Settimo intervento della nostra inchiesta sul “nuovo inizio”. Intervista con Luca Rigotti, coordinatore Settore Vitivinicolo di Alleanza Cooperative Agroalimentari e presidente Gruppo di Lavoro Vino del Copa Cogeca. Riaperture, mutamenti dopo l’anno della pandemia e strategie future.
Presidente Rigotti, per supportare lo slancio della prossima riapertura, quale misura Alleanza Cooperative Agroalimentari chiede di adottare al Governo a sostegno del mercato?
Una delle misure che viene richiesta a gran voce dalle organizzazioni del settore in questa fase è la distillazione di crisi, verso la quale in linea generale la cooperazione non esprime particolare gradimento. Riteniamo, infatti, che distruggere ciò che si è prodotto con fatica e dedizione non sia mai una soluzione auspicabile.
Al tempo stesso, siamo però consapevoli che alcuni segmenti produttivi sono in grande difficoltà per via del perdurare della chiusura del canale Horeca, per cui non escludiamo che in questa fase possa essere la soluzione per alleggerire un po’ le giacenze di cantina.
Riteniamo fondamentale non creare distorsioni nel mercato, per cui qualunque tipo di intervento in tal senso dovrebbe essere parametrato ai giusti valori di mercato. Alla distillazione di crisi, inoltre, potrebbe essere affiancato l’aiuto allo stoccaggio, sempre limitato evidentemente, come per la precedente tornata di fine 2020, ai vini Dop e Igp.
Infine, abbiamo molto apprezzato anche la misura dell’esonero dai contributi previdenziali e assistenziali, che ha effetti immediati sulla liquidità delle imprese, e che sarebbe d’aiuto se estesa anche ai primi mesi del 2021.

Quali cambiamenti ed evoluzioni osservati in questo anno di pandemia, a suo avviso, si confermeranno in futuro?
Il fatto che prodotti di qualità alta e molto alta vengano venduti anche nel canale della Gdo è un fenomeno che si sta rafforzando e ampliando ultimamente, e che probabilmente è destinato a perdurare nel tempo, nonostante la riapertura dell’Horeca.
Inoltre, in molti casi il Covid-19 ha sollecitato dei meccanismi di rimodulazione dell’offerta e di multicanalità, che ha consentito di contrastare con maggiore efficacia le difficoltà e gli effetti della pandemia, fenomeno particolarmente visibile, benché presenti ampi margini di miglioramento, se si considerano le vendite nell’ambito online, i cui acquisti hanno vissuto un vero e proprio boom nell’ultimo anno.
Qual è la pratica cui eravamo abituati che dovremo dimenticare?
Più che “dimenticare” credo sia più corretto dire “integrare”: le misure di contrasto agli effetti della pandemia e le gravi difficoltà incontrate dalle imprese vitivinicole hanno infatti indotto a delle riflessioni rispetto agli eventuali margini di adeguamento alla nuova e complessa condizione dei mercati nonché valorizzato, laddove possibile, degli spazi di miglioramento.
Occorre quindi integrare il nuovo approccio, finalizzato ad un adattamento delle modalità di gestione dell’offerta e, più in generale, di lavoro, con le pratiche che più frequentemente venivano utilizzate nel periodo pre-Covid. Spero che, superate le criticità legate alla pandemia, l’integrazione di questi differenti approcci e delle differenti esperienze possa tradursi in una maggiore efficacia delle attività d’impresa.
La voce delle istituzioni, le richieste al Governo di industria, retailer, ristorazione, consorzi, associazioni, cooperative e marchi: leggi tutti gli interventi dei protagonisti della filiera nella nostra esclusiva inchiesta #VivaIlVino sul nuovo inizio.