurezza e che siamo biodegradabili”.

Un premio all’Oltrepò che sceglie la strada della sostenibilità

“Stappiamo idealmente con loro una serie di complimenti e ci mettiamo a disposizione perché questa innovazione non resti solo un progetto ma possa avere un confronto reale nel nostro mondo del vino." (Gilda Fugazza sui bio tappi)
“Stappiamo idealmente con loro una serie di complimenti e ci mettiamo a disposizione perché questa innovazione dei bio tappi non resti solo un progetto ma possa avere un confronto reale nel nostro mondo del vino” (Gilda Fugazza)

È anche un premio al territorio il traguardo dei Bio Tappi raggiunto da questi giovani “geni”, un premio all’Oltrepò Pavese che si distingue in questo campo con una forte tradizione e un nuovo impulso innovativo, muovendosi fra l’Istituto Gallini di Voghera e il centro di Riccagioia a Torrazza Coste, in piena evoluzione, verso un Agri 5.0 point con notevoli aspettative (sarà gestito da una neocostituenda fondazione mista pubblico privato).

Un riconoscimento che non è passato inosservato. Come sottolinea la presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Gilda Fugazza, portabandiera della “sostenibilità agricola e vitivinicola”, che considera una strada imprescindibile e urgente, la quale complimentandosi con la direttrice del Gallini Silvana Bassi ha detto: 

Siamo molto attenti a questi temi, tanto che in occasione della Giornata internazionale della Terra, abbiamo deciso di dedicare una sezione del nostro sito ufficiale e della nostra comunicazione, al tema della Sostenibilità. Un argomento che ci deve accompagnare quotidianamente nei nostri programmi e intenti”.

“E siamo anche felici di aver potuto festeggiare la giornata del 22 aprile sottolineando un premio, come quello degli studenti del Gallini che hanno centrato pienamente il tema dell’Earth Day 2021 dedicato all’educazione e formazione”. 

Siamo orgogliosi di questo riconoscimento e della sfida, in tempi difficili come questo della Pandemia, intercettata e portata a termine da ragazze e ragazzi “geniali” che in modo concreto con una naturale vocazione “bio” danno un contributo e un segnale mettendo in luce un settore che va solo valorizzato ed è un’eccellenza, come l’Istituto Gallini, da cui è partito il progetto premiato”.

Gilda Fugazza, infine, conclude:

Stappiamo idealmente con loro una serie di complimenti e ci mettiamo a disposizione perché questa innovazione non resti solo un progetto ma possa avere un confronto reale nel nostro mondo del vino. Anche coltivando talenti come questi possiamo pensare ad un futuro sempre più intelligente e innovativo del nostro mondo vitivinicolo”.

Non solo bio tappi: una ripartenza ecologica a tutto turismo

Per entrare nel famoso nuovo alfabeto ambientale, anche il turismo deve e lo sta facendo adeguarsi a questo cambiamento.
Per entrare nel famoso nuovo alfabeto ambientale, anche il turismo deve e lo sta facendo adeguarsi a questo cambiamento
(Ph. Archivio Digitale COltrepò Bike Division_Mario Didier)

Nel segno del cambiamento e dell’indirizzo sostenibile le giornate internazionali della terra – perché di fatto da tre giorni si susseguono iniziative, talk, speciali, maratone televisive e web – coincidono anche con la ripartenza post Covid-19. Anche se non siamo ancora del tutto, purtroppo, nella fase post. E ripartenza è anche primavera, voglia di vivere esperienze all’aperto e possibilità di intraprendere strade turistiche, possibilmente sempre di più sostenibili. Per coerenza e lungimiranza, per entrare nel famoso nuovo alfabeto ambientale, anche il turismo deve e lo sta facendo adeguarsi a questo cambiamento. Lo fa anche ripercorrendo la storia. Affascinante e non scontata, ce la fa ripercorrere Luciano Maffi, docente di un corso di storia del turismo all’Università Cattolica di Milano, profondo conoscitore dell’Oltrepò Pavese, che spiega:

Il turismo e la sostenibilità deve essere inteso come una alleanza di lungo periodo fra l’uomo e la terra. Questo legame si sviluppa progressivamente negli ultimi tre decenni del Novecento, quando a livello globale cresce la consapevolezza dei comportamenti irrispettosi che nel lungo periodo hanno portato ad un’impronta ecologica negativa anche in ambito turistico”.

Non basta inserire a pieno diritto il sostantivo enoturismo sostenibile nel nostro alfabeto ambientale ma andiamo per gradi e guardiamo la sua genesi: 

“Dall’inquinamento dell’aria, delle acque e del terreno, ai cambiamenti climatici, alla noncuranza delle popolazioni locali, all’estinzione di specie animali e vegetali, il turismo sostenibile non ha una data di nascita precisa, ma è il risultato di un lungo percorso ormai quarantennale ricco di incontri, convegni e accordi internazionali che hanno destato consapevolezza nei governi, istituzioni, nelle imprese private e nelle persone comuni. Il fenomeno si sviluppa, infatti, a partire dagli anni ‘70, momento in cui i paesi cominciano ad affrontare il problema ambientale internazionale, più precisamente nel 1972 con la “Dichiarazione di Stoccolma sull’ambiente umano” con la quale l’Onu elabora una serie di principi che pongono la difesa e il miglioramento dell’ambiente come scopo imperativo per tutta l’umanità”. 

Le tappe del cambiamento

Sarà nel segno della sostenibilità la ripartenza post Covid-19
Sarà nel segno della sostenibilità la ripartenza post Covid-19 (Ph. Archivio Digitale COltrepò Bike Division_Mario Didier)

Gli anni Ottanta. “Di fondamentale importanza è questo decennio”, continua Luciano Maffi. “Segnato da due tragiche catastrofi ambientali, prima l’esplosione della centrale nucleare di Cernobyl (1986) e, in seguito, l’affondamento della petroliera Exxon Valdez (1989), hanno pian piano risvegliato la coscienza collettiva nei confronti di quella che dovrebbe essere una adeguata tutela ambientale. Nel 1987 il Rapporto Brundtland riesce a fare proprio il concetto di sviluppo sostenibile”.

Così l’alfabetizzazione ambientale inizia a conoscere bene la parola sostenibile. La parola non viene più esclusivamente associata allo sviluppo, ma inizia ad essere utilizzata anche in altri ambiti, come anche nel turismo. Tra le numerose definizioni che sono state elaborate per il concetto di “turismo sostenibile”, la più riconosciuta è quella del Unwto (World Tourism Organization) del 1988 che dice:

Lo sviluppo sostenibile del turismo va incontro ai bisogni dei turisti e delle aree ospitanti attuali e allo stesso tempo protegge e migliora le opportunità per il futuro. Esso deve essere il principio guida per una gestione delle risorse tale che i bisogni economici, sociali ed estetici possano essere soddisfatti e contemporaneamente possano essere preservati l’integrità culturale, gli equilibri fondamentali della natura, la biodiversità e il sostegno al miglioramento della qualità della vita”. 

Gli anni Novanta, la decade che segue, sono stati segnati dalla Conferenza di Rio de Janeiro (1992), momento chiave per il concetto di sostenibilità, ma non altresì per quello di turismo sostenibile, poiché, nell’Agenda 21, il più importante documento redatto in sede, esso non trova l’importanza che merita. “Troverà la sua dignità gli anni successivi nell’elaborato Agenda 21 per l’Industria del Viaggio e del Turismo”, dice ancora il professor Maffi, “in cui vengono stilati gli impegni che i governi e le imprese devono portare a termine al fine di ridurre gli impatti negativi sull’ambiente. 

Finalmente, poi, il nuovo millennio, con la Conferenza Rio+20 nel 2012 e la creazione del documento “The Future We Want” che parla per la prima volta di “green economy” e di “ecoturism”. All’interno di questa carta, al turismo vengono dedicati due paragrafi, nei quali viene sottolineata l’importanza di uno sviluppo turistico secondo una direzione esclusivamente sostenibile che preveda la preservazione dell’ambiente e della diversità culturale, garantendo, inoltre, aiuti e sostegni di tipo economico alle attività turistiche nei Paesi in via di sviluppo e incentivando la promozione degli investimenti per l’ecoturismo e il turismo culturale. 

L’ecoturismo come l’enoturismo finisce dunque ad alimentare il concetto di sustainable tourism. Un passo importante anche per un territorio rurale di nuova recentissima vocazione enoturistica come l’Oltrepò Pavese. “Siamo di fronte ad un fenomeno complesso e ancora in divenire”, conclude Luciano Maffi. “E tornando alle parole per qualificare realmente l’essenza del fenomeno bisognerà acquisire in pieno le tre espressioni più utilizzate ovvero: turismo sostenibile, turismo responsabile ed ecoturismo, che in apparenza sembrano sinonimi, intercambiabili nei loro significati e contenuti, ma in realtà sono campi non sovrapponibili con particolari specificità in rapporto al contesto e agli attori che lo interpretano. Tutte in ogni caso esprimono questo rinnovato legame fra l’uomo e la terra. Di cui il mondo della viticoltura è grande e meraviglioso interprete”.

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