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Il 26 aprile si riapre (all’esterno), ma a Bergamo il sindaco Gori vieta vendita alcolici d’asporto a bar e ristoranti dopo le 19

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Finalmente ci siamo. Da lunedì 26 aprile, come stabilisce il nuovo decreto-legge, in zona gialla, bar e ristoranti potranno tornare a effettuare servizio al tavolo, anche se momentaneamente solo all’aperto. Per rivedere la scritta “aperto” nei tanti locali sprovvisti di un dehor (“il 46,6% dei bar e dei ristoranti della penisola: 113mila imprese in tutto”, non un dettaglio come ci ha spiegato Roberto Calugi, direttore Generale Fipe-Confcommercio in un’intervista esclusiva che sarà pubblicata sul prossimo numero di WineCouture 3/4), ci sarà da attendere fino al 1° giugno: ma anche da quella data, con una limitazione oraria dalle 5 alle 18. Sempre, poi, che qualcosa non muti a seguito dell’incognita “coprifuoco”: il divieto di uscire di casa dalle 22 alle 5 non è stato modificato, ma solo prorogato. Quindi, a oggi, rimarrà in vigore fino al 31 luglio, ma con un’importante postilla: il Governo, infatti, ha annunciato che ci procederà a un monitoraggio ogni due settimane per rivalutare e rimodulare le misure. Dunque, laddove la situazione dovesse andare a migliorare, gli scenari potrebbero mutare improvvisamente e radicalmente. Eppure, anche in questi giorni in cui tutto l’universo Horeca attende impaziente il nuovo via libera a tornare a fare il proprio lavoro, c’è chi non può festeggiare. E sono i ristoratori di Bergamo, che si ritrovano a dover fare i conti con l’ennesima misura di scarso buonsenso, questa volta firmata dal sindaco della città, Giorgio Gori.

Il caso Bergamo: torna il divieto d’asporto per la vendita di bevande (ma solo per bar e ristoranti)

Un fulmine a ciel sereno per bar e ristoranti bergamaschi. È l’ordinanza resa pubblica dal Comune di Bergamo nella serata di ieri e che “ripristina il divieto di vendita di bevande d’asporto da parte di bar e ristoranti, a partire dalle 19”.

L'ordinanza firmata dal sindaco Giorgio Gori e resa pubblica dal Comune di Bergamo nella serata di ieri “ripristina il divieto di vendita di bevande d’asporto da parte di bar e ristoranti, a partire dalle 19”
L’ordinanza firmata dal sindaco Giorgio Gori e resa pubblica dal Comune di Bergamo nella serata di ieri “ripristina il divieto di vendita di bevande d’asporto da parte di bar e ristoranti, a partire dalle 19”

Una misura che ricorda la draconiana scelta di Regione Lombardia di qualche mese fa. Una delibera che aveva provocato molti danni, tante polemiche, ma soprattutto zero risultati in termini di contrasto alla pandemia. Allora, dopo una dura battaglia sostenuta anche da noi di WineCouture in prima persona, arrivò il tempo del buon senso. Oggi, speriamo la scena sia replicata.

Cosa impone la nuova ordinanza che porta la firma del sindaco Pd Giorgio Gori è spiegato nel testo reso pubblico sul portale del Comune di Bergamo.

Il provvedimento punta a evitare gli assembramenti fuori dai pubblici esercizi, è accompagnato dal divieto di consumo di bevande (alcoliche e non, ad esclusione dell’acqua), su area pubblica o privata ad uso pubblico, compresi parchi, giardini e ville aperte al pubblico”.

Dietro alla misura, oltre alle ovvie finalità “anti assembramento”, che ricordano molto un altro recente celebre caso, quello dell’enoteca di Trieste, addirittura un’illuminata strategia. Citiamo:

Il provvedimento fa parte di una strategia già sperimentata nel 2020 e che – ha dichiarato il sindaco – punta ad una ‘città viva e sicura’. L’obiettivo è quello di favorire la convivialità all’aria aperta e di sostenere gli operatori del settore, evitando però in ogni modo di favorire una ripresa dei contagi. La situazione sanitaria, con la maggior parte dei cittadini e la totalità dei giovani ancora non vaccinati, non consente infatti di abbassare la guardia”.

Ancora una volta, dunque, l’autorità abdica dal proprio ruolo (di controllore dello spazio pubblico e sanzionatore di comportamenti illeciti) e preferisce censurare preventivamente la libertà di fare impresa. Anche se ovviamente il sindaco Gori non manca di appuntarsi al petto una “medaglia”, quale paladino di un mondo a cui nei fatti impedisce di svolgere al pieno la propria attività:

La cancellazione della tariffa per l’occupazione del suolo pubblico (al momento valida fino al 30 giugno, ma su cui si sta lavorando per una proroga), la concessione di numerosi spazi pubblici per l’installazione di dehor in tutta la città e la nuova ordinanza sono tasselli di un progetto integrato pensato per ‘riaccendere la città’ avendo ben chiara la necessità di tutelare la salute dei cittadini. Una città più ordinata, bella, con più spazi per l’aggregazione serale, più viva, ma con regole precise, distanze interpersonali, obbligo di servizio al tavolo, sanificazione degli spazi”.

Al sindaco di Bergamo evidentemente sfugge che gli assembramenti e l’aggregazione serale senza distanze interpersonali possano avvenire tanto fuori da un bar e un ristorante, quanto all’esterno di esercizi di vicinato, attività artigianali, distributori automatici e delle medie e grandi strutture di vendita non toccati dalla sua nuova disposizione
Al sindaco di Bergamo evidentemente sfugge che gli assembramenti e l’aggregazione serale senza distanze interpersonali possano avvenire tanto fuori da un bar e un ristorante, quanto all’esterno di esercizi di vicinato, attività artigianali, distributori automatici e delle medie e grandi strutture di vendita non toccati dalla sua nuova disposizione

Al sindaco di Bergamo evidentemente sfugge che gli assembramenti e l’aggregazione serale senza distanze interpersonali possano avvenire tanto fuori da un bar e un ristorante, quanto all’esterno di esercizi di vicinato, attività artigianali, distributori automatici e delle medie e grandi strutture di vendita non toccati dalla sua nuova disposizione. Ed ecco che, proprio come nel caso del famoso decreto di Regione Lombardia di qualche mese fa, un nuovo caso di placet a una “concorrenza sleale” è giustificato improvvidamente da un’autorità pubblica. Proprio quello di cui tutti, oggi, sentiamo la necessità.

Il testo completo dell’ordinanza comunale

Ecco cosa recita il testo dell’ordinanza del Comune di Bergamo.

Tutti i giorni dalle ore 19 fino alle ore 07 del giorno successivo dal 26 aprile 2021 e fino al 31 luglio 2021 fatti salvi eventuali successivi provvedimenti, in considerazione dell’evolversi della diffusione epidemiologica del virus Covid-19:

  • è vietata la vendita per asporto di bevande, alcoliche e non alcoliche, da parte degli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, ad esclusione dell’acqua. Sarà sempre consentita la somministrazione, esclusivamente con servizio al tavolo, all’esterno dell’esercizio (dehor). Il servizio all’interno dei locali – ad oggi non consentito – sarà autorizzato solo in relazione alle disposizioni del Governo e/o di Regione Lombardia;
  • è consentita la vendita per asporto di bevande alcoliche e non alcoliche da parte degli esercizi di vicinato, delle attività artigianali, dei distributori automatici e delle medie e grandi strutture di vendita purché in contenitori chiusi;
  • è vietata la consumazione di qualsiasi bevanda (alcolica e non alcolica), ad esclusione dell’acqua, su area pubblica o privata ad uso pubblico compresi parchi, giardini e ville aperte al pubblico.

Resta consentita la vendita con consegna a domicilio da parte delle predette attività commerciali, di somministrazione e artigianali.

Resta fermo l’obbligo di cui all’art. 17 del Regolamento di Polizia Urbana per tutte le attività di somministrazione di alimenti e bevande di adottare idonee misure affinché, all’uscita dei locali, i frequentatori evitino comportamenti dai quali possa derivare rumore o disturbo alle persone.

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