https://www.masottina.it/
  • Meets
  • top
WineCouture Meets Pierluigi Bolla

“Non parlatemi di Prosecchino”

Dello stesso argomento

BANNER

Le nuove priorità del dopo pandemia. Le sfide dei prossimi cinque anni. Gli orizzonti della Valdo di domani. A tu per tu con Pierluigi Bolla, presidente della casa spumantistica di Valdobbiadene.

Tra cinque anni, uno dei volti più noti delle bollicine tricolore taglierà il traguardo dei suoi primi 100 anni. Stiamo parlando di Valdo, dal 1926 simbolo riconosciuto della viticoltura e della spumantistica sulle colline del Prosecco Superiore. Una realtà di casa a Valdobbiadene, come inciso nel nome stesso, che molto ha contribuito nel tempo al successo, in ogni sua declinazione dalla Doc alla Docg, di una produzione ambasciatrice del made in Italy nel mondo. Con un primato ribadito anche nel 2020, grazie al Valdo Marca Oro Valdobbiadene Prosecco Superiore che anche in mezzo al burrascoso anno della pandemia ha saputo conservare il proprio status di leader di mercato con una quota dell’11,5% in Italia e del 26% a volume in Germania. Ma se l’oggi di Valdo, tra digitale e sostenibilità, parla di nuove consapevolezze, come si delineerà il domani di questo storico brand? Al presidente della casa spumantistica di Valdobbiadene, Pierluigi Bolla, abbiamo chiesto di raccontarci cosa hanno lasciato dietro sé questi ultimi 12 mesi e che sfide si prospettano all’orizzonte.

Salvaguardare il capitale umano di Valdo e attivarsi subito per proteggere finanziariamente la società: queste le due decisioni prese da Pierluigi Bolla al primo lockdown che hanno permesso all'azienda di Valdobbiandene di superare l'anno della pandemia
Salvaguardare il capitale umano di Valdo e attivarsi subito per proteggere finanziariamente la società: queste le due decisioni prese da Pierluigi Bolla al primo lockdown che hanno permesso all’azienda di Valdobbiandene di superare l’anno della pandemia

Cosa hanno insegnato a Pierluigi Bolla i 12 mesi del lockdown e della pandemia?

La pandemia ci ha colti tutti in maniera oggettivamente improvvisa e inaspettata. E sotto questo punto di vista, neanche Valdo ha rappresentato un’eccezione. Nel frangente del primo lockdown, però, posso dire di aver preso immediatamente due decisioni che poi si sono rivelate decisive nell’affrontare i successivi burrascosi mesi: da una parte, salvaguardare il capitale umano della nostra azienda, dall’altra attivarsi subito per proteggere finanziariamente la società.

In che modo vi siete mossi?

Innanzitutto, ci siamo preoccupati della salute di chi lavora in e per Valdo. Abbiamo provveduto a interventi diretti per mettere in sicurezza i dipendenti, con contributi economici e polizze assicurative in caso di contagio, senza usufruire della cassa integrazione, ma anche ad anticipi di provvigioni per gli agenti e a iniziative di supporto per i clienti dell’Horeca. E posso dire, con grande soddisfazione e senza retorica, di aver toccato con mano quanto oggi Valdo sia davvero una grande famiglia.

L’unità d’intenti da parte di tutti, infatti, è stata testimoniata da un impegno reciproco: dei dipendenti nell’andare incontro alle necessità dell’azienda, e viceversa. Ed è così che siamo riusciti ad affrontare con determinazione i mesi più duri e poi riprendere il cammino.

"Posso dire, con grande soddisfazione e senza retorica, di aver toccato con mano quanto oggi Valdo sia davvero una grande famiglia" (Pierluigi Bolla)
“Posso dire, con grande soddisfazione e senza retorica, di aver toccato con mano quanto oggi Valdo sia davvero una grande famiglia” (Pierluigi Bolla)

Un cammino irto di ostacoli, il 2020, anche per Valdo?

Finanziariamente, c’è da dire, le cose sono andate meglio degli scenari inizialmente preventivati. E il merito è proprio della capacità della squadra Valdo di fare quadrato, riuscendo a mantenere inalterati i volumi di produzione e rimodulando rapidamente le attività commerciali. Ed è questo il segreto di quello che poi è stato il risultato 2020.

In termini di strategie e scelte di sviluppo future, che “effetti” ha avuto sulla Valdo quest’ultimo anno?

La tragedia che abbiamo tutti vissuto andrà inevitabilmente a modificare, a medio e lungo termine, i comportamenti e le abitudini dei consumatori. Prenderanno forma di conseguenza importanti cambiamenti a livello di mercato: vedi il caso della sempre maggiore rilevanza dell’e-commerce rispetto al passato. E proprio alla luce di quanto accaduto in questi ultimi 12 mesi, in Valdo stiamo sviluppando un progetto a medio e lungo termine per capire cosa fare “da grandi”, quando ci saremo lasciati definitivamente alle spalle la pandemia. Le esperienze accumulate in questi ultimi anni, anche dal punto di vista dei prodotti che oggi caratterizzano la nostra offerta, si configureranno tutte come passi importanti del cammino intrapreso, contribuendo a dare forma alla nuova Valdo di domani.

"Ala luce di quanto accaduto in questi ultimi 12 mesi, in Valdo stiamo sviluppando un progetto a medio e lungo termine per capire cosa fare “da grandi”, quando ci saremo lasciati definitivamente alle spalle la pandemia" (Pierluigi Bolla)
“Ala luce di quanto accaduto in questi ultimi 12 mesi, in Valdo stiamo sviluppando un progetto a medio e lungo termine per capire cosa fare “da grandi”, quando ci saremo lasciati definitivamente alle spalle la pandemia” (Pierluigi Bolla)

Parlando di numeri, invece, quale il bilancio 2020?

Il 2020 è stato un anno in definitiva soddisfacente, chiuso a circa 65 milioni di euro nel fatturato, in linea con l’esercizio precedente, e un Ebitda intorno al 10%. Abbiamo risentito ovviamente dell’importante perdita legata al mondo della ristorazione in Italia e nel mondo. Al contempo, però, abbiamo beneficiato del recupero in Grande distribuzione, che nel 2020 ha sovraperformato nelle vendite. Ottime notizie poi sono giunte dalle performance dell’e-commerce. Anche se quest’ultimo resta ancora un capitolo relativo in termini di business rispetto al canale tradizionale e a quello moderno.

La ripartenza del mondo del vino, dunque, passa dalla multicanalità?

Il concetto di multicanalità, in Valdo, lo abbiamo fatto nostro già a fine anni ’90 e nel tempo, non soltanto nell’anno della pandemia, si è rivelato scelta strategica vincente. Ma non ci siamo limitati semplicemente a proporre linee di prodotto differenti tra Gdo e Horeca. Un ulteriore rafforzamento di questa scelta, infatti, è arrivata nel 2010, quando abbiamo deciso di servire in maniera diretta il canale moderno in tutta Europa, raccogliendo i frutti dei tanti investimenti fatti. Oggi, però, il concetto di multicanalità si amplia ulteriormente, con l’ingresso prepotente dell’e-commerce. E proprio l’online diventa da quest’anno una nostra priorità strategica.

In che termini?

La pandemia ha cambiato le regole del gioco, così abbiamo deciso di dare vita a una struttura dedicata per coordinare e armonizzare il nostro presidio del canale online. Abbiamo dato forma a un piano di investimenti per potenziare le vendite attraverso l’e-commerce, diretto ed indiretto, che ci porterà anche una relazione più stretta con i consumatori e wine lover nel mondo.

Questo progetto comprende l’Italia ma anche alcuni paesi in Europa. Da gennaio 2021 abbiamo iniziato dall’ambito nazionale e dalla Germania. Poi, in un piano che si svilupperà secondo un’ottica quinquennale, seguiranno Austria, Polonia e Francia e gli altri mercati internazionali che oggi non si possono presidiare in maniera diretta con il proprio e-commerce.

Il 2020 che anno è stato, invece, sul versante export per Valdo?

Nel 2020 inaugurato il primo Valdo Prosecco Bar a Mosca
Nel 2020 inaugurato il primo Valdo Prosecco Bar a Mosca

Non di sorprese, ma piuttosto d’importanti conferme. I paesi a lingua tedesca e il Regno Unito hanno performato bene. Anche per via delle importanti scelte di presidio fatte in questi contesti negli anni passati. Il resto dello scenario mondiale ha risentito maggiormente dell’andamento pandemico. A iniziare dalla Russia, dove nel 2020 abbiamo aperto il nostro primo Valdo Wine Bar. Guardando al futuro, ritengo che l’Estremo Oriente diverrà sempre più un contesto strategico di mercato, così come gli Usa, dove abbiamo aperto, sulla scia del modello Germania, un nostro ufficio commerciale. 

Valdo è innanzitutto Prosecco, nelle sue diverse declinazioni tra Doc e Docg, bollicine italiane, sotto varie forme, ma anche importatore e distributore di un’importante realtà della Champagne, Nicolas Feuillatte: che anno è stato in Italia per questa tipologia di prodotto?

Ovviamente la pandemia non ha favorito uno sviluppo delle vendite di Champagne. E anche per noi i risultati dello scorso anno sono stati inferiori rispetto a quanto inizialmente preventivato a gennaio 2020. Ma sono convinto che con il progressivo ritorno alla normalità si assisterà a una ripresa nelle vendite di questa produzione d’eccellenza che completa la nostra offerta in tema bollicine. A mio avviso, infatti, c’è una forte sinergia commerciale tra Prosecco e Champagne.

Prosecco e Champagne, quindi, non sono per lei mondi in competizione?

Mi faccia dire che l’ambizione di chi produce Prosecco non potrà mai essere quella di arrivare a essere meglio dello Champagne, perché si tratta di due prodotti assolutamente diversi tra loro. L’ambizione di chi produce Prosecco deve essere quella di avere uno spumante Doc che sia la bollicina più venduta al mondo, a fronte di qualità, piacevolezza e versatilità straordinarie, esattamente come è nelle corde e caratteristiche del prodotto. Poi, con altre tipologie di produzioni si possono avere chiaramente anche ambizioni diverse, ma vanno sempre commisurate. Ad esempio, con il nostro nuovo Metodo Classico da Tenuta Pradase è più alla Franciacorta che guardo in termini competitivi, non alla Champagne.

Valdo è distributore in Italia dello Champagne Nicolas Feuillatte, il brand numero uno in Francia
Valdo è distributore in Italia dello Champagne Nicolas Feuillatte, il brand numero uno in Francia

Parliamo allora di Metodo Classico: quanto c’è di Pierluigi Bolla nel nuovo progetto di Tenuta Pradase che cambierà il volto della “Valdo di domani”?

C’è tanto di mio. Tutto, in termini di idea e progettualità. Il progetto di Tenuta Pradase nasce da una personale insofferenza verso quello che è il troppo diffuso concetto di “Prosecchino”. Essendo cresciuto in una famiglia che ha contribuito a conquistare diversi mercati nel mondo, tra gli anni ’60 e ’80, con Soave, Valpolicella e Bardolino, la sfida ha sempre rappresentato una parte importante della mia cultura professionale. Così ho sempre voluto dare vita a qualcosa che, nel rispetto di tradizione e territorio, si configurasse quale proposta capace di confrontarsi alla pari con gli altri spumanti, anche Metodo Classico, realizzati in giro per il mondo.

Il Metodo Classico di Tenuta Pradase è la nuova sfida di Pierluigi Bolla, dopo il lancio delle Cuvée Valdo e del primo Metodo Classico: il Numero 10
Il Metodo Classico di Tenuta Pradase è la nuova sfida di Pierluigi Bolla, dopo il lancio delle Cuvée Valdo e del primo Metodo Classico: il Numero 10

Prima, è nata la sfida delle Cuvée Valdo: il frutto della passata esperienza in Bolla, con introduzione della barrique nel mondo Prosecco, la scelta di avvalersi anche dello Chardonnay, l’allungamento di un anno dello Charmat. Poi è arrivato il Metodo Classico: il nostro Numero 10. Infine, dopo l’acquisto di Tenuta Pradase, ecco il “vigneto biblioteca” che racconta la storia del Prosecco attraverso le varietà clonali delle uve autoctone Bianchetta, Perera e Verdiso, nonché con un Metodo Classico di 24 mesi, per cui dobbiamo ringraziare il savoir faire dei nostri enologi. Come dicevo prima, mossi dalla smisurata passione per il vino che abbiamo, la continua ricerca di una nuova sfida è insita nel Dna della mia famiglia.

Ma se dovessimo riassumere su cosa si fonda lo “Stile Valdo” quando parliamo di bollicine, qual è il trait d’union tra i tanti tasselli del vostro articolato mosaico?

"Lo stile di un’azienda è innanzitutto il gusto e la cultura di una famiglia" (Pierluigi Bolla)
“Lo stile di un’azienda è innanzitutto il gusto e la cultura di una famiglia” (Pierluigi Bolla)

Lo stile di un’azienda è innanzitutto il gusto e la cultura di una famiglia. E se è vero che un’impresa deve produrre per il consumatore, altrimenti sotto il profilo economico non farebbe il suo lavoro, nel mondo del vino ritengo che ogni realtà debba però fare anche un prodotto che piaccia in primis a chi ne è l’artefice. Se poi il gusto è condiviso da tutti, tanto meglio. Quando si parla di “Stile Valdo”, dunque, si fa innanzitutto riferimento allo stile della mia famiglia, che produce vino dal 1883 e che in ogni bottiglia concentra la sua passione per il vino e per la natura, ma anche il gusto per il vivere bene tipicamente italiano.

Ma il produttore Pierluigi Bolla, quando non sceglie i propri, quali vini ama bere?

In verità, non ho vini che prediligo rispetto ad altri. Mi piace assaggiare in continuazione. Tanto che quando porto a casa qualche novità, mia moglie mi “sgrida”, lamentandosi che mi porto il lavoro a casa… Ma in realtà, amo per davvero assaggiare vini d’ogni tipo. E mi diverte andare alla scoperta di produzioni che arrivano da ogni dove. Poi c’è sempre la “sfida” di riuscire a individuare un nuovo “abbinamento perfetto” col cibo: un altro “gioco” che mi appassiona molto. Tra le passioni di oggi, mi sto divertendo ultimamente ad assaggiare Sancerre, per capirlo in ogni sua peculiare sfumatura. Lo scorso anno, invece, ho vissuto un periodo dove sono andato a indagare l’universo degli spumanti Metodo Charmat fatti in Australia e Nuova Zelanda. Perché ogni giorno, per davvero, in questo nostro straordinario mondo del vino non si finisce mai di scoprire e imparare.

banner
BANNER
BANNER
banner
BANNER