Ottavo intervento della nostra inchiesta sul “nuovo inizio”. Intervista con Roberta Corrà, presidente Italia del Vino Consorzio. Riaperture, mutamenti dopo l’anno della pandemia e strategie future.
Presidente Corrà, per supportare lo slancio della prossima riapertura, quale misura Italia del Vino Consorzio chiede di adottare al Governo a sostegno del mercato?
Le nostre richieste vanno al di là della contingenza del momento. Davanti alla crisi che si è generata per le conseguenze della pandemia, assistiamo a un’insufficienza di aiuti forniti da parte del Governo a qualsiasi genere di attività che ha subito ripercussioni negative sul proprio business in questo anno.
Il mondo del vino presenta una perdita rilevante nelle vendite legate alla ristorazione, nonostante si sia assistito a un innegabile sviluppo del giro d’affari in Gdo. Ci uniamo, nostro malgrado, al coro di quelle imprese che a causa della pandemia hanno lasciato per strada una buona fetta della propria redditività, se non tutta in molti casi.
L’auspicio e la richiesta è per un’accelerazione negli aiuti agli operatori dell’Horeca che rappresentano i nostri primi clienti. Sia aiutata quella filiera che è la nostra fonte di successo. Un supporto contributivo o dilazioni nella tassazione, rappresenterebbero un importante sostegno per non farci ritrovare una clientela in forte sofferenza.
La pandemia ha condotto a una diminuzione dei consumi non conseguenza di una volontà, ma del venire a mancare delle occasioni di ritrovo. La voglia e un ritorno alla convivialità ci saranno, ma serve alleviare innanzitutto la sofferenza di un mondo che ha molto patito e che occorre sostenere a riprendersi.

Queste le misure per l’immediato. In prospettiva, poi, guardando più specificatamente l’universo vino, il Governo potrebbe ampliare la gamma dei servizi per le imprese volte a promuovere quella che è un’eccellenza riconosciuta, ma che oggi è forse ancora incapace a fare sistema nel modo più proficuo per vedersi maggiormente accreditato in termini di valore sui mercati del mondo.
Le attuali misure di sostegno, forse, andrebbero accresciute ed estese anche al contesto italiano. In sintesi: maggior supporto e più a 360° aiuterebbe non poco ad affrontare quelli che saranno gli strascichi che l’attuale situazione lascerà, prevediamo almeno per un altro paio d’anni.
Quali cambiamenti ed evoluzioni osservati in questo anno di pandemia, a suo avviso, si confermeranno in futuro?
Innanzitutto, non si può non partire dalla velocità ad acquisire competenze digitali da parte di chi in precedenza poco le aveva prese in considerazione. Oggi non sono più soltanto i Millenial a sfruttare le occasioni offerte dall’e-commerce: l’acquisto online, infatti, trova sempre più estimatori anche nelle generazioni precedenti.

Dal lato delle aziende, poi, l’ultimo è stato uno snodo importante per guardarsi dentro. E analizzare la propria efficienza, valutare l’apertura di canali diversi, imparare a sfruttare ogni singola posizione di mercato. Ma anche, molto più semplicemente, comprendere come gestire al meglio il proprio tempo: per quanto oggi si desideri ritornare a prendere gli aerei e incontrarsi dal vivo, con webinar e videochiamate abbiamo capito come essere lo stesso vicini pur nella distanza. E che tante cose possono comunque essere condotte a termine attraverso questa modalità laddove ci sia unità d’intenti.
L’auspicio è di vedere confermate in futuro da una parte la capacità di sfruttare al meglio ogni canale di mercato e dall’altra una sempre più definita razionalizzazione del nostro tempo, sfruttando ciò che abbiamo appreso per avvicinare i nostri tradizionali interlocutori.
Qual è la pratica cui eravamo abituati che dovremo dimenticare?
A mio avviso, nessuna. Come dicevo prima, quella che oggi affrontiamo non è crisi di consumi, ma di occasioni. La voglia di ricominciare c’è ed è ben viva in tutti. Occorre solo attendere, quando sarà dato di farlo in sicurezza ovviamente, di poter riprendere quanto siamo stati costretti a lasciare.
La voce delle istituzioni, le richieste al Governo di industria, retailer, ristorazione, consorzi, associazioni, cooperative e marchi: leggi tutti gli interventi dei protagonisti della filiera nella nostra esclusiva inchiesta #VivaIlVino sul nuovo inizio.